Comunicati stampa

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CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE BENEDETTO ZACCHIROLI (PD) SU CASO ALDROVANDI E TORTURA


Si trasmette il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Benedetto Zacchiroli (PD) sul caso di Federico Aldrovandi e la tortura

"Nelle scorse settimane vi sono due date nelle quali la Corte di Cassazione ha messo fine a due proces...

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Si trasmette il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Benedetto Zacchiroli (PD) sul caso di Federico Aldrovandi e la tortura

"Nelle scorse settimane vi sono due date nelle quali la Corte di Cassazione ha messo fine a due processi molto importanti nel nostro Paese.
Il 21 Giugno è terminato il processo conseguente la morte di Federico Aldrovandi, lo studente di Ferrara che la mattina del 25 settembre 2005 morì in seguito alle percosse subite da quattro poliziotti. Per gli agenti è stata confermata la pena di tre anni (condonati) e sei mesi, mentre il 5 Luglio la Corte ha reso definitive tutte le condanne ai 25 poliziotti per l’irruzione alla scuola Diaz al termine del G8 di Genova la notte dei 21 luglio 2001.
Se da una parte giustizia è stata fatta pur nella difficoltà dell’accertamento della verità, dall’altra è stato messo in luce una grave lacuna normativa presente all’interno dell’ordinamento penale italiano in cui non è punito il reato di tortura.
L’Italia ha firmato ben tre convenzioni internazionali che impongono agli stati di prevedere nel loro sistema penale interno il delitto di tortura, con pene di gravità adeguata, di mettere in atto opera di adeguata prevenzione e assicurare la punizione dei responsabili.
La madre di Federico Aldrovandi, il 17 luglio scorso, giorno in cui il figlio avrebbe compiuto 25 anni ha lanciato una petizione a che il reato di tortura venga introdotto in Italia. Mi sembra che a questo appello il consiglio comunale di Bologna non possa mancare.
Noi, la città della libertà, abbiamo inscritto nel nostro DNA l’imperativo a fare in modo che quegli atti condannati, che stanno all’interno della definizione che ne da l’articolo 1 della convenzione ONU, siano previsti e puniti dal nostro ordinamento come tortura.
A questo proposito presento oggi un’ordine del Giorno che chiedo di discutere quanto prima in Commissione per dare a breve la possibilità all’aula di votarlo.
Oltre all’inserimento del reato di tortura nell’ordinamento il dispositivo chiede una revisione delle disposizioni in vigore nelle operazione di ordine pubblico a che siano introdotti elementi di identificazione individuale degli appartenenti alle forze di polizia nelle operazioni di ordine pubblico.
Si chiede inoltre che le persone condannate in via definitiva anche per pene inferiori ai 4 anni dovute all’esercizio abusivo ed illegittimo di un potere pubblico, siano allontanate dalle forze dell’ordine.
Riferendosi nello specifico al “Caso Aldrovandi”, si chiede poi al ministro dell’interno che i quattro poliziotti, condannati in via definitiva, vengano estromessi dalla Polizia di Stato, poiché evidentemente, vista la sentenza, non in possesso dell’equilibrio e della particolare perizia necessari per fare parte di questo corpo e per la tutela dell’ordine e della incolumità pubblica.
Non c’è risentimento alcuno nei confronti delle forze di polizia, anzi, il rispetto la gratitudine che si devono a tante donne e uomini che lavorano pur nella scarsità di risorse, con dedizione, professionalità e coraggio, al servizio dello Stato e dei cittadini, per il bene della comunità nazionale non viene meno.
Solo si ha cura che certi tumori, che non fanno bene all’immagine di chi deve assicurare l’ordine pubblico, vengano al più presto estirpati".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:17
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