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Question Time, chiarimenti sulla vendita delle mascherine nella Fase 2

L'assessore Marco Lombardo ha risposto oggi, in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Addolorata Palumbo (Gruppo misto Nessuno resti indietro) e Gian Marco De Biase (Gruppo misto Al Centro Bologna) sulla vendita delle...

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L'assessore Marco Lombardo ha risposto oggi, in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Addolorata Palumbo (Gruppo misto Nessuno resti indietro) e Gian Marco De Biase (Gruppo misto Al Centro Bologna) sulla vendita delle mascherine nella Fase 2.

Domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa apparsi in merito alla sospensione della produzione di mascherine da mettere a disposizione dei cittadini. Premesso che il Comune ha sospeso il protocollo firmato il 31 marzo con Università, sindacati ed alcune imprese per arrivare a produrre 5000 mascherine chirurgiche al giorno. L’accordo prevedeva che il prezzo di acquisto di ogni singola mascherina chirurgica fosse pari a 1,50 euro, il triplo di quello imposto dal Governo che è pari a 0,50 euro. Alcune aziende si erano convertite per la produzione di mascherine chirurgiche e in questo momento hanno deciso di sospendere la produzione perché, se si dovessero vendere a 0,50 centesimi l’una, non riuscirebbero a coprire le spese. Anche le farmacie hanno sospeso la vendita delle mascherine. Bonaccini ha appena dichiarato che sta pensando di rendere l’uso delle mascherine obbligatorio con modalità ancora da definire. Pone la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema. Per sapere dall’Amministrazione come valuta questa iniziativa del Governo e come pensa di intervenire per garantire la produzione delle mascherine che sono dispositivi essenziali sopratutto con l’avvio della fase 2".

Domanda del consigliere De Biase
"Si è appreso da notizie di stampa che a seguito dell’imposizione del prezzo delle mascherine a 0.50 centesimi, le farmacie si trovano in difficoltà in quanto avevano scorte di prodotto acquistato ad un prezzo superiore a quello fissato dal governo. Inoltre i grossisti fanno fatica a reperire sul mercato mascherine ad un prezzo così basso correndo il rischio di rimanere senza prodotto. Pone la seguente domanda di attualità per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politica sul tema. Per sapere dall’Amministrazione cosa intende fare per evitare situazioni di mancato approvvigionamento di mascherine da parte delle farmacie. Per sapere inoltre cosa intende fare nel caso in cui non si riuscisse ad utilizzare il canale delle farmacie per la distribuzione delle mascherine a prezzo fissato dal governo".

