Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sulle dimissioni di lavoratori e lavoratrici nei primi anni di vita dei figli

L'assessore al Lavoro Marco Lombardo ha risposto, in seduta di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sulle dimissioni di lavoratori e lavoratrici nei primi anni di vita dei figli.Domanda d...

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L'assessore al Lavoro Marco Lombardo ha risposto, in seduta di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sulle dimissioni di lavoratori e lavoratrici nei primi anni di vita dei figli.

Domanda della consigliera Lembi:

"Visti gli articoli di stampa, chiede al Sindaco e alla Giunta una opinione politico-amministrativa sui dati delle dimissioni di lavoratori e lavoratrici nei primi anni di vita dei figli e come questo rientri nelle politiche del lavoro del Comune di Bologna".

Risposta dell'assessore Lombardo:

“Grazie presidente, ringrazio la consigliera Lembi per la domanda che mi pone, anche perché so l'impegno della consigliera e di tutto il Consiglio comunale sui temi dell'occupazione femminile, in generale direi sui temi delle disuguaglianze. Perché come ho avuto modo di dire in diverse occasioni, anche in risposta al question time, dopo l'emergenza che ci troviamo ad affrontare un'inedita emergenza economica e sociale. Qualche giorno fa con l’ex ministro Damiano mi sono trovato a commentare sui giornali locali i numeri impressionanti dell'utilizzo della cassa integrazione di questi primi sei mesi del 2020. Qual è il rischio che noi ci troviamo a fronteggiare oggi? Quello che gli effetti del lockdown colpiscano tutti, ma non colpiscano tutti allo stesso modo, quindi possano aumentare le disuguaglianze in particolare nel mercato del lavoro, svantaggiando le donne e i giovani. Basti pensare che in alcune recenti indagini statistiche, ricordo un focus per esempio della fondazione dei consulenti del lavoro che si chiama “Mamme e lavoro al tempo dell’emergenza Covid-19”, era già stato evidenziata l'esistenza di un rilevante squilibrio di genere nella distribuzione della forza lavoro tornata attiva dopo le riaperture del 4 maggio. Ricordando che per il 72% la forza lavoro era composta da uomini, e il dato non stupiva, sperando che i settori che allora avevano riaperto per primi in particolare l'industria manifatturiera e il settore edile, avevano la preponderanza del genere maschile. Ma anche dopo le riaperture, diciamo a seguito del 18 maggio, il rischio è quello che si aggravi la disparità della partecipazione delle lavoratrici, in particolare delle lavoratrici madri al mondo del lavoro. E i dati sulle dimissione segnalati dalla consigliera Lembi e riportati dall'Ispettorato del Lavoro, prima si diceva, trasudano ingiustizie e discriminazione, sono d'accordo e soprattutto sono un campanello d'allarme; è del tutto evidente che finché durano le misure di sostegno al reddito dei lavoratori, che noi ci auguriamo al più presto vengano posticipate a fine anno anche con effetto retroattivo dal 15 luglio in modo da garantire la continuità del reddito, la cassa integrazione e lo scudo protettivo del divieto di licenziamento, non si riverberano nella propria dirompenza nel mercato del lavoro, ma è del tutto evidente che non si potrà andare avanti solo con interventi assistenziali di questo tipo, quando il rischio è che siano soprattutto le donne a fuoriuscire dal mercato del lavoro. Questo sarebbe molto preoccupante, anzi sarebbe problematico, anche perché ci riporterebbe al fantasma di un ritorno al passato neppure troppo lontano in cui viene riproposta alle lavoratrici madri la scelta ancestrale tra dedicarsi ai figli e il lavoro.
Ovviamente dobbiamo opporci in tutti i modi affinché questo ritorno al passato non si verifichi e come lo possiamo fare? Innanzitutto prendendo atto come il congedo Covid, di fronte al permanere di un gap retributivo tra uomini e donne, se noi non immaginiamo misure di premialità idonee a neutralizzare il gap retributivo di genere, finiranno per essere utilizzate dalle lavoratrici madri che non dai lavoratori. E inoltre si è fatto riferimento al tema dello smart working e io penso che sia giusto un confronto anche all'interno delle udienze conoscitive, lo so che la consigliera Lembi se ne sta occupando, però noi vorremmo dare il patrimonio di conoscenza con smart ghost stiamo portando avanti anche sul tema della parità di genere, perché noi sappiamo le opportunità che lo smart working, quello serio, non lo smart working emergenziale che abbiamo conosciuto nel lockdown, ma quello che prevede una diversa modulazione del rapporto di lavoro e non solo un modo diverso di affrontare la prestazione lavorativa, appunto conosciamo i rischi e le opportunità, e sarà molto importante poter fare focus proprio sull'occupazione femminile, tale che l'utilizzo inappropriato dello smart working, senza magari la concertazione con le organizzazioni sindacali, possa far fare dei passi indietro all'occupazione femminile.
Così come sarà molto importante, sarà inedito, ma anche molto sfidante capire come utilizzare davvero in modo appropriato il programma Sure di un'iniziativa dell'Unione Europea, che ricordo ha messo sul campo 100 miliardi di euro per la rimodulazione dell'orario di lavoro, anche eventualmente per favorire i contratti di solidarietà espansiva che possano aiutare a mantenere la forza lavoro femminile e in particolare le lavoratrici madri, perché altrimenti il rischio è anche qui di un ritorno indietro.
Poi c’è un altro tema che riguarda le lavoratrici autonome, perché è evidente che il rischio che possano essere anche le lavoratrici autonome madri colpite di più rispetto a chi ha forme di tutela e di sostegno al reddito. Penso soprattutto ai temi delle libere professioniste, ma non solo. E infine un ulteriore elemento: il rischio di fuoriuscita dal mercato del lavoro. La consigliera sa molto bene che noi a Bologna avevamo dei numeri eccellenti dal punto di vista dell'occupazione femminile, la prima città in Italia per occupazione femminile al 68% e la prima città in Italia per disoccupazione al -3,3%, il più basso d'Italia. Però questi dati non possono essere per noi che uno sprone per cercare di evitare il ritorno al passato e il rischio di fuoriuscita dal mercato del lavoro, legato al fatto che alcuni dei settori più colpiti, spesso quello dei servizi, penso a quello del terziario, del commercio al dettaglio, hanno una preponderanza di lavoro femminile. E allora il rischio qual è? Non posso che fermarmi su questi elementi, ma sono convinto che a settembre in un lavoro con il Consiglio comunale si possa affrontare questo tema che è una nostra priorità”.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
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