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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Addolorata Palumbo

Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Addolorata Palumbo (gruppo misto-Nessuno resti indietro). "Sviluppo della logistica e qualità del lavoro.Venerdì in Question Time ho interrogato la giunta sull’accordo sigl...

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Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Addolorata Palumbo (gruppo misto-Nessuno resti indietro).

"Sviluppo della logistica e qualità del lavoro.
Venerdì in Question Time ho interrogato la giunta sull’accordo siglato tra i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil - la Yoox e le aziende dell’appalto logistica all’Interporto di Bologna.
Un accordo nato per la tutela della genitorialità e per agevolare le dipendenti e i dipendenti con figli per rendere il più compatibili possibili i tempi di vita e di lavoro.
Il problema si è posto quando l’azienda ha introdotto due nuovi turni (dalle 5.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 22.30), che non consentono alle mamme (in questi magazzini lavorano soprattutto donne) di accudire le proprie bambine e i propri bambini.
L’accordo tra i sindacati confederali e le aziende non ha concesso molto perché permette alle madri o ai padri con figli fino ad 1 anno di richiedere il turno centrale (che corrisponde ad un normale orario di lavoro 8.30 - 17.30) e prevede che l’azienda conceda il part-time alle lavoratrici e ai lavoratori con figli da uno a tre anni, con tutto ciò che ne consegue in termini economici. E’ noto che le donne guadagnano meno degli uomini anche perché spesso costrette a lavorare a tempo parziale per prendersi cura della famiglia.
Durante il Question Time ho fatto un accenno ad un problema più generale che vorrei provare ad esporre oggi che non riguarda solo le donne o gli uomini con figli, ma riguarda chiunque lavora nella logistica, settore che si sta sempre più affermando in particolare modo dopo la pandemia
L’emergenza sanitaria, che purtroppo non è finita, ha accelerato il cambiamento delle abitudini delle persone, ad esempio sono aumentati gli acquisti on-line.
Cambiamento che era già in atto ma che la pandemia ha velocizzato e che ha portato all’aumento dell’offerta del lavoro nella logistica.
E quindi, in controdenza, durante la pandemia aumentano le assunzioni in questo settore. Ho letto che Amazon ha pubblicato annunci di offerta di lavoro che si rivolgevano esplicitamente a chi lavorava in aree come l’ospitalità, i ristoranti e i viaggi, settori economici che sono stati messi in ginocchio dalle chiusure imposte dal governo Conte prima e dal governo Draghi oggi, a fronte di ristori insufficienti.
Le società di commercio elettronico, di cui la più famosa è Amazon, hanno tratto profitto dalle chiusure perché a loro è stato concesso di vendere anche quei prodotti non essenziali che invece non possono vendere né i negozi di vicinato né la grande distribuzione subendo così la concorrenza delle aziende di e-commerce.
Nel terzo trimestre 2020 i ricavi per Amazon sono cresciuti del 197%. Oggi il suo fondatore e presidente è l’uomo più ricco al mondo.
In queste aziende purtroppo all’aumento di fatturato, non è seguito un miglioramento delle condizioni di lavoro per il personale impiegato in tutta la filiera del pacchetto. Infatti il 22 marzo ci sarà lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori di Amazon, di tutta la filiera.
Nei centri di distribuzione per aumentare il profitto si lavora su turni, con orari improponibili.
Trovo assurdo che bisogna cominciare a lavorare alle 5.30 del mattino, significa svegliarsi mediamente alle 4 per andare a confezionare dei pacchi di oggetti, spesso inutili che arrivano nelle nostre case dopo due giorni dall’ordinazione e che potrebbero arrivare tranquillamente dopo quattro giorni.
Capisco che si facciano turni per i lavori essenziali, ad esempio nel campo sanitario, nelle sale operative che seguono le emergenze, in posti dove ci sono macchine che non si possono spegnere, ma non per impacchettare merce.
La politica è responsabile dell’evoluzione della società e deve seguire che questa evoluzione vada nella direzione del benessere di tutti e non di pochi.
I politici, a qualsiasi livello sono/siamo responsabili.
Bisogna porre molta attenzione alla grande affermazione dei poli logistici che creano problemi non solo al mondo del lavoro ma anche all’ambiente, perché determinano grande consumo di suolo. E come ha riferito Ispra, “le trasformazioni corrispondono a un sostanziale azzeramento di qualsiasi residuo di naturalità: si spiana e si ricopre tutto”
Ne ho già parlato in consiglio del polo logistico previsto a Altedo al posto di terreno agricolo, ma non c’è solo quello
in Emilia-Romagna è prevista la costruzione anche di altri.
Vengono costruiti dove ci sono degli snodi autostradali, la prevalenza delle merci continua a viaggiare su gomma, perché la maggior parte degli operatori di logistica non trova vantaggioso l’utilizzo della ferrovia.
Questo significa inquinamento atmosferico e incidenti determinati dai Tir che attraversano il paese.
I sindaci dei comuni sui quali ricadono questi poli sono ben felici di ospitarli, li difendono a spada tratta per i posti di lavoro che offrono.
Ma ci dobbiamo chiedere “di che lavoro parliamo?”
In generale i poli logistici si basano su un modello produttivo e su un’organizzazione del lavoro insostenibile per le persone.
La politica deve intervenire, non deve decidere il mercato.
La politica deve chiedersi se la logistica rappresenta un settore economico di valore per il territorio e per cui valga la pena sacrificare il suolo, risorsa fondamentale per la nostra sopravvivenza".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:51
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