Giornata contro le mafie, Consiglio solenne congiunto comunale e metropolitano. L'intervento del vicepresidente Marco Piazza
In occasione della XXVI Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, che ricorre il 21 marzo, il Consiglio comunale di Bologna si è riunito in seduta solenne e congiunta con il Consiglio metropoli...
Data:
:
In occasione della XXVI Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, che ricorre il 21 marzo, il Consiglio comunale di Bologna si è riunito in seduta solenne e congiunta con il Consiglio metropolitano. Di seguito l’intervento di apertura del vicepresidente Marco Piazza.
"Buongiorno, diamo inizio a questa seduta solenne e congiunta dei Consigli comunale e metropolitano di Bologna, per celebrare la Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Lasciatemi dare un saluto e un benvenuto a tutti coloro che ci stanno seguendo, alle Autorità militari e civili e in particolare il dottor Lattarulo dell’Ufficio Antimafia, che ci segue in rappresentanza del Prefetto e il Consigliere regonale Antonio Mumolo, che ci segue in rappresentanza dell’Assemblea legislativa.
Saluto i Consiglieri comunali, i Consiglieri metropolitani, la vicesindaca Ferri, che saluto, i componenti delle Giunte, i cittadini e i relatori. Infine un saluto e ringrazio gli insegnanti e gli studenti che hanno accettato l’invito del Consiglio a seguire lo streaming di questa seduta, per mantenere alta l’attenzione sul fenomeno mafioso e promuovere la cultura della legalità già nelle scuole, per questo la vostra presenza ci fa immensamente piacere.
Quest’anno abbiamo voluto celebrare la Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie approfondendo il tema delle ecomafie, più vicino a noi di quanto ci potremmo immaginare e avremo l’opportunità di capire meglio quale sia la situazione, grazie ai nostri ospiti: Antonio Pergolizzi, Curatore del Rapporto Ecomafia di Legambiente e Antonio Maria Mira, caporedattore nella redazione romana di Avvenire.
Lo scorso dicembre, su alcuni canali social, è stato pubblicato un video preoccupante, che vuole richiamare la nostra attenzione su un nemico subdolo che tutti noi vorremmo al più presto vedere annientato, ma che purtroppo continua a condizionare le nostre vite e la nostra salute e sembra sempre più difficile da debellare, come ci dimostrano anche i dati in continuo peggioramento.
“La sua trasmissione avviene a causa dei contatti ravvicinati e la capacità di mutamento ne accelera la diffusione”: inizia così il video che Legambiente ha realizzato per presentare il suo rapporto Ecomafia 2020, definendo l’ecomafia un “virus che non si arresta e non conosce crisi”.
Sembra che stiamo parlando della terribile pandemia che stiamo affrontando e invece parliamo di ecomafie.
Un ulteriore allarme lanciato sempre nel rapporto, è quello relativo alle risorse pubbliche europee (209 miliardi di euro da spendere nei prossimi anni) impiegate per risollevare l'economia italiana sulle quali l'attenzione dovrà essere massima per evitare che finiscano nelle mani delle organizzazioni mafiose, pronte ad investire negli appalti legati anche alla transizione ecologica.
La legge 68/2015, che ha avviato un nuovo modello di tutela penale, riconoscendo come reati i delitti contro l’ambiente, in questi anni si è dimostrata uno strumento efficace nella lotta mirata e costante all’illegalità, ma purtroppo la lotta a questi reati sembra essere ancora lunga e difficoltosa.
Rapporto ecomafie 2019 - Ministero della Transizione ecologica.
Esattamente come l’altro terribile virus, che da ormai un anno non ci lascia tregua, quello delle ecomafie non si limita ad alcune aree circoscritte dell’Italia, ma riguarda in modo preoccupante l’intera nazione: traffici di rifiuti, abusivismo edilizio, incendi boschivi, reati contro gli animali, sfruttamento ambientale, senza dimenticare le infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti e la corruzione ambientale, riguardano praticamente tutte le regioni italiane, da quelle del nord a quelle del sud, senza soluzione di continuità. I dati del rapporto ecomafia 2020 - Legambiente
Per questi motivi, accanto ad una legislazione forte, capace di arginare tali fenomeni, occorre una costante opera di sensibilizzazione e informazione rivolta a tutti i cittadini e le cittadine, al fine di alimentare quegli anticorpi preziosi e necessari che si affiancano alle opere di repressione e quella coscienza e conoscenza civile fondamentale per le Istituzioni Pubbliche per contrastare le mafie".