Risposta dell'assessore Lombardo
"Grazie presidente, ringrazio i consiglieri Palumbo e De Biase per la domanda che mi consente di fare una piccola cronistoria sull'annosa vicenda dell'approvvigionamento delle mascherine. Ricordo che più di un mese fa, in risposta a una domanda di attualità della consigliera Lembi sul tema dell'andamento dei prezzi dei generi alimentari e, per analogia, su quelli delle mascherine, ricordo che risposi a quella domanda indicando alcune linee di azione che poi si sono condensate in quel protocollo che ricordava la consigliera Palumbo, fatto con le organizzazioni sindacali e con le imprese che avevano avviato una conversione produttiva delle mascherine. Quali erano i punti fondamentali? Il primo era la necessità di calmierare i prezzi delle mascherine soprattutto nella fase più acuta in cui erano introvabili e in cui i prezzi erano superiori del triplo rispetto al costo delle stesse nella fase antecedente all'emergenza Covid. Il secondo elemento era quello di rafforzare l'approvvigionamento interno e chiedevamo al Governo di rendere aperto il disciplinare della produzione, sostenendo che, in questa fase di emergenza, il tema della tutela della salute dovesse essere prevalente rispetto alla tutela dei diritti di tipo privato, in particolare di copyright, rispetto al tema delle mascherine. Chiedevamo inoltre di semplificare le procedure di autorizzazione, che in parte erano state semplificate dal Decreto Cura Italia con il sistema delle autocertificazioni dell'Istituto Superiore di Sanità, ed è questo il motivo per il quale dentro quel protocollo c'è l'Università di Bologna per facilitare il sistema dalla validazione. Chiedevamo di togliere l'iva al consumo, evidentemente considerando le mascherine come bene essenziale o, quantomeno, di ridurla al 4% e non come l'iva dei beni di consumo al 22% che, rispetto ad una fase di emergenza, era ingiustificata dal nostro punto di vista e poi chiedevamo di diversificare la distribuzione delle mascherine rispetto al rischio di contagio, dando priorità, per le mascherine con più alta funzione protettiva le cosiddette FFP2, FFP3, in particolare al personale medico-sanitario e al personale delle CRA, che si trovava a fronteggiare l'emergenza, e dall'altra parte cercare di favorire le mascherine riutilizzabili rispetto a quelle monouso, sia per un tema di sostenibilità ambientale, ricordo che le mascherine monouso andrebbero utilizzate solo una volta e dopo devono essere messe nella raccolta indifferenziata, quindi con un costo anche dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista dell'onere relativo alla distribuzione, perché ovviamente le mascherine riutilizzabili hanno un onere di distribuzione molto minore rispetto a quelle monouso che devono invece essere distribuite quotidianamente. Queste erano le indicazioni che già da diverso tempo, quindi già da fine marzo, avevamo indicato, e che poi in qualche modo avevamo condensato nel protocollo che il Comune di Bologna aveva siglato con alcune delle imprese che avevano convertito la loro produzione.
La scelta del Governo, in particolare del commissario straordinario Arcuri, è stata di diverso avviso. Come sapete e come è stato detto, l'ordinanza prevede che "Il prezzo finale di vendita al consumo dei prodotti indicati nell’allegato 1, praticato dai rivenditori finali, non può essere superiore, per ciascuna unità, ad € 0,50, al netto dell’imposta sul valore aggiunto". Dal comunicato stampa che il commissario straordinario ha mandato in data 2 maggio, si legge che da lunedì 4 maggio 2020, cioè da oggi, i cittadini che le vorranno acquistare troveranno le mascherine chirurgiche al prezzo massimo di 50 centesimi, al netto di iva, in 50 mila punti vendita che diventeranno, dalla metà del mese, 100 mila. Questo grazie ad un accordo sottoscritto con Federfarma, Assofarma e l'Adf, con le farmacie e le parafarmacie italiane che hanno 26 mila punti vendita sul nostro territorio. Tra l'altro ne approfitto per ringraziare anche Federfarma e le farmacie italiane che hanno consentito la distribuzione, come sapete, di 100 mila mascherine che provenivano dalla Regione, ma poi l'accordo prevede anche il coinvolgimento di Confcommercio, Federdistribuzione, Coop, e un uguale accordo nei prossimi giorni dovrà essere siglato con l'Associazione Nazionale dei Tabaccai, in modo da arrivare a 100 mila punti vendita sul territorio.
Nella conferenza stampa il commissario straordinario Arcuri ha anche tenuto a ringraziare alcune imprese produttrici di macchine automatiche e voglio sottolineare il ringraziamento che è stato fatto ad Ima e ad Alberto Vacchi, oltre a Fameccanica del Gruppo Angelini, perché è evidente che il tema del prezzo calmierato fissato dal Governo sulla produzione delle mascherine ha in mente proprio la loro produzione attraverso macchine automatiche e quindi questo può determinare un abbassamento dei costi che non può tener conto del costo della lavorazione delle mascherine da parte, ad esempio, delle sarte e di chi lavora nelle produzioni convertite, ma vede nella produzione automatizzata delle macchine il tema della produzione delle mascherine.
Inoltre nel comunicato si ringraziano anche Luxottica e FCA per il knowhow. Questo che cosa comporta? Sicuramente ci sono alcuni punti che sono condivisibili rispetto alla misura presa dal Governo, ad esempio l'idea di evitare le speculazioni sul prezzo delle mascherine per produrre un numero sufficiente per tutti gli italiani, si parla di 35 milioni di mascherine quando questo sistema entrerà a regime a settembre. Quindi lo stop alla speculazione sul costo delle mascherine e l'accordo con le farmacie e gli altri soggetti della distribuzione serve a calmierare la vendita e la distribuzione. Ancora rimangono invece dei punti che non sono del tutto chiari, il primo è quello rispetto a come verranno ristorati i prezzi di acquisto che erano stati sostenuti dalle farmacie rispetto al prezzo imposto. Il commissario straordinario dell'emergenza Arcuri ha rassicurato che sarà il Governo a farsi carico del differenziale tra i costi sostenuti e il prezzo imposto di cessione al pubblico, solo che in attesa di capire con quali modalità, noi ci siamo sentiti in dovere di sospendere il protocollo. Perché? Perché è evidente che la normativa nazionale si impone a tutti gli enti pubblici territoriali, quindi anche al Comune di Bologna, e dall'altra parte finché non sarà garantita la modalità di erogazione del ristoro volevamo evitare di creare confusione rispetto alle imprese che si sono convertite e che hanno già dovuto sostenere dei costi da questo punto di vista. Inoltre io continuo a ritenere che sia importante valutare il tema della sostenibilità, sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista sociale, ed è per questo che a mio avviso il tema delle mascherine riutilizzabili dovrebbe essere preferito rispetto alle mascherine monouso. Un ultimo elemento riguarda il tema dell'iva, la disposizione dell'ordinanza continua a ribadire che il costo di 50 centesimi tiene ancora dentro il tema dell'iva. Io penso che non sia corretto ancora contabilizzare il tema dell'iva che dovrebbe essere eliminata o ridotta al 4%, proprio perché sono obbligatori, sono necessarie tanto nella fase due quanto nella fase tre.
Quindi rispetto alla valutazione posso dire che, pur condividendo il tema dell'autoapprovvigionamento interno delle mascherine attraverso anche colossi di produzione automatiche come Ima, pur condividendo il tema dello stop alla speculazione sul costo delle mascherine, io credo che questo provvedimento del Governo debba intanto tenere maggiormente in considerazione il tema della sostenibilità, e quindi preferire le mascherine riutilizzabili alle mascherine monouso, e inoltre tenere presente il tema che nel momento in cui si impone un prezzo di consumo, le modalità di erogazione del ristoro devono essere contestualmente dichiarate perché altrimenti il rischio è quello di creare difficoltà per quelle imprese che ad oggi si sono convertite cercando di stare nelle regole, nel modo migliore, in modo conforme alla normativa e che adesso in questa posizione di prezzi imposti al consumo si trovano in una situazione di difficoltà. Finché non saranno chiarite queste modalità ci sembra opportuno sospendere il tema della produzione perché naturalmente non vogliamo andare contro un provvedimento del Governo e non vogliamo creare ulteriori aggravi rispetto alle imprese che si sono convertite sul territorio e che non riescono a fronteggiare il differenziale di costo".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
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