IMU E LEGGE DI STABILITÀ, LE RICHIESTE DI COMUNE, ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA ECONOMICHE E SINDACATI
Il Comune di Bologna, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, le associazioni di categoria economiche Alleanza delle Cooperative Italiane–Bologna (Agci, Confcooperative, Legacoop), Ance, Confcommercio-Ascom, Camera di Commercio, Cna, Con...
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Il Comune di Bologna, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, le associazioni di categoria economiche Alleanza delle Cooperative Italiane–Bologna (Agci, Confcooperative, Legacoop), Ance, Confcommercio-Ascom, Camera di Commercio, Cna, Confartigianato, Confesercenti, Federalberghi, Unindustria si sono incontrati in diverse occasioni per illustrare ed affrontare le ultime novità del decreto legge 102 del 31 agosto 2013 e del d.d.l. di stabilità 2014-2016, con riferimento agli effetti che potranno avere, in particolare sul bilancio del Comune, nel 2013 e negli esercizi successivi. Al termine degli incontri è stata firmata una dichiarazione congiunta, presentata oggi in conferenza stampa dal Sindaco di Bologna Virginio Merola, dalla vicesindaco con delega al Bilancio Silvia Giannini e dai rappresentanti di sindacati e associazioni di categoria economiche.
Nel documento si chiede innanzitutto che l'onere dell'abolizione dell'IMU prima abitazione e delle altre agevolazioni ed esenzioni non sia scaricato sui Comuni, né nel 2013, né negli anni successivi. È infatti lo Stato che deve garantire il mancato gettito 2013, tenendo conto delle aliquote legittimamente stabilite dai Comuni. Inoltre per il 2014 e gli anni successivi, la nuova Tasi deve garantire potenzialità fiscali ai Comuni uguali a quelle esistenti in modo che non sia più onerosa dell'IMU abolita sulla prima abitazione. L'abolizione dell'IMU prima abitazione non deve dunque tradursi in oneri complessivamente di maggiore entità su cittadini e imprese.
I firmatari ritengono essenziale la difesa del welfare e dei servizi educativi, la manutenzione e il rilancio della città, il tutto in un'ottica di sussidiarietà. Tagli e incertezze impediscono un efficiente funzionamento dell'ente. Lo Stato deve delineare un quadro di certezza che non preveda ulteriori tagli, che stabilizzi le fonti di entrata dei Comuni e garantisca l'autonomia degli enti.
Altro punto tra le richieste la riduzione del carico fiscale sul lavoro e sulle imprese che investono e creano nuova occupazione a tempo indeterminato, con l’obiettivo specifico di rilanciare il potere d’ acquisto per i lavoratori e i pensionati ed incoraggiare investimenti e nuove assunzioni. A tale scopo si auspica una riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e sulle imprese e la piena deducibilità dell'IMU dal reddito di impresa.
Infine, il Patto di stabilità, che secondo i sottoscrittori va radicalmente rivisto. Deve essere un Patto che non penalizza la crescita, pur garantendo il rispetto dei vincoli comunitari. Per la salvaguardia dell'autonomia organizzativa e finanziaria degli enti, ogni altro vincolo diverso da quelli su indebitamento e debito, dovrebbe essere rimosso..
La dichiarazione congiunta:
"Il d.l. 102/2013 (legge 124/2013) contiene, fra l’altro, misure per l'abolizione dell'IMU sull'abitazione principale che comportano – qualora non dovessero trovare piena compensazione nei trasferimenti dallo Stato – sul bilancio del Comune di Bologna per il 2013, le seguenti conseguenze:
Una perdita di gettito effettivo di 63,5 milioni, corrispondente all'aliquota del 5 per mille sull'abitazione principale, approvata dal Consiglio Comunale;
Una perdita di gettito potenziale di circa 81 milioni, posto che l'aliquota massima applicabile all'IMU prima abitazione era il 6 per mille (ogni punto di IMU prima casa dal 4 al 6 per mille vale 17,4 milioni).
