Question Time, chiarimenti sull'accoglienza per le persone fragili
L'assessore Giuliano Barigazzi ha risposto, in seduta di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico) sulla riorganizzazione dell'accoglienza per le persone fragili.Domanda della consigliera ...
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L'assessore Giuliano Barigazzi ha risposto, in seduta di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico) sulla riorganizzazione dell'accoglienza per le persone fragili.
Domanda della consigliera Mazzoni
"In merito alle notizie circa i contagi da covid 19 nelle strutture d’accoglienza per senzatetto; domanda al Sindaco e alla Giunta una valutazione politico-amministrativa della situazione descritta; come l’Amministrazione intende organizzare le strutture d’accoglienza in seguito all’emergenza sanitaria causata dall’epidemia del coronavirus; se intenda sviluppare nuove forme di sussidiarietà e di collaborazione con enti del Terzo Settore per progetti e nuovi modelli di transizione abitativa per persone fragile; se e quali aggiornamenti in merito alla riqualificazione di spazi (strutture o alloggi) per migliorare, adeguare e ampliare la disponibilità di alloggi pubblici".
Risposta dell'assessore Barigazzi
“Poiché ho già dichiarato su questo, andrei direttamente ad alcune considerazioni. Intanto vorrei dire, rispetto a una delle domande che mi venivano fatte, che naturalmente noi continuiamo a mantenere i servizi di accoglienza in un assetto precauzionale anche nei prossimi mesi, quindi in un riassetto funzionale che ci assicuri il mantenimento delle precauzioni da adottare anche nei prossimi mesi Mi piace ricordare che con strutture come il rifugio notturno Casa Rostom e il Beltrame, il servizio di pronto intervento sociale ritornano nel loro funzionamento regolare, cioè al di fuori del piano freddo, poi diventato piano accoglienza, con i posti ordinari presso lo Scalo, il centro Massimo Zaccarelli, il Madre Teresa. Abbiamo voluto garantire quest’anno il 50% in più rispetto all’anno 2019 la protezione di 105 persone in uscita dal piano freddo che troveranno alloggio, diciamo così, a Casa Willy, al V.I.S. di via Campagna e al Fantoni, posti che non c’erano l’anno scorso, quindi queste le manterremo anche in questo periodo. Per quanto riguarda invece il futuro è esattamente come ho già detto, vorremmo investire, naturalmente, sempre di più, questo significa anche un reperimento di finanziamento sul bilancio comunale, che abbiamo discusso con le molte cose che dobbiamo nei prossimi anni pensare a seguito dell’emergenza Covid, sul tema dell’housing first. Non c’è dubbio che anch’io vedo in questo un servizio molto innovativo, un’accoglienza più diffusa, un’accoglienza che nel caso dell’housing first, che vede il rapporto con il terzo settore in termini di servizio, perché come sapete l’housing first sono alloggi che vengono contrattualizzati dai servizi di bassa soglia rivolti agli utenti di bassa soglia, ma con la presenza delle associazioni del terzo settore in termini di servizio, cioè viene pagato anche il servizio di accompagnamento, appunto quello che citava lei consigliera, senz’altro la parte meno assistenziale del nostro welfare, la parte in cui ridare autonomia, dignità, percorsi di capacità, percorsi di vita, quindi anche di sostentamento nell’abitare alle persone e presente nei progetti all’interno dell’housing first. Su questo bisognerà continuare, uno dei limiti era proprio la reperibilità degli alloggi negli anni scorsi sul mercato cittadino, cercheremo di capire se nel paesaggio sociale post Covid questo sia diventato meno difficile. Non c’è dubbio che quella è una direzione su cui insistere in maniera particolare, perché unisce appunto l’aspetto assistenziale con l’aspetto invece del recupero e dei percorsi autonomi di vita, qualsiasi sia l’autonomia residua nelle persone, che c’è sempre come ho avuto modo di dire più volte. Ugualmente, diverso invece l’approccio che noi vogliamo riproporre, quindi rispondo effettivamente alla sua domanda dei 64 alloggi che sono legati al progetto Don Paolo Serra Zanetti, lo continuiamo a chiamare così, sempre di transizione abitativa, ma con carattere diverso, perché si rivolgono ad un'utenza già meno problematica, meno diciamo emarginata di quella dell’housing first con qualche probabilmente autonomia residua in più e lì invece stiamo per pubblicare il bando che reintroduce invece l’appoggio e la richiesta delle associazioni, comunque questa invece non in termini di servizio per seguire invece appunto le famiglie assegnatarie o i soggetti assegnatari. Quindi in entrambi i casi il terzo settore da una parte è in termini di servizio, dall’altra parte è invece proprio in termini di sostegno, però riprodurremo proprio quello, come ho già detto in commissione, e con il bando cominceremo una nuova stagione anche su questo. Poi, credo che facciamo bene ad aprire una riflessione collettiva in città perché possono arrivare anche altre idee e però ovviamente dobbiamo sapere che un po’ di realismo lo dovremo tenere, questa transizione che durerà diversi anni in cui si cercano anche nuove modalità di accoglienza, dovrebbe tenere presente il patrimonio dei nostri dormitori, di tutti i posti del piano freddo, degli altri luoghi che ho citato prima, perché senza di quelli ovviamente non ci sarebbe accoglienza, in maniera particolare per il piano freddo. Quindi ci vuole un equilibrio tra l’ammodernamento di quei luoghi, ed è per questo che mi piace ricordare che a Casa Rostom stanno partendo i lavori, se vengono rispettati i tempi, appunto quest’estate, sull’area del Lazzaretto con la riqualificazione del capannoncino e del Massimo Zaccarelli, perché è importante riqualificarli e renderli sempre più adeguati alle norme di sicurezza che dovremmo avere e dall’altra parte spingere sull’innovazione. Come al solito, con grande realismo dobbiamo trovare un equilibrio in cui mentre spingiamo per l’innovazione, non abbandoniamo il patrimonio che abbiamo costruito negli anni e che è importantissimo e senza il quale non saremmo in grado di ospitare i numeri che venivano ricordati, sono 703 le persone che sono passate da questo piano freddo/piano accoglienza lunghissimo che abbiamo fatto quest’anno con grande successo. Quindi credo che questa sia la direzione da prendere, con queste avvertenze e credo che l’apertura di un dibattito cittadino ci possa dare l’opportunità di cogliere ovviamente anche altre idee che saremmo molto ricettivi e pronti ad accogliere e a valutarne la fattibilità.”