CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE LORENZO CIPRIANI (AMELIA PER BO) SUL REFERENDUM SUI TDAYS
Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Lorenzo Cipriani (Amelia per Bo) sulla decisione della Lega Nord di costituire un comitato promotore di un referendum sui Tdays.
"La notizia della decisione della Lega Nord...
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Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Lorenzo Cipriani (Amelia per Bo) sulla decisione della Lega Nord di costituire un comitato promotore di un referendum sui Tdays.
"La notizia della decisione della Lega Nord di costituire un comitato promotore di un referendum sui Tdays, contrariamente a quanto si possa pensare, è una notizia che accolgo con favore.
Ammesso e non concesso che il quesito possa superare il vaglio del comitato dei garanti, istituzione che rispetto e di cui accetterò, senza commentare, qualunque decisione in merito, sono convinto infatti che i cittadini bolognesi, chiamati al voto, sarebbero i primi a confermare con forza l'impostazione ambientale e civica che questa amministrazione ha dato, imprimendo un'impronta pedonale forte a una città che, negli anni, è stata oggetto di una vera e propria invasione del traffico privato a dispetto di quelle che erano le scelte dei bolognesi, ratificate da un referendum che risale a troppi anni fa.
Ma non è solo la fiducia nel buon senso dei bolognesi e nella scelta pedonale che questa amministrazione ha fatto e farà che mi fa guardare con favore alla presentazione di un referendum consultivo come annunciato alla stampa dal collega Bernardini. Sono altresì favorevole alla sua richiesta di accorpare l'eventuale referendum a quello, già dichiarato ammissibile sulla destinazione dei fondi pubblici per l'istruzione.
Da noi, consigliere Bernardini, lei non sentirà parlare di spreco di soldi pubblici, frase ahimè abusata nelle repliche, tutte straordinariamente ideologiche, che taluni hanno fatto per cercare di contrastare le oggettivamente più che ragionevoli affermazioni dei promotori del referendum sulle scuole. Da noi, lei non vedrà costituzioni di comitati di pubblica disinformazione come quello magistralmente ideato dal collega Tommasini per il quesito sulle scuole.
Lei sentirà solo parole di rispetto verso lo Statuto del Comune di Bologna, che istituisce, all'interno del Titolo II (istituti di partecipazione), lo strumento del referendum consultivo come una delle forme ammissibili di partecipazione diretta dei cittadini alla vita pubblica della nostra comunità, uno di quegli strumenti avanzati che altri comuni non hanno e che spesso hanno fatto parlare di Bologna come uno dei comuni italiani più avanzati sotto questo aspetto.
Perché non è mai sbagliato coinvolgere i cittadini nel dibattito pubblico che ci vede protagonisti: prima di tutto perché noi siamo qui a rappresentare questi cittadini e dobbiamo mettere in conto che a volte le nostre decisioni, pur prese in buona fede e nella consapevolezza di stare dalla parte del giusto, possono invece andare in contrasto con chi vive la nostra comunità e si aspetta da noi altri tipi di decisioni.
Non è mai sbagliato chiedere alla città un'opinione o chiamare alla partecipazione attiva i bolognesi: aiuta, anzi, a diminuire quel gap, quella discrepanza, quello iato sempre più evidente tra i cittadini e le istituzioni, distanza che può solo aumentare se quegli strumenti di partecipazione, formalmente concessi dal regolamento principe della nostra comunità, vengono poi nei fatti ostacolati da quelle Istituzioni e quei corpi intermedi che pure li hanno voluti e se ne sono fatti vanto.
Perciò, buona fortuna. Certamente credete di stare nel giusto nel promuovere questo referendum e chiaramente vi affidate a uno strumento che un comune avanzato come Bologna mette a disposizione dei cittadini: se il vostro quesito fosse ammesso, sarebbe un piacere vederlo accorpato a quello sulle scuole, in una giornata di grande partecipazione popolare che farà parlare gli italiani di Bologna città della partecipazione e della democrazia diretta".
"La notizia della decisione della Lega Nord di costituire un comitato promotore di un referendum sui Tdays, contrariamente a quanto si possa pensare, è una notizia che accolgo con favore.
Ammesso e non concesso che il quesito possa superare il vaglio del comitato dei garanti, istituzione che rispetto e di cui accetterò, senza commentare, qualunque decisione in merito, sono convinto infatti che i cittadini bolognesi, chiamati al voto, sarebbero i primi a confermare con forza l'impostazione ambientale e civica che questa amministrazione ha dato, imprimendo un'impronta pedonale forte a una città che, negli anni, è stata oggetto di una vera e propria invasione del traffico privato a dispetto di quelle che erano le scelte dei bolognesi, ratificate da un referendum che risale a troppi anni fa.
Ma non è solo la fiducia nel buon senso dei bolognesi e nella scelta pedonale che questa amministrazione ha fatto e farà che mi fa guardare con favore alla presentazione di un referendum consultivo come annunciato alla stampa dal collega Bernardini. Sono altresì favorevole alla sua richiesta di accorpare l'eventuale referendum a quello, già dichiarato ammissibile sulla destinazione dei fondi pubblici per l'istruzione.
Da noi, consigliere Bernardini, lei non sentirà parlare di spreco di soldi pubblici, frase ahimè abusata nelle repliche, tutte straordinariamente ideologiche, che taluni hanno fatto per cercare di contrastare le oggettivamente più che ragionevoli affermazioni dei promotori del referendum sulle scuole. Da noi, lei non vedrà costituzioni di comitati di pubblica disinformazione come quello magistralmente ideato dal collega Tommasini per il quesito sulle scuole.
Lei sentirà solo parole di rispetto verso lo Statuto del Comune di Bologna, che istituisce, all'interno del Titolo II (istituti di partecipazione), lo strumento del referendum consultivo come una delle forme ammissibili di partecipazione diretta dei cittadini alla vita pubblica della nostra comunità, uno di quegli strumenti avanzati che altri comuni non hanno e che spesso hanno fatto parlare di Bologna come uno dei comuni italiani più avanzati sotto questo aspetto.
Perché non è mai sbagliato coinvolgere i cittadini nel dibattito pubblico che ci vede protagonisti: prima di tutto perché noi siamo qui a rappresentare questi cittadini e dobbiamo mettere in conto che a volte le nostre decisioni, pur prese in buona fede e nella consapevolezza di stare dalla parte del giusto, possono invece andare in contrasto con chi vive la nostra comunità e si aspetta da noi altri tipi di decisioni.
Non è mai sbagliato chiedere alla città un'opinione o chiamare alla partecipazione attiva i bolognesi: aiuta, anzi, a diminuire quel gap, quella discrepanza, quello iato sempre più evidente tra i cittadini e le istituzioni, distanza che può solo aumentare se quegli strumenti di partecipazione, formalmente concessi dal regolamento principe della nostra comunità, vengono poi nei fatti ostacolati da quelle Istituzioni e quei corpi intermedi che pure li hanno voluti e se ne sono fatti vanto.
Perciò, buona fortuna. Certamente credete di stare nel giusto nel promuovere questo referendum e chiaramente vi affidate a uno strumento che un comune avanzato come Bologna mette a disposizione dei cittadini: se il vostro quesito fosse ammesso, sarebbe un piacere vederlo accorpato a quello sulle scuole, in una giornata di grande partecipazione popolare che farà parlare gli italiani di Bologna città della partecipazione e della democrazia diretta".