Comunicati stampa

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CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MIRCO PIERALISI (AmeliaPerBO) SUL REFERENDUM SUL FINANZIAMENTO COMUNALE ALLE SCUOLE PARITARIE


Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (AmeliaPerBo) sull'ipotesi di accorpamento del referendum sul finanziamento comunale alle scuole paritarie.

"Nello spendere le ultime parole a favore di una...

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Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (AmeliaPerBo) sull'ipotesi di accorpamento del referendum sul finanziamento comunale alle scuole paritarie.

"Nello spendere le ultime parole a favore di una ragionevole soluzione politica in senso partecipativo alla richiesta di accorpamento del referendum consultivo con le elezioni politiche voglio partire da un punto che va chiarito per evitare qualsiasi più o meno interessato fraintendimento. In nessun caso la nostra richiesta nasce da ragioni congiunturali di tipo elettoralistico per rimarcare differenze tra una componente o l'altra dello schieramento di centro sinistra, se non altro perché l'ipotetico elettore della "sinistra indecisa" non scopre certo oggi che per noi la consultazione dei cittadini sul finanziamento delle scuole paritarie private andava fatta nelle condizioni migliori possibili di partecipazione, così come da tempo sono note le nostre politiche e personali battaglie di questi anni per la difesa intransigente della scuola pubblica comunale e statale in presenza di governi diversamente colorati. L'ipotetico elettore indeciso, sul tema della scuola, potrà trovare la conferma puntuale delle nostre posizioni, oggi, domani e nei prossimi anni. Quindi stiamo nel merito senza temere un sereno confronto tra sensibilità e idee diverse.
Il merito della questione dal punto di vista delle norme che disciplinano l'istituto del referendum consultivo è riassunto nelle tesi del Segretario Generale e nelle controdeduzioni di due giuristi bolognesi. Ritengo autorevoli e fondate entrambe le posizioni ma mi permetto di ritenere più profonde e convincenti le argomentazioni dei due giuristi basate su una legge nazionale successiva allo Statuto del Comune di Bologna, che per altro non è stato adeguato in questi 13 anni per responsabilità o volontà politiche ampiamente distribuite. In ogni caso una diversa valutazione delle norme lascia più spazio ad un'interpretazione che il Sindaco avrebbe potuto dare e a una decisione che avrebbe potuto prendere tenendo conto dell'obiettivo più importante, che è, indipendentemente dal risultato tutt'altro che scontato della consultazione, quello di favorire il massimo di partecipazione dei cittadini, tema per altro su cui ha spesso speso parole importanti.
Abbiamo auto una buona opportunità ma non abbiamo saputo coglierla. La questione non riguarda solo l'ultimo atto, quello dell'intervento del Sindaco, ma l'intero lavoro dei e del Consiglio Comunale in questi anni.
Come è noto, in tantissimi paesi con tradizioni democratiche e regole diverse, la coincidenza di consultazioni referendarie con scadenze elettorali di varia natura è diffusissima ed abbiamo avuto, anche da noi, alcuni primi esempi significativi in Sardegna il 15/16 maggio 2011, con la coincidenza di elezioni in alcune province e un referendum regionale, mentre a Milano si realizzò nel 2011 l'accorpamento di referendum nazionali e referendum consultivi locali. La stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in Consiglio non ha nemmeno avviato una discussione sulla modifica dello statuto e di alcune norme relative alla partecipazione. Eppure, mi viene da dire, la coincidenza tra elezioni e referendum (per giunta consultivi!) non può certo essere un dramma per i cittadini e in teoria non dovrebbe esserlo neanche per i partiti.
Ora però dovrebbe essere chiara una cosa, nei mesi che ci separano dal referendum, che noi chiediamo venga fissato il prima possibile. Le forze politiche esporranno nella maniera più schietta e puntuale le loro posizioni nel merito del finanziamento comunale alla scuole private paritarie ma devono essere consapevoli che si dovranno misurare sul risultato effettivo del referendum consultivo e non potranno trincerarsi dietro un'eventuale minore affluenza rispetto alle fisiologiche scadenze elettorali, soprattutto dopo aver ignorato gli appelli a creare le condizioni migliori per una presa di parola che andasse ben al di là di quella parte della popolazione direttamente interessata al tema specifico indicato dal referendum. Se mi passate un'espressione oggi spesso usata impropriamente, si sono dimostrati più "coraggiosi" i referendari nella richiesta di tenere la consultazione insieme alle elezioni sapendo che la grande maggioranza dei partiti avrebbe dato indicazioni di voto contrarie a quelle dei promotori".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:18
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