Question Time, chiarimenti sull'accordo sindacale raggiunto alla Yoox
L'assessore Marco Lombardo ha risposto, in seduta di Question time, alle domande d'attualità delle consigliere Addolorata Palumbo (Gruppo misto) e Simona Lembi (Partito Democratico), sull'accordo sindacale raggiunto alla Yoox.La domanda della ...
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L'assessore Marco Lombardo ha risposto, in seduta di Question time, alle domande d'attualità delle consigliere Addolorata Palumbo (Gruppo misto) e Simona Lembi (Partito Democratico), sull'accordo sindacale raggiunto alla Yoox.
La domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa apparsi in merito al fatto che Yoox e le aziende dell’appalto logistica all’Interporto di Bologna hanno siglato l’intesa con i sindacati Cgil, Cisl e Uil, per i dipendenti e le dipendenti con figli. Visto che l’accordo riguarda la tutela della genitorialità e mira a rendere il più compatibili possibili i tempi di vita e di lavoro dei dipendenti e delle dipendenti, in piena coerenza con il Patto per il lavoro e lo sviluppo sostenibile della Città metropolitana di Bologna, siglato di recente.
Questo accordo prevede che: le madri con i figli fino ad 1 anno potranno richiedere il turno centrale ma il compimento di età del figlio deve intendersi quale termine naturale e improrogabile di decadimento dal beneficio del turno agevolato; le lavoratrici madri del bimbo emancipato di 1 anno e 1 giorno hanno diritto a poter richiedere un part time fino al compimento dei 3 anni del bambino; le lavoratrici madri con figli dai 3 agli 8 anni avranno cinque giorni lavorativi in più all’anno in aggiunta alle giornate di congedo per malattia del bambino, e potranno chiedere periodi di aspettativa non retribuita.
Spesso in Italia le donne lavorano part-time non tanto per scelta ma per la necessità di prendersi cura dei familiari. Anche per questo motivo guadagnano meno e anche questo si traduce in “Gender pay gap”. In Italia il 19,5 per cento delle donne occupate lavora con un part-time non volontario (gli uomini sono il 6,5 per cento). Pone la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta su questa problematica. Per sapere dall’Amministrazione se reputa soddisfacenti le misure accordate fra le parti per la tutela delle lavoratrici di questo comparto produttivo se non ritenga che i turni imposti alle lavoratrici e ai lavoratori di aziende che preparano il materiali per l’e-commerce siano del tutto privi di senso visto che non si tratta di lavori essenziali".
La domanda della consigliera Lembi
"Visti gli articoli di stampa invita cortesemente il Sindaco e la Giunta ad esplicitare il rapporto del nuovo Accordo fra il Settore logistico ed il Patto per il lavoro, come pure il significato di affermazione delle azioni positive messe in campo".
La risposta dell'assessore Lombardo
"Grazie alle consigliere Palumbo e Lembi che mi offrono l’occasione di interloquire ancora una volta sul tema Yoox. Dico ancora una volta perché come voi sapete sono già intervenuto in diverse occasioni sul tema, ascoltando sia con le organizzazioni sindacali confederali, sia i sindacati Si Cobas. Ho avuto una interlocuzione anche con la consiglia di opportunità e mi sono fatto promotore di una richiesta formale all’Ispettorato del lavoro. È una vicenda che va avanti da parecchio tempo. Oggi mi si chiede una valutazione rispetto all’accordo firmato. Intanto ricorderete che ho dato disponibilità a interloquire con l’azienda e con i sindacati pur sapendo che c’era in corso sia la possibilità da parte della consigliera di pari opportunità regionale di svolgere una azione positiva, sia una interlocuzione con le organizzazioni sindacali. E che avrei svolto il mio compito in assenza di azioni positive fatte da chi nel frattempo istituzionalmente si era occupato di questa vicenda.
La notizia pubblicata l’8 marzo, oggetto di una trattativa che andava avanti da diverso tempo, porta la questione a valutare se sono stati fatti dei passi avanti, oppure no, e direi che al centro delle domande c’è una questione, se non si possa fare un turno centrale in modo da poter portare i figli all’asilo e poter stare con loro alla sera, piuttosto che fare accordi che prevedano applicazioni di contratti collettivi nazionali e di normative a tutela della genitorialità.