Sono inoltre previste, nel decreto, altre esenzioni IMU per terreni agricoli, fabbricati rurali, immobili costruiti da società per la vendita e ancora non venduti, né locati, immobili appartenenti alle cooperative a proprietà indivisa e immobili destinati all'Edilizia residenziale pubblica. La valutazione dell'impatto di queste ulteriori misure si aggira tra i 3 e i 5 milioni. Da segnalare, inoltre, che dal 2014 verranno esentati dall’IMU anche gli immobili destinati alla ricerca scientifica. Il Governo si è da subito impegnato a garantire ai Comuni le risorse corrispondenti al minor gettito derivante da queste misure. Tuttavia, per il 2013, non è al momento garantita neppure la piena copertura della prima rata, in quanto l'importo messo a disposizione (circa 2,3 miliardi a livello nazionale) fa riferimento all'acconto in base alle aliquote 2012, e non 2013. Dato il quadro incerto, il d.l. fa ulteriormente slittare a novembre 2013 i termini di presentazione dei bilanci preventivi 2013. Il d.d.l. di Stabilità, presentato alle Camere, a cui si rinviava per la copertura dell'abolizione della seconda rata IMU-prima abitazione (2013), nonché la copertura delle altre esenzioni concesse (ad esempio sugli immobili merce, per la seconda rata), rinvia ancora il problema. Fino ad ora è stata garantita ai Comuni solo la prima rata ad aliquote 2012 (per il Comune di Bologna 24 milioni di euro).
Con il d.l. 102 e il d.d.l. di Stabilità 2014 la Tares, introdotta per il 2013, al posto della Tarsu/Tia, viene nuovamente modificata, soprattutto per quanto riguarda la componente relativa allo svolgimento di servizi indivisibili (attualmente pari a 0,30 euro al mq con un gettito previsto di un miliardo, a livello nazionale, e per il 2013 ad esclusivo beneficio dello Stato).
La nuova tassa sui servizi, denominata Trise, sarà scomposta in due parti:
la Tari, per la copertura dei costi di smaltimento e raccolta dei rifiuti;
la Tasi, commisurata alla rendita o alla superficie degli immobili e a carico di tutti coloro che li utilizzano, siano essi proprietari o meno dell'immobile.
Il testo presentato dal Governo alle Camere, prevede, per la Tasi:
Un'aliquota base dell'1 per mille su tutti gli immobili, inclusi quelli strumentali alle attività produttive, con un tetto massimo del 2,5 per mille nel 2014 sulla prima abitazione (su cui si conferma l'abolizione dell'IMU) e del 11,6 per mille, inclusa l'IMU, per tutti gli altri immobili;
L'eliminazione di tutte le detrazioni (sia quella generale di 200 euro, sia quelle rapportate ai figli).
Per il Comune di Bologna, l'applicazione della normativa, così come prevista nel d.d.l. di stabilità, potrebbe comportare, per garantire gli equilibri di bilancio, la necessità di elevare al massimo l'aliquota Tasi sulla prima abitazione, e di applicare l'aliquota aggiuntiva Tasi dell'1 per mille su tutti gli altri immobili. La scomparsa delle detrazioni comporterebbe anche il pagamento della Tasi da parte di diversi proprietari di prima abitazione finora esclusi dal pagamento dell'IMU (circa 5.000 tenendo conto della sola detrazione di 200 euro).
A seguito di questi nuovi significativi cambiamenti, e valutato il rischio di pesanti ripercussioni che essi potrebbero avere sul bilancio del Comune di Bologna, sia sull'esercizio in corso, sia su quelli futuri, le parti convengono che sia necessario svolgere una decisa azione congiunta nei confronti del Governo, affinché vengano al più presto affrontate e risolte le seguenti questioni.
