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CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DELLA CONSIGLIERA MIRKA COCCONCELLI (LEGA NORD) SU "MONTE DEI PASCHI DI SIENA E COSTITUZIONE"


Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta della consigliera Mirka Cococncelli (Lega nord) su "Monte dei Paschi di Siena e Costituzione"

“L’articolo 54 della costituzione italiana, secondo comma: i cittadini cui so...

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Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta della consigliera Mirka Cococncelli (Lega nord) su "Monte dei Paschi di Siena e Costituzione"

L’articolo 54 della costituzione italiana, secondo comma: i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore.
Siamo al disastro totale, dov’è finito l’onore, la coscienza morale di chi amministra la Res pubblica, siamo ancora capaci di distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male? Sembra che questi boiardi di stato, padroni dell’economia e della finanza abbiano perso ogni freno inibitore, ogni baluardo etico. Il potere economico ha fagocitato il potere politico.
Settimo non rubare, né fare appropriazione indebita, né falso in bilancio e, dato che è venuto meno il settimo comandamento, e premesso che i tribunali dello stato non funzionano, dove sono finiti i tribunali della coscienza. Questa società così com’è strutturata non riesce a fermare la corruzione che serpeggia in ogni settore del vivere civile e si è infiltrata come una metastasi in ogni strato sociale. Me li ricordo bene certi soloni che, solo un anno fa guardavano la pagliuzza negli occhi leghisti, non considerando la trave presente nei loro!
Abbiamo approvato un fiscal compact che ci impone di trovare, per 20 anni, ogni anno 40-50 mld di euro per restituire il debito enorme che abbiamo contratto e Monti si è permesso di elargire 3.9 mld di euro ad una banca? Il potere finanziario è in pieno delirio di onnipotenza e chi ne fa le spese siamo noi cittadini/sudditi. Poi mi si dice che non ci sono soldi per gli esodati? Questa politica dei tecnici ha miseramente fallito:
- 3 milioni di disoccupati, record storico,
- 300.000/400.000 esodati rimasti senza lavoro e senza pensione, per non parlare dei terremotati emiliani senza fondi per la ricostruzione,
- la 13 esima che è servita per pagare l’Imu, che è servita per salvare Mps,
- i capitali che continuano a fuggire,
- lo smantellamento lento e progressivo sia dello stato sociale che del tessuto industriale, a favore del governo delle banche.
Questo governo dei tecnici è stato il peggior governo del dopoguerra, in quanto si è prefissato di raggiungere un ipotetico pareggio di bilancio solo attraverso il sacrificio dei ceti medio-bassi e delle piccole e medie imprese, ossia del vero tessuto economico e produttivo del nostro paese.
Questa crisi è iniziata negli anni ‘70, quando le banche hanno iniziato ad accapararsi la fetta maggiore della ricchezza mondiale. All’inizio del secolo ne controllavano appena il 4/5 % e oggi quasi la metà. Parecchie banche sono gonfie di liquidità che non immettono nell’economia reale, aspettando di accaparrarsi tutto ciò che gli stati saranno costretti a dismettere, per rientrare dai debiti contratti e ne faranno puro business, dalla sanità, alla scuola, alla previdenza.
Sarebbe indispensabile tornare a finanziare l’economia reale, abolire l’assurdo vincolo di bilancio, basta con la ricchezza di “carta”, una ricchezza effimera, mai prodotta e ora sparita. Non può esistere una crescita infinita in un mondo finito, basta con l’ossessiva dittatura della crescita finanziaria fine a se stessa, prima o poi bisognerà fermarsi e riportare l’economia ad una dimensione più a misura d’uomo; in una parola alla localizzazione economica, dove piccolo non è sinonimo di scarso o carente. Puntare sull’economia locale per ripristinare il giusto equilibrio tra business e umanità. E’ assurdo che siano le banche e le multinazionali a formare l’identità delle persone e dei popoli, ecco perché non credo alla globalizzazione dell’economia ed alla deregulation ed il futuro sarà il ripristino di regole e paletti per i mercati finanziari. Nell’epoca del trionfo di una neo-lingua economica infarcita di termini quali pil, spread, default, derivati voglio il ritorno alla mia eredità culturale, che è il capitale maggiore per descrivere il pensiero, la cultura, la storia, il gusto della mia gente. Voglio che si ritorni al patrimonio del manifatturiero, della creatività, della cultura, che è vero che cresce e decresce, ma non affonderà mai, a differenza della caducità del patrimonio economico/finanziario che è e sarà sempre effimero!".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:18
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