Astrattamente è chiaro che fare un turno centrale potrebbe essere la soluzione migliore, ma c’è da ricordare che su questi settori si applicano normative nazionali e contratti collettivi nazionali, che prevedono più turni. Cosa succederebbe se solo in un sito produttivo si applicasse il turno unico centrale. Probabilmente il rischio sarebbe la chiusura dell’attività o peggio ancora il trasferimento dell’attività in altra sede. Questo comporterebbe il rischio di un esubero strutturale di circa 500 lavoratori, quasi la totalità donne.
Io posso condividere il tema che i tempi della logistica non si conciliano con i tempi di vita professionale e lavorativa. Spesso mi sono occupato di questo tema, lamentando come l’eccesso di competitività nella logistica abbassi le tutele dei diritti e dei lavoratori, non ho bisogno di ricordarvi il tema della logistica dell’ultimo miglio o altri settori. Però, se queste sono le condizioni, se non è modificata la normativa nazionale e non sono cambiati i contratti collettivi nazionali, bisogna cercare di lavorare con gli strumenti che si hanno.
All’interno di questi strumenti perché si può valutare positivamente l’accordo firmato. Perché va oltre i dettati del testo normativo sia dei contratti nazionali applicati nei siti. In particolare, si stabilisce che per i genitori con figli fino a un anno, sia possibile richiedere di essere adibiti a un turno centrale ad hoc. Questa normativa viene inoltre estesa anche ai lavoratori con particolari fragilità, a prescindere dalla presenza o meno di figli. Per esempio i soggetti che beneficiano della legge 104/1992, o persone che hanno necessità di cura da parte di un congiunto, o destinatari di programmi di recupero Sert e Asl, o lavoratori soggetti a provvedimenti giudiziari o amministrativi. Questi casi non vengono citati a sproposito, perché evidentemente esistono dei casi di questo tipo all’interno dell’azienda. Si stabilisce, in particolare, per genitori con figli di età compresa fra 1 e 3 anni, che l’azienda accoglierà le richieste di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, in caso di necessità di assistenza dei minori. Le misure a cui ai punti precedenti possono essere estese anche ai lavoratori “fragili” e i dipendenti con figli tra i 3 e gli 8 anni avranno ulteriori 5 giorni lavorativi all’anno, in aggiunta alle giornate di congedo per malattia del bambino. Inoltre verranno concessi su richiesta individuale, periodi di aspettativa non retribuita.
Questi sono gli aspetti sostanziali dell’accordo. Ovviamente non penso che l’accordo concluso sia la migliore delle soluzione possibile, perché è frutto di una trattativa, ma penso che vada valutato positivamente nella misura in cui stabilisce dei criteri migliorativi rispetto alla legge nazionale e ai contratti collettivi nazionali applicati. E mi auguro possa essere una base di partenza per una possibile iniziativa sindacale di estensione della contrattazione sulle politiche di conciliazione. Questo deve essere il compito della politica, cercare di spingere sempre più in avanti il tema dei possibili miglioramenti.
Questo accordo, fatto per la società, ma che è concepito come accordo di filiera che può essere esteso anche alle altre lavoratrici, dico lavoratrici perché il 70% di occupazione è composta da donne e la stragrande maggioranza dei dipendenti sono di nazionalità diverse, ci può offrire anche l’occasione per convocare le parti firmatarie del protocollo di sito di Interporto, che è scaduto, per rinnovarle e anche cercare di apportare queste integrazioni che possono essere inserite, per tutto il sito produttivo. Ricordo che Bologna è un caso particolare, non troverete in altre città metropolitane i protocolli di sito che discendono a loro volta da accordi fatti con i protocolli appalti. Credo che più che essere la politica attraverso l’interlocuzione in Consiglio comunale, siano i lavoratori che poi votano questi accordi a determinare se sono migliorativi delle loro condizioni lavorative oppure no. E continuo a essere un punto di partenza, non un punto di arrivo per migliorare gli aspetti previsti dalle leggi e dai contratti collettivi nazionali".