1) L'onere dell'abolizione dell'IMU prima abitazione e delle altre agevolazioni ed esenzioni non può essere scaricato sui Comuni, né nel 2013, né negli anni successivi. Lo Stato deve garantire il mancato gettito 2013, tenendo conto delle aliquote legittimamente stabilite dai Comuni. Per il 2014 e gli anni successivi, la Tasi deve garantire potenzialità fiscali ai Comuni uguali a quelle esistenti, grazie anche a nuovi trasferimenti dallo Stato, in modo da evitare che la Tasi sia più onerosa dell'IMU abolita sulla prima abitazione. Il miliardo stanziato in proposito dallo Stato non sembra sufficiente allo scopo e se anche lo fosse a livello aggregato, gli effetti sui singoli Comuni sono molto diversi, comportando situazioni di squilibrio difficilmente perequabili.
2) L'abolizione dell'IMU prima abitazione non deve tradursi in oneri complessivamente di maggiore entità sui cittadini e le imprese. La sua sostituzione con la Tasi deve essere più equa ed efficiente. Al contrario, la Tasi prevista dal d.d.l. di stabilità ha due effetti distorsivi e poco equi: da un lato, l'abolizione delle deduzioni dalla Tasi sulla prima abitazione (a differenza dell'IMU) colpisce di più le famiglie numerose che abitano in immobili con rendite relativamente modeste (ha dunque effetti regressivi); dall'altro, il minor onere del prelievo sui proprietari-prima abitazione, quelli relativamente più ricchi e in famiglie meno numerose, si scaricherà sugli affittuari, sulle imprese e sulle seconde case. Queste due distorsioni vanno corrette.
3) I ripetuti tagli di bilancio e l'incertezza che continua a riguardare in modo crescente e sempre meno giustificabile la natura e l'entità delle risorse in entrata dei bilanci dei Comuni, impediscono una tempestiva approvazione dei bilanci e una adeguata programmazione, nel rispetto delle priorità delle singole amministrazioni. Il Comune di Bologna ritiene essenziale la difesa del welfare e dei servizi educativi, la manutenzione e il rilancio della città, il tutto in un'ottica di sussidiarietà. Tagli e incertezze impediscono anche un efficiente funzionamento dell'ente, imponendo costi addizionali e ritardando soprattutto le spese in conto capitale, che sono il volano più importante della crescita economica e dell'occupazione. Lo Stato deve garantire un quadro di certezza che non preveda ulteriori tagli, che stabilizzi le fonti di entrata dei Comuni e garantisca l'autonomia degli enti. E' necessario tornare alla normalità, consentendo l'approvazione dei bilanci di previsione entro l'esercizio precedente a quello a cui si riferiscono.
4) Il perdurare della crisi, congiuntamente alla presenza, soprattutto in altri paesi UE, di alcuni segnali di ripresa, rende sempre più urgente la definizione di politiche atte a ridurre il carico fiscale sul lavoro e sulle imprese che investono e creano nuova occupazione a tempo indeterminato, con l’obiettivo specifico di rilanciare il potere d’ acquisto per i lavoratori e i pensionati ed incoraggiare investimenti e nuove assunzioni.
A queste finalità deve essere prioritariamente rivolto ogni intervento di riduzione del carico fiscale. A tale scopo si auspica: a) un intervento più rilevante di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e sulle imprese, in modo da rilanciare l'occupazione; b) la piena deducibilità dell'IMU dal reddito di impresa, attualmente prevista, dal d.d.l. di stabilità, solamente nella misura del 20 per cento.
5) Il Patto di stabilità va radicalmente rivisto, in modo da renderlo coerente con le norme e le regole contabili comunitarie, trasparente nella ripartizione dell'aggiustamento a cui sono chiamati i diversi enti della PA, e negli spazi di indebitamento consentiti per opere di investimento. Deve essere un Patto che non penalizza la crescita, pur garantendo il rispetto dei vincoli comunitari. Per la salvaguardia dell'autonomia organizzativa e finanziaria degli enti, ogni altro vincolo, diverso da quelli su indebitamento e debito, dovrebbe essere rimosso. Le modifiche introdotte nelle regole del Patto con il d.l. 102 e il d.d.l. di stabilità sono un primo passo ancora non sufficiente per consentire una ripresa degli investimenti a livello locale. Vanno inoltre meglio definiti i criteri di ripartizione degli spazi aggiuntivi consentiti ai Comuni, in modo da privilegiare i Comuni più virtuosi.
