Istruttoria pubblica sul disagio abitativo, l'intervento di Giovanna Trombetti, tecnico della Città metropolitana di Bologna
Nel pomeriggio di oggi, nell'aula del Consiglio comunale di Palazzo d'Accursio, si tiene la prima seduta dell'Istruttoria pubblica sul disagio abitativo. Di seguito l'intervento di Giovanna Trombetti, tecnico della Città metropolitana indicato...
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Nel pomeriggio di oggi, nell'aula del Consiglio comunale di Palazzo d'Accursio, si tiene la prima seduta dell'Istruttoria pubblica sul disagio abitativo. Di seguito l'intervento di Giovanna Trombetti, tecnico della Città metropolitana indicato dalla Giunta comunale.
"I NUMERI DEL TURISMO A BOLOGNA
Da alcuni anni Bologna si è affermata come nuova meta del turismo, in particolare quello straniero. Bologna è cresciuta costantemente (dal 2013 al 2018 aumento del 44% dei pernottamenti e del 46% del numero dei turisti), diventando l’area in regione con il numero più alto di persone impiegato nei servizi e nell’indotto generato dal turismo. Bologna esce della crisi e recupera in imprese e posti di lavoro grazie soprattutto allo sviluppo di quei servizi di alloggio e ristorazione che rappresentano il core dei servizi turistici.
Questa crescita del turismo ha visto una profonda trasformazione delle tipologie di turisti - da turismo prevalentemente business a turismo leisure - con una minore stagionalità delle presenza e la richiesta di nuovi servizi e di nuove modalità di accoglienza.
Alla crescita del turismo ha corrisposto a Bologna, per quanto riguarda le strutture alberghiere - a fronte di una sostanziale invarianza del numero delle strutture - un lieve aumento del numero dei posti letti offerti e invece un rilevantissimo aumento del tasso di copertura delle stanze (più 25% dal 2013).
LA NUOVA ECONOMIA DELLA CONDIVISIONE
Il fenomeno degli affitti brevi (a prevalente utilizzo turistico, soprattutto attraverso piattaforme digitali) accompagna lo sviluppo del turismo, ed è in crescita in città in particolare nel centro storico, portando a processi di trasformazione che vanno a toccare anche il tema della residenza.
Il tema degli affitti brevi impatta su tutte le grandi città turistiche [il più recente Report Skift calcola che le soluzioni di locazione a breve termine rappresentino in Europa il 13% dell’offerta complessiva di pernottamento; sono il comparto in crescita più vibrante sia a livello numerico che di redditività.], con impatti minori per Bologna rispetto ad altre città italiane: la percentuale di patrimonio immobiliare del centro storico di Bologna offerto su Airbnb è pari al 2,4%, contro il 17,9 di Firenze, l’8,9 di Venezia, l’8 di Roma. Il dato di Bologna è comunque inferiore rispetto a Verona, Milano, Napoli, Torino.
Esiste in realtà una forte criticità nella rilevazione dei dati, derivante dalla mancanza di un dato ufficiale certo di misurazione del fenomeno: possiamo utilizzare diverse analisi basate su stime per tratteggiando alcuni trend della Città sul tema affitti brevi:
circa la metà degli affitti turistici a Bologna vedono host che gestiscono più di un alloggio, delineando quindi una gestione che si avvicina a una dimensione professionale della attività;
più del 50% delle offerte sulle piattaforme sono relativi a interi appartamenti (contro solo un quinto degli alloggi in condivisione dell’abitazione principale) , confermando quindi una logica diversa dallo spirito della condivisione che ispira il modello della sharing economy.
ulteriore elemento di analisi, che porta a una riflessione sul possibile impatto differenziato del fenomeno a seconda della localizzazione, è la comparazione tra le entrate derivanti da affitti turistici e quelle da una locazione a canone concordato: per guadagnare quanto si guadagna mediamente con un canone concordato è necessario affittare il proprio appartamento sul mercato turistico per 104 giorni all’anno, e è quindi necessario avere un alloggio che presenta elementi di attrattività localizzativa significata.
IL QUADRO NORMATIVO
La difficoltà di monitoraggio, e quindi di controllo, del fenomeno degli affitti brevi, deriva da un quadro normativo datato, che intreccia competenze nazionali (che regolamentano la locazione attraverso il codice del turismo) con quelle regionali, che regolamentano solo alcune tipologie di affitti brevi. Dal mancato coordinamento dei due livelli deriva ad oggi un vuoto normativo che non consente al Comune di censire, controllare, tassare in modo completo il sistema degli affitti brevi.
