Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sulle condizioni di lavoro e sicurezza dei ciclofattorini

L'assessore al Lavoro Marco Lombardo ha risposto, nel corso della seduta di oggi, alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) sulle condizioni di lavoro e sicurezza dei ciclofattorini.Domanda d'attualit&agr...

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L'assessore al Lavoro Marco Lombardo ha risposto, nel corso della seduta di oggi, alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) sulle condizioni di lavoro e sicurezza dei ciclofattorini.

Domanda d'attualità del consigliere Martelloni
“Visti gli articoli di stampa relativi alla mobilitazione dei ciclofattorini impegnati nella consegna di cibo a domicilio a Bologna; considerato l’esito delle commissioni Consiliari che hanno messo a fuoco il tema della qualità del lavoro nel settore del food-delivery, a partire dalla tutela della salute e sicurezza sul lavoro dei riders nonché l’impegno, assunto dall’amministrazione, a promuovere interventi cogenti di carattere sovra comunale, anche con intervento della Regione; tenuto conto del quadro normativo determinatosi a seguito dell’approvazione della legge di conversione del cd decreto riders e dei provvedimenti giudiziari emessi, in sede cautelare, anche da parte del tribunale di Bologna.
Pone la seguente domanda d’attualità: per avere una valutazione politica dal Sindaco e dalla Giunta sullo stato dell’arte e, specialmente, sulle condizioni di lavoro e sicurezza per la salute dei ciclofattorini nel settore del food-delivery; per sapere quali riscontri abbia avuto l’AC dalla Regione Emilia Romagna in ordine all’assunzione di provvedimenti cogenti; per sapere quali eventuali iniziative l’amministrazione intenda assumere in materia, anche a seguito delle mobilitazione, con particolare riferimento alla richiesta, avanzata da alcune organizzazioni sindacali, di convocazione di un tavolo di monitoraggio e negoziazione”.

Risposta dell'assessore Lombardo
"Grazie presidente. Ringrazio il consigliere Martelloni per la domanda che ci dà l'occasione e l'opportunità di confrontarci direi nuovamente, visto che questo è un tema che ha sempre fatto del dialogo tra la Giunta e il Consiglio Comunale delle punte direi di avanguardia del ragionamento che è stato fatto per approntare nuovi strumenti di tutela che possano riguardare appunto, non solo i rider, ma più in generale i lavoratori della gig economy.
Mi fa piacere anche ricordare che era il 31 maggio del 2018, quindi poco meno di due anni fa, la data nella quale eravamo arrivati alla conclusione della Carta di Bologna e, diciamo, io considero quello uno degli atti più importanti per quanto riguarda anche il mio mandato amministrativo, nel senso che siamo stati i primi ad occuparci di un tema che riguarda l'invisibilità nel mondo del lavoro, ma che più in generale si poneva un tema non solo di tutele lavoristiche, ma un tema culturale e cioè come evitare la fuga dalla subordinazione, o meglio come promuovere l'economia digitale della cosiddetta economia collaborativa, della sharing economy o della gig economy, senza però determinare arretramenti nelle tutele e nel rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori.
Ovviamente passi in avanti ne sono stati compiuti molti da due anni a questa parte: l'aver aperto un dibattito nazionale sul tema; essere riusciti ad arrivare ad incidere sulla normativa nazionale - il consigliere Martelloni faceva proprio riferimento alla nuova normativa che, in più punti, riprende esattamente le disposizioni della Carta e credo che anche questa situazione di pandemia ne abbia fatto vedere l'attualità. Prima si parlava dello smart working, ecco io credo che i diritti di connessione e di disconnessione previsti dalla carta,  siano quanto mai attuali e che ce ne sarebbe bisogno oggi per aggiornare il catalogo dello statuto dei diritti dei lavoratori.
Certo, in termini di efficacia della Carta, noi questa la possiamo misurare tra le parti firmatarie, essendo un accordo metropolitano di secondo livello, ma non possiamo purtroppo ancora misurarla in termini di applicazione generale. Ed è per questo che io ribadisco l'interesse e l'impegno, affinché i principi e i diritti stabiliti sulla carta siano effettivi. Ricordo che durante la fase di pandemia il Comune di Bologna si è impegnato a distribuire mascherine e dispositivi di protezione individuale ai rider e alle parti firmatarie della Carta nel momento in cui non si riuscivano a trovare le disposizioni. Ricordo che le pronunce dei tribunali sia di Firenze che di Bologna hanno confermato l'impostazione della Carta e cioè che il dovere di avere dispositivi di protezione individuale non può ricadere su un lavoratore che, di fatto, è un lavoratore che è posto sotto i poteri direttivi di una piattaforma, ma deve incombere sulla piattaforma digitale e sulla piattaforma stessa.
Quindi cosa si può fare di più in questo momento? Io non credo che sia utile istituire un nuovo tavolo di monitoraggio, ma semplicemente perché la Carta stessa prevede le azioni di controllo e di monitoraggio. Quindi semmai la richiesta che si può fare, e mi sento di farla direttamente io, è di coinvolgere le parti per ritrovarci sull'applicazione della Carta a due anni di distanza dalla firma, e in più interloquire con i livelli regionali e nazionali. Ne ho già parlato con l'assessore Colla, so che c'è la sensibilità da parte sua a approntare strumenti di avanguardia delle tutele, anche per i lavoratori della gig economy. Penso che potrà essere opportuno - e di questo mi farò anche parte attiva e l'interlocuzione - un confronto con Riders Union e con le organizzazioni sindacali confederali che hanno firmato la Carta, per cercare di rafforzare di cogenza.
Penso anche che l'aumento del delivery, durante la fase 1 e anche nelle fasi successive - si stanno registrando forti aumenti del delivery, come è normale che sia - possa, anzi debba portare non solo ad un aumento dei profitti per le piattaforme digitali, ma ad un aumento dei salari, dei pagamenti per i lavoratori e quindi anche ad un rafforzamento delle tutele. Penso infine che sia fondamentale, perché sempre di più il delivery non sarà una parte accessoria dell'attività di ristorazione, ma sarà una parte strutturale e non solo per la consegna a domicilio di cibo, ma anche per la consegna di altri beni. Io ritengo che investire sulla filiera del lavoro e la filiera del valore su questo tipo di lavoratori digitali sia fondamentale, perché sarà sicuramente una parte che si svilupperà nei prossimi anni, non solo a seguito della pandemia, ma a seguito dell'evoluzione dell'economia nei nostri territori. Grazie"

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
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