Le parti, vista l’importanza del risarcimento delle vittime del terrorismo, chiedono al Governo di mantenere gli impegni assunti, di modificare la legge 206 e la legge 243 del 2004 per consentire alle famiglie delle vittime del terrorismo di ricevere il giusto riconoscimento di tutti i diritti.
Le parti convengono sulla necessità di azioni comuni per sensibilizzare l’opinione pubblica e tutte le forze sociali ed economiche al fine di fare pressione sul Governo e sul Parlamento per il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati".
In allegato la dichiarazione congiunta.
Nel documento si chiede innanzitutto che l'onere dell'abolizione dell'IMU prima abitazione e delle altre agevolazioni ed esenzioni non sia scaricato sui Comuni, né nel 2013, né negli anni successivi. È infatti lo Stato che deve garantire il mancato gettito 2013, tenendo conto delle aliquote legittimamente stabilite dai Comuni. Inoltre per il 2014 e gli anni successivi, la nuova Tasi deve garantire potenzialità fiscali ai Comuni uguali a quelle esistenti in modo che non sia più onerosa dell'IMU abolita sulla prima abitazione. L'abolizione dell'IMU prima abitazione non deve dunque tradursi in oneri complessivamente di maggiore entità su cittadini e imprese.
I firmatari ritengono essenziale la difesa del welfare e dei servizi educativi, la manutenzione e il rilancio della città, il tutto in un'ottica di sussidiarietà. Tagli e incertezze impediscono un efficiente funzionamento dell'ente. Lo Stato deve delineare un quadro di certezza che non preveda ulteriori tagli, che stabilizzi le fonti di entrata dei Comuni e garantisca l'autonomia degli enti.
Altro punto tra le richieste la riduzione del carico fiscale sul lavoro e sulle imprese che investono e creano nuova occupazione a tempo indeterminato, con l’obiettivo specifico di rilanciare il potere d’ acquisto per i lavoratori e i pensionati ed incoraggiare investimenti e nuove assunzioni. A tale scopo si auspica una riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e sulle imprese e la piena deducibilità dell'IMU dal reddito di impresa.
Infine, il Patto di stabilità, che secondo i sottoscrittori va radicalmente rivisto. Deve essere un Patto che non penalizza la crescita, pur garantendo il rispetto dei vincoli comunitari. Per la salvaguardia dell'autonomia organizzativa e finanziaria degli enti, ogni altro vincolo diverso da quelli su indebitamento e debito, dovrebbe essere rimosso..
La dichiarazione congiunta:
"Il d.l. 102/2013 (legge 124/2013) contiene, fra l’altro, misure per l'abolizione dell'IMU sull'abitazione principale che comportano – qualora non dovessero trovare piena compensazione nei trasferimenti dallo Stato – sul bilancio del Comune di Bologna per il 2013, le seguenti conseguenze:
Una perdita di gettito effettivo di 63,5 milioni, corrispondente all'aliquota del 5 per mille sull'abitazione principale, approvata dal Consiglio Comunale;
Una perdita di gettito potenziale di circa 81 milioni, posto che l'aliquota massima applicabile all'IMU prima abitazione era il 6 per mille (ogni punto di IMU prima casa dal 4 al 6 per mille vale 17,4 milioni).