Nel corso del 2019 è stato introdotto, sia a livello nazionale (Decreto crescita, L.N.582019) sia regionale (L.R. 132019) il codice identificativo, strumento di regolazione e controllo sugli affitti brevi, che consentirà - una volta definite le modalità attuative - di censire in modo certo tutte le tipologie di affitti brevi; monitorare e quindi controllare in modo completo la regolarità del fenomeno.
LE LINEE DI AZIONE
La crescita degli affitti brevi non deve essere demonizzata in assoluto: si tratta di un fenomeno comune nelle città a rilevanza turistica, quale è Bologna, e che su Bologna ha un impatto ad oggi contenuto.
E’ tuttavia necessario definire maggiori forme di regolazione e controllo, così come è necessario prevedere forme di contenimento nelle aree a maggiore pressione, e invece definire forme di valorizzazione in ambiti in cui il turismo rappresenta elemento di riattivazione.
La dimensione internazionale, in particolare europea, è la scala necessaria per definire politiche comuni nei confronti delle piattaforme, in particolare per per la raccolta di dati e la definizione di sistemi comuni di regolazione.
Bologna partecipa in modo attivo - unica città italiana - alla rete stabile delle città europee per la gestione delle piattaforme sul tema degli affitti brevi per azioni comuni nei confronti della Commissione, e contribuisce alle diverse reti europee (consiglio delle Regioni, Eurocities) sulla sharing economy.
La dimensione nazionale è altrettanto rilevante: è necessario un aggiornamento del Codice nazionale del turismo alle nuove tipologie, anche armonizzato con la normativa regionale di settore, anch’essa da aggiornare, cosi come il Codice unico identificativo deve trovare in tempi veloci operatività. L’armonizzazione della normativa e l’operatività del Codice unico identificativo potrà consentire al Comune di velocizzare e standardizzare l’iter autorizzativo necessario agli host per denunciare l’avvio attività dei propri airbnb, e far emergere situazioni ambigue e distanti dalla filosofia originaria degli affitti brevi, che risponde al principio della condivisione.
Inoltre il recente aggiornamento del regolamento urbanistico del Comune, con la previsione di limitazione dei frazionamenti delle abitazioni in centro storico rappresenta una prima importante misura di contenimento; nella medesima direzione è la verifica in corso di allargamento ad alcune tipologie di affitti brevi della delimitazione e dei vincoli previsti dal decreto Unesco.
Sono inoltre in corso di attuazione le strategie di sviluppo turistico della Città, nel quadro delle linee della Destinazione turistica Bologna metropolitana: obiettivo dei prossimi anni non è la crescita del numero dei turisti, ma l’aumento della loro permanenza media e della loro spesa media. Le azioni per il raggiungimento di tale obiettivo sono:
"I NUMERI DEL TURISMO A BOLOGNA
Da alcuni anni Bologna si è affermata come nuova meta del turismo, in particolare quello straniero. Bologna è cresciuta costantemente (dal 2013 al 2018 aumento del 44% dei pernottamenti e del 46% del numero dei turisti), diventando l’area in regione con il numero più alto di persone impiegato nei servizi e nell’indotto generato dal turismo. Bologna esce della crisi e recupera in imprese e posti di lavoro grazie soprattutto allo sviluppo di quei servizi di alloggio e ristorazione che rappresentano il core dei servizi turistici.
Questa crescita del turismo ha visto una profonda trasformazione delle tipologie di turisti - da turismo prevalentemente business a turismo leisure - con una minore stagionalità delle presenza e la richiesta di nuovi servizi e di nuove modalità di accoglienza.
Alla crescita del turismo ha corrisposto a Bologna, per quanto riguarda le strutture alberghiere - a fronte di una sostanziale invarianza del numero delle strutture - un lieve aumento del numero dei posti letti offerti e invece un rilevantissimo aumento del tasso di copertura delle stanze (più 25% dal 2013).
LA NUOVA ECONOMIA DELLA CONDIVISIONE
Il fenomeno degli affitti brevi (a prevalente utilizzo turistico, soprattutto attraverso piattaforme digitali) accompagna lo sviluppo del turismo, ed è in crescita in città in particolare nel centro storico, portando a processi di trasformazione che vanno a toccare anche il tema della residenza.
Il tema degli affitti brevi impatta su tutte le grandi città turistiche [il più recente Report Skift calcola che le soluzioni di locazione a breve termine rappresentino in Europa il 13% dell’offerta complessiva di pernottamento; sono il comparto in crescita più vibrante sia a livello numerico che di redditività.], con impatti minori per Bologna rispetto ad altre città italiane: la percentuale di patrimonio immobiliare del centro storico di Bologna offerto su Airbnb è pari al 2,4%, contro il 17,9 di Firenze, l’8,9 di Venezia, l’8 di Roma. Il dato di Bologna è comunque inferiore rispetto a Verona, Milano, Napoli, Torino.
