Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sulla terapia con plasma per curare il Covid

L'assessore alla Sanità Giuliano Barigazzi ha risposto questa mattina in sede di Question Time alle domande d'attualità dei consiglieri Umberto Bosco e Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulla terapia con plasma per curare il coronavirus.La ...

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L'assessore alla Sanità Giuliano Barigazzi ha risposto questa mattina in sede di Question Time alle domande d'attualità dei consiglieri Umberto Bosco e Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulla terapia con plasma per curare il coronavirus.

La domanda del consigliere Bosco
"Alla luce dell'articolo di stampa in allegato, si chiede il parere della Giunta. In particolare si chiede di sapere se, ferme restando le cautele del caso, non ritenga opportuno investire risorse al fine di avviare percorsi terapeutici sperimentali con l'uso della terapia a base di plasma proveniente da soggetti guariti".

La domanda della consigliera Cocconcelli
"Numerosi accademici statunitensi stanno utilizzando il plasma di pazienti guariti da COVID-19  per trattare i malati, in tutto il Paese. 
Il programma sulla terapia con  plasma di convalescente da Covid è stato avviato da 40 centri: 7.774 pazienti arruolati e 3.809 di loro sono stati sottoposti a trasfusione, con ottimi riscontri già pubblicati.
Il protocollo terapeutico con plasma, concordato dalla FDA degli Stati Uniti e la Mayo Clinic, in cui  la Mayo Clinic è capofila, è composto, tra gli altri, da: la Johns Hopkins University, la Washington University, l'Einstein Medical Center e la Icahn School of Medicine a Mount Sinai.
A questi aggiungo: Erasmus Medical center, Rotterdam, Assistance Publique Hopitaux de Paris, Centre Hospitalier Sainte Anne, Paris, China-Japan Friendship Hospital, Pechino, Ospedale universitario Puerta de Hierro, Madrid, Renmin Hospital Univerità Wuhan, Cina.
Non solo, a questi  prestigiosi centri si aggiunge il servizio sanitario nazionale del Regno Unito che ha lanciato ad aprile la sperimentazione tramite i suoi 23 principali centri ematici per raccogliere il plasma di convalescenti. 
Ricordo a pseudoscienziati in overdose mediatica che la conoscenza medica parte dal dubbio, che si trasforma in osservazione, ipotesi, teoria, sperimentazione e  studi a doppio cieco, quindi se è vero che le nuove terapie devono meritarsi una propria dignità scientifica e terapeutica, però si deve  avere l'