Sono inoltre previste, nel decreto, altre esenzioni IMU per terreni agricoli, fabbricati rurali, immobili costruiti da società per la vendita e ancora non venduti, né locati, immobili appartenenti alle cooperative a proprietà indivisa e immobili destinati all'Edilizia residenziale pubblica. La valutazione dell'impatto di queste ulteriori misure si aggira tra i 3 e i 5 milioni. Da segnalare, inoltre, che dal 2014 verranno esentati dall’IMU anche gli immobili destinati alla ricerca scientifica. Il Governo si è da subito impegnato a garantire ai Comuni le risorse corrispondenti al minor gettito derivante da queste misure. Tuttavia, per il 2013, non è al momento garantita neppure la piena copertura della prima rata, in quanto l'importo messo a disposizione (circa 2,3 miliardi a livello nazionale) fa riferimento all'acconto in base alle aliquote 2012, e non 2013. Dato il quadro incerto, il d.l. fa ulteriormente slittare a novembre 2013 i termini di presentazione dei bilanci preventivi 2013. Il d.d.l. di Stabilità, presentato alle Camere, a cui si rinviava per la copertura dell'abolizione della seconda rata IMU-prima abitazione (2013), nonché la copertura delle altre esenzioni concesse (ad esempio sugli immobili merce, per la seconda rata), rinvia ancora il problema. Fino ad ora è stata garantita ai Comuni solo la prima rata ad aliquote 2012 (per il Comune di Bologna 24 milioni di euro).
Con il d.l. 102 e il d.d.l. di Stabilità 2014 la Tares, introdotta per il 2013, al posto della Tarsu/Tia, viene nuovamente modificata, soprattutto per quanto riguarda la componente relativa allo svolgimento di servizi indivisibili (attualmente pari a 0,30 euro al mq con un gettito previsto di un miliardo, a livello nazionale, e per il 2013 ad esclusivo beneficio dello Stato).
La nuova tassa sui servizi, denominata Trise, sarà scomposta in due parti:
la Tari, per la copertura dei costi di smaltimento e raccolta dei rifiuti;
la Tasi, commisurata alla rendita o alla superficie degli immobili e a carico di tutti coloro che li utilizzano, siano essi proprietari o meno dell'immobile.
Il testo presentato dal Governo alle Camere, prevede, per la Tasi:
Un'aliquota base dell'1 per mille su tutti gli immobili, inclusi quelli strumentali alle attività produttive, con un tetto massimo del 2,5 per mille nel 2014 sulla prima abitazione (su cui si conferma l'abolizione dell'IMU) e del 11,6 per mille, inclusa l'IMU, per tutti gli altri immobili;
L'eliminazione di tutte le detrazioni (sia quella generale di 200 euro, sia quelle rapportate ai figli).
Per il Comune di Bologna, l'applicazione della normativa, così come prevista nel d.d.l. di stabilità, potrebbe comportare, per garantire gli equilibri di bilancio, la necessità di elevare al massimo l'aliquota Tasi sulla prima abitazione, e di applicare l'aliquota aggiuntiva Tasi dell'1 per mille su tutti gli altri immobili. La scomparsa delle detrazioni comporterebbe anche il pagamento della Tasi da parte di diversi proprietari di prima abitazione finora esclusi dal pagamento dell'IMU (circa 5.000 tenendo conto della sola detrazione di 200 euro).
A seguito di questi nuovi significativi cambiamenti, e valutato il rischio di pesanti ripercussioni che essi potrebbero avere sul bilancio del Comune di Bologna, sia sull'esercizio in corso, sia su quelli futuri, le parti convengono che sia necessario svolgere una decisa azione congiunta nei confronti del Governo, affinché vengano al più presto affrontate e risolte le seguenti questioni.
1) L'onere dell'abolizione dell'IMU prima abitazione e delle altre agevolazioni ed esenzioni non può essere scaricato sui Comuni, né nel 2013, né negli anni successivi. Lo Stato deve garantire il mancato gettito 2013, tenendo conto delle aliquote legittimamente stabilite dai Comuni. Per il 2014 e gli anni successivi, la Tasi deve garantire potenzialità fiscali ai Comuni uguali a quelle esistenti, grazie anche a nuovi trasferimenti dallo Stato, in modo da evitare che la Tasi sia più onerosa dell'IMU abolita sulla prima abitazione. Il miliardo stanziato in proposito dallo Stato non sembra sufficiente allo scopo e se anche lo fosse a livello aggregato, gli effetti sui singoli Comuni sono molto diversi, comportando situazioni di squilibrio difficilmente perequabili.
