CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE ALDROVANDI (BO2016) SUL CABLAGGIO IN FIBRA OTTICA DELLA CITTA'
Si trasmette il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi (Bo2016) sul cablaggio in fibra ottica della città.
"Ricordo che nel corso della discussione del bilancio preventivo del Comune di Bologna e del polienna...
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Si trasmette il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi (Bo2016) sul cablaggio in fibra ottica della città.
"Ricordo che nel corso della discussione del bilancio preventivo del Comune di Bologna e del poliennale 2012/2014, tra le altre critiche, rilevavo come il Sindaco non prevedesse una valorizzazione adeguata dell’immenso patrimonio comunale, e, all’interno di esso, delle infrastrutture esistenti indicando una via possibile, quella della costituzione di una società mista per il cablaggio in fibra ottica della città
Ricordavo allora come Hera avesse versato oltre 20 milioni di euro negli ultimi 10 anni in base ad una vecchia ipotesi di valorizzazione .
L'associazione Bologna 2016 inoltre ha, all’interno del PSM (Piano Strategico Comunale), presentato un progetto che prevede la via della società mista, un progetto ideato dal professor Enrico Petazzoni, indicando anche i principali elementi di un piano finanziario, con possibili ritorni economici per il Comune di circa 7 milioni di euro per 50 anni.
Ora con soddisfazione apprendiamo che il Sindaco ed il suo staff hanno lanciato la stessa idea . La soddisfazione si ferma qui.
Non siamo certamente soddisfatti del fatto che non sia stata in alcun modo citata l’origine di questa idea e noto un po' di confusione tra banda larga e cablaggio in fibra, pazienza.
Ma il problema non è questo. Non credo che alla mia età si debba ancora dimostrare qualcosa avendo concretamente realizzato tanti progetti, casomai il problema è di altri.
Il progetto è sfidante ma complesso, prevede grandi opportunità, ma anche grandi complessità. Vanno ricercati, in una sfida competitiva, partner finanziari dal momento che il progetto deve necessariamente trovare capitale privato.
Gli operatori finanziari con i quali necessariamente occorrerà trattare, sono evoluti, strutturati ed organizzati: una trattativa competitiva per la citata “società mista” occorre venga fatta utilizzando competenze complesse, sia di tipo tecnologico, che amministrative che legali e finanziarie, delle quali non troviamo alcuna presenza ad adeguato livello nelle attuali strutture comunali, che, come si dice “sono andate in buca” in un progetto sostanzialmente più semplice come il Civis, oppure hanno partorito un topolino, per citare la Fondazione Cineteca.
La riprova di ciò è che, nel citato Piano poliennale, nulla si diceva di questa opportunità, a riprova delle conoscenze che non ne permettevano neanche l’ideazione se altri non ne avessero fornito lo spunto.
Un progetto simile deve coinvolgere veramente la Città, non nel solito gioco di chi realizzerà i lavori ma di coloro i quali siano in grado di generare il vero valore aggiunto come questa sfida necessita.
La grande infrastruttura di cui la città può dotarsi richiede grande condivisione dentro e fuori il Comune: perché si faccia davvero ed in maniera diffusa ed uguale per tutti, e non come dicono Gamberale e Bassanini, senza le resistenze che nasceranno dai condomini, dai comitati dei cittadini, dalle diverse istituzioni, senza le contrapposizioni politiche che bloccheranno i lavori ad ogni piè sospinto.
Perché la consapevolezza comune di creare la più importante opera di modernizzazione del nostro tempo ci faccia superare i meschini egoismi che continuano ad affiorare e la facciano diventare la base infrastrutturale per una trasformazione profonda della nostra economia, oltre le scarse comprensioni che ancora la avvolgono.
Eccoci di fronte ad un bivio: o cogliere questa occasione per creare una vera ricchezza per Bologna, oppure fare una cosa minimale di immagine che favorirà l’arricchimento di altri. Se il buon giorno si vede dal mattino, la seconda via pare certa".
"Ricordo che nel corso della discussione del bilancio preventivo del Comune di Bologna e del poliennale 2012/2014, tra le altre critiche, rilevavo come il Sindaco non prevedesse una valorizzazione adeguata dell’immenso patrimonio comunale, e, all’interno di esso, delle infrastrutture esistenti indicando una via possibile, quella della costituzione di una società mista per il cablaggio in fibra ottica della città
Ricordavo allora come Hera avesse versato oltre 20 milioni di euro negli ultimi 10 anni in base ad una vecchia ipotesi di valorizzazione .
L'associazione Bologna 2016 inoltre ha, all’interno del PSM (Piano Strategico Comunale), presentato un progetto che prevede la via della società mista, un progetto ideato dal professor Enrico Petazzoni, indicando anche i principali elementi di un piano finanziario, con possibili ritorni economici per il Comune di circa 7 milioni di euro per 50 anni.
Ora con soddisfazione apprendiamo che il Sindaco ed il suo staff hanno lanciato la stessa idea . La soddisfazione si ferma qui.
Non siamo certamente soddisfatti del fatto che non sia stata in alcun modo citata l’origine di questa idea e noto un po' di confusione tra banda larga e cablaggio in fibra, pazienza.
Ma il problema non è questo. Non credo che alla mia età si debba ancora dimostrare qualcosa avendo concretamente realizzato tanti progetti, casomai il problema è di altri.
Il progetto è sfidante ma complesso, prevede grandi opportunità, ma anche grandi complessità. Vanno ricercati, in una sfida competitiva, partner finanziari dal momento che il progetto deve necessariamente trovare capitale privato.
Gli operatori finanziari con i quali necessariamente occorrerà trattare, sono evoluti, strutturati ed organizzati: una trattativa competitiva per la citata “società mista” occorre venga fatta utilizzando competenze complesse, sia di tipo tecnologico, che amministrative che legali e finanziarie, delle quali non troviamo alcuna presenza ad adeguato livello nelle attuali strutture comunali, che, come si dice “sono andate in buca” in un progetto sostanzialmente più semplice come il Civis, oppure hanno partorito un topolino, per citare la Fondazione Cineteca.
La riprova di ciò è che, nel citato Piano poliennale, nulla si diceva di questa opportunità, a riprova delle conoscenze che non ne permettevano neanche l’ideazione se altri non ne avessero fornito lo spunto.
Un progetto simile deve coinvolgere veramente la Città, non nel solito gioco di chi realizzerà i lavori ma di coloro i quali siano in grado di generare il vero valore aggiunto come questa sfida necessita.
La grande infrastruttura di cui la città può dotarsi richiede grande condivisione dentro e fuori il Comune: perché si faccia davvero ed in maniera diffusa ed uguale per tutti, e non come dicono Gamberale e Bassanini, senza le resistenze che nasceranno dai condomini, dai comitati dei cittadini, dalle diverse istituzioni, senza le contrapposizioni politiche che bloccheranno i lavori ad ogni piè sospinto.
Perché la consapevolezza comune di creare la più importante opera di modernizzazione del nostro tempo ci faccia superare i meschini egoismi che continuano ad affiorare e la facciano diventare la base infrastrutturale per una trasformazione profonda della nostra economia, oltre le scarse comprensioni che ancora la avvolgono.
Eccoci di fronte ad un bivio: o cogliere questa occasione per creare una vera ricchezza per Bologna, oppure fare una cosa minimale di immagine che favorirà l’arricchimento di altri. Se il buon giorno si vede dal mattino, la seconda via pare certa".