Esiste in realtà una forte criticità nella rilevazione dei dati, derivante dalla mancanza di un dato ufficiale certo di misurazione del fenomeno: possiamo utilizzare diverse analisi basate su stime per tratteggiando alcuni trend della Città sul tema affitti brevi:
circa la metà degli affitti turistici a Bologna vedono host che gestiscono più di un alloggio, delineando quindi una gestione che si avvicina a una dimensione professionale della attività;
più del 50% delle offerte sulle piattaforme sono relativi a interi appartamenti (contro solo un quinto degli alloggi in condivisione dell’abitazione principale) , confermando quindi una logica diversa dallo spirito della condivisione che ispira il modello della sharing economy.
ulteriore elemento di analisi, che porta a una riflessione sul possibile impatto differenziato del fenomeno a seconda della localizzazione, è la comparazione tra le entrate derivanti da affitti turistici e quelle da una locazione a canone concordato: per guadagnare quanto si guadagna mediamente con un canone concordato è necessario affittare il proprio appartamento sul mercato turistico per 104 giorni all’anno, e è quindi necessario avere un alloggio che presenta elementi di attrattività localizzativa significata.
IL QUADRO NORMATIVO
La difficoltà di monitoraggio, e quindi di controllo, del fenomeno degli affitti brevi, deriva da un quadro normativo datato, che intreccia competenze nazionali (che regolamentano la locazione attraverso il codice del turismo) con quelle regionali, che regolamentano solo alcune tipologie di affitti brevi. Dal mancato coordinamento dei due livelli deriva ad oggi un vuoto normativo che non consente al Comune di censire, controllare, tassare in modo completo il sistema degli affitti brevi.
Nel corso del 2019 è stato introdotto, sia a livello nazionale (Decreto crescita, L.N.582019) sia regionale (L.R. 132019) il codice identificativo, strumento di regolazione e controllo sugli affitti brevi, che consentirà - una volta definite le modalità attuative - di censire in modo certo tutte le tipologie di affitti brevi; monitorare e quindi controllare in modo completo la regolarità del fenomeno.
LE LINEE DI AZIONE
La crescita degli affitti brevi non deve essere demonizzata in assoluto: si tratta di un fenomeno comune nelle città a rilevanza turistica, quale è Bologna, e che su Bologna ha un impatto ad oggi contenuto.
E’ tuttavia necessario definire maggiori forme di regolazione e controllo, così come è necessario prevedere forme di contenimento nelle aree a maggiore pressione, e invece definire forme di valorizzazione in ambiti in cui il turismo rappresenta elemento di riattivazione.
La dimensione internazionale, in particolare europea, è la scala necessaria per definire politiche comuni nei confronti delle piattaforme, in particolare per per la raccolta di dati e la definizione di sistemi comuni di regolazione.
Bologna partecipa in modo attivo - unica città italiana - alla rete stabile delle città europee per la gestione delle piattaforme sul tema degli affitti brevi per azioni comuni nei confronti della Commissione, e contribuisce alle diverse reti europee (consiglio delle Regioni, Eurocities) sulla sharing economy.
La dimensione nazionale è altrettanto rilevante: è necessario un aggiornamento del Codice nazionale del turismo alle nuove tipologie, anche armonizzato con la normativa regionale di settore, anch’essa da aggiornare, cosi come il Codice unico identificativo deve trovare in tempi veloci operatività. L’armonizzazione della normativa e l’operatività del Codice unico identificativo potrà consentire al Comune di velocizzare e standardizzare l’iter autorizzativo necessario agli host per denunciare l’avvio attività dei propri airbnb, e far emergere situazioni ambigue e distanti dalla filosofia originaria degli affitti brevi, che risponde al principio della condivisione.
Inoltre il recente aggiornamento del regolamento urbanistico del Comune, con la previsione di limitazione dei frazionamenti delle abitazioni in centro storico rappresenta una prima importante misura di contenimento; nella medesima direzione è la verifica in corso di allargamento ad alcune tipologie di affitti brevi della delimitazione e dei vincoli previsti dal decreto Unesco.
Sono inoltre in corso di attuazione le strategie di sviluppo turistico della Città, nel quadro delle linee della Destinazione turistica Bologna metropolitana: obiettivo dei prossimi anni non è la crescita del numero dei turisti, ma l’aumento della loro permanenza media e della loro spesa media. Le azioni per il raggiungimento di tale obiettivo sono:
- innalzamento della componente di turismo leisure, che sviluppa soggiorni con una durata media superiore a quella del turismo di affari;
- innalzamento della componente straniera, che sviluppa soggiorni di durata superiore a quella del turismo domestico.
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