2) L'abolizione dell'IMU prima abitazione non deve tradursi in oneri complessivamente di maggiore entità sui cittadini e le imprese. La sua sostituzione con la Tasi deve essere più equa ed efficiente. Al contrario, la Tasi prevista dal d.d.l. di stabilità ha due effetti distorsivi e poco equi: da un lato, l'abolizione delle deduzioni dalla Tasi sulla prima abitazione (a differenza dell'IMU) colpisce di più le famiglie numerose che abitano in immobili con rendite relativamente modeste (ha dunque effetti regressivi); dall'altro, il minor onere del prelievo sui proprietari-prima abitazione, quelli relativamente più ricchi e in famiglie meno numerose, si scaricherà sugli affittuari, sulle imprese e sulle seconde case. Queste due distorsioni vanno corrette.
3) I ripetuti tagli di bilancio e l'incertezza che continua a riguardare in modo crescente e sempre meno giustificabile la natura e l'entità delle risorse in entrata dei bilanci dei Comuni, impediscono una tempestiva approvazione dei bilanci e una adeguata programmazione, nel rispetto delle priorità delle singole amministrazioni. Il Comune di Bologna ritiene essenziale la difesa del welfare e dei servizi educativi, la manutenzione e il rilancio della città, il tutto in un'ottica di sussidiarietà. Tagli e incertezze impediscono anche un efficiente funzionamento dell'ente, imponendo costi addizionali e ritardando soprattutto le spese in conto capitale, che sono il volano più importante della crescita economica e dell'occupazione. Lo Stato deve garantire un quadro di certezza che non preveda ulteriori tagli, che stabilizzi le fonti di entrata dei Comuni e garantisca l'autonomia degli enti. E' necessario tornare alla normalità, consentendo l'approvazione dei bilanci di previsione entro l'esercizio precedente a quello a cui si riferiscono.
4) Il perdurare della crisi, congiuntamente alla presenza, soprattutto in altri paesi UE, di alcuni segnali di ripresa, rende sempre più urgente la definizione di politiche atte a ridurre il carico fiscale sul lavoro e sulle imprese che investono e creano nuova occupazione a tempo indeterminato, con l’obiettivo specifico di rilanciare il potere d’ acquisto per i lavoratori e i pensionati ed incoraggiare investimenti e nuove assunzioni.
A queste finalità deve essere prioritariamente rivolto ogni intervento di riduzione del carico fiscale. A tale scopo si auspica: a) un intervento più rilevante di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e sulle imprese, in modo da rilanciare l'occupazione; b) la piena deducibilità dell'IMU dal reddito di impresa, attualmente prevista, dal d.d.l. di stabilità, solamente nella misura del 20 per cento.
5) Il Patto di stabilità va radicalmente rivisto, in modo da renderlo coerente con le norme e le regole contabili comunitarie, trasparente nella ripartizione dell'aggiustamento a cui sono chiamati i diversi enti della PA, e negli spazi di indebitamento consentiti per opere di investimento. Deve essere un Patto che non penalizza la crescita, pur garantendo il rispetto dei vincoli comunitari. Per la salvaguardia dell'autonomia organizzativa e finanziaria degli enti, ogni altro vincolo, diverso da quelli su indebitamento e debito, dovrebbe essere rimosso. Le modifiche introdotte nelle regole del Patto con il d.l. 102 e il d.d.l. di stabilità sono un primo passo ancora non sufficiente per consentire una ripresa degli investimenti a livello locale. Vanno inoltre meglio definiti i criteri di ripartizione degli spazi aggiuntivi consentiti ai Comuni, in modo da privilegiare i Comuni più virtuosi.
Le parti, vista l’importanza del risarcimento delle vittime del terrorismo, chiedono al Governo di mantenere gli impegni assunti, di modificare la legge 206 e la legge 243 del 2004 per consentire alle famiglie delle vittime del terrorismo di ricevere il giusto riconoscimento di tutti i diritti.
Le parti convengono sulla necessità di azioni comuni per sensibilizzare l’opinione pubblica e tutte le forze sociali ed economiche al fine di fare pressione sul Governo e sul Parlamento per il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati".
In allegato la dichiarazione congiunta.
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