Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, l'intervento della presidente Maria Caterina Manca in apertura della seduta solenne congiunta dei Consigli comunale e metropolitano
Oggi si è tenuta la seduta solenne congiunta dei Consigli comunale e metropolitano dedicata alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Di seguito l'intervento di apertura della presidente del Consiglio comunale Maria Caterina...
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Oggi si è tenuta la seduta solenne congiunta dei Consigli comunale e metropolitano dedicata alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Di seguito l'intervento di apertura della presidente del Consiglio comunale Maria Caterina Manca.
"Apriamo questa seduta solenne del Consiglio comunale e metropolitano dedicata alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Saluto il Sindaco, gli assessori, le consigliere e i consiglieri comunali e metropolitani, il capo di gabinetto Sergio Lo Giudice, Simona Lembi responsabile del Piano per l'uguaglianza della Città metropolitana, le autorità presenti e tutti coloro che ci seguono in streaming.
Una data simbolica, quella del 25 novembre, che richiama l’attenzione sulle violenze e le discriminazioni di cui le donne sono state, e ancora oggi sono vittime, in Italia e nel mondo. Quella violenza che, nelle sue molteplici forme, rappresenta una vera e propria forma di violazione dei diritti umani.
Violenza che produce effetti negativi, a breve e a lungo termine, sulla salute delle vittime e sulla collettività, con conseguenze che possono determinare isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli, che sono anch’essi frequentemente vittime secondarie di una violenza assistita le cui conseguenze sono spesso tragiche. Mi riferisco ai numerosi casi di bambine e bambini, in Italia attualmente oltre duemila, orfani di femminicidio, due volte vittime.
Quelle tante donne che, se e quando sopravvivono, hanno bisogno di essere supportate, assistite, curate e aiutate e perciò serve dappertutto e sempre, una rete multidisciplinare e interistituzionale attenta e presente e costante.
Una rete che nel nostro territorio c’è, è diffusa e tiene alta l’attenzione. Quell'attenzione che oggi forse richiede un'accelerazione ulteriore, un'attenzione altissima, continua e costante.
Il periodo pandemico da covid 19 ci lascia in eredità dei dati che confermano l’aumento dei casi di violenza agita all’interno delle mura domestiche: a fronte dei recenti dati elaborati e diffusi dalla Questura di Bologna, che vedono in crescita, nel nostro territorio, del 12% i casi di violenza sessuale. Vanno visti in rapporto a una maggior consapevolezza da parte delle donne del loro stato di vittime, aspetto non scontato, e che, dunque si rivolgono alle forze dell’ordine e alle associazioni con maggiore frequenza.
Un segno questo positivo, indice di una maggiore fiducia e consapevolezza nelle associazioni, istituzioni e nella rete, cittadina e metropolitana, che stimola a proseguire sulla strada intrapresa con maggior forza e determinazione.
L’Amministrazione comunale, in rete con le istituzioni e i servizi sul territorio, è impegnata da tempo nella lotta alla violenza di genere, investe risorse in specifiche attività di analisi, prevenzione e contrasto e sostiene sistematiche prese di posizione, ferme e costanti, del Consiglio comunale, da sempre impegnato a stimolare la presa di coscienza del fenomeno e degli strumenti idonei a combatterlo, in primis con la messa in campo di attività culturali.
Eppure, nonostante il crescente impegno, l’aumento dei casi di violenza nella nostra Regione è evidente, come documenta l'ultimo Rapporto sulla violenza di genere della Regione Emilia-Romagna, che fornisce i dati epidemiologici del fenomeno.
Oggi vogliamo ribadire l’impegno a non fermarsi sul fronte della prevenzione e diffusione della cultura della parità, della cultura del contrasto agli stereotipi di genere e del contrasto a ogni forma di discriminazione e lo vogliamo ribadire con forza, determinazione e impegno profuso e continuo.
In questo giorno è per noi significativo trattare un tema forse inedito per questa aula, ma fortemente simbolico, la storia di donne artiste dal Medioevo all’Ottocento e, lo vogliamo fare insieme alla storica dell’arte e professoressa Vera Fortunati, che ringrazio di cuore per la pronta disponibilità ad essere oggi qui con noi nonostante i suoi numerosi impegni.
L’arte come strumento di denuncia, l’arte al servizio delle donne, megafono dei diritti delle donne, l’arte come strumento di denuncia sociale.
Noto e diffuso è l’esempio dell’artista messicana Elina Chauvet che, ispirata dalla morte della sorella per mano del marito, decide di dare visibilità ai casi di femminicidio attraverso le scarpe rosse a rappresentare che, nella maggior parte dei casi, è l’unica cosa che rimane della vittima. Il rosso richiama il colore del sangue versato. Elina raccoglie così 33 paia di scarpe rosse e le espone in pubblico in fila, quasi a voler rappresentare una lunga marcia invisibile di donne che non ci sono più.
L’ iniziativa, da allora, è replicata in diverse piazze italiane, dove viene disposta un’intera distesa di scarpe rosse in rappresentanza del numero delle violenze , delle morti e dei maltrattamenti subiti dalle donne. E le scarpe rosse c'erano questa mattina sulla panchina di Palazzo d'Accursio.
Arte come strumento di denuncia sociale è anche la panchina rossa, simbolo del posto occupato da una donna che non c’è più, portata via dalla violenza come quella posta questa mattina sotto casa di Alessandra Matteuzzi, vittima di femminicidio lo scorso 23 Agosto, a Bologna in via dell’Arcoveggio.
Il focus di questa seduta è quello della riscoperta della presenza femminile nella storia dell’arte, scultura, pittura, architettura, che crediamo fermamente possa contribuire a restituire alla donna la dignità che le appartiene.
A Bologna la storia delle donne artiste, caso unico in Italia, è stata ed è insegnata all’università in corsi, tesi di laurea e seminari, tenuti dalla professoressa Fortunati che ringrazio ancora per la sua presenza in aula consiliare e alla quale passerò a breve la parola per l intervento.
Un esempio di arte al servizio di un diritto, il diritto delle donne di non subire violenza, è quello che l’aula consiliare ospita oggi con un’installazione di Naomi Lazzari, giovane artista, esperta in scenografia teatrale, artista per il benessere delle persone nelle scuole, nei centri di salute mentale e ospedali, dove sviluppa spettacoli utilizzando l’arte anche per scopi di problem solving e terapeutici e come testimonianza del ruolo dell’arte nell’impegno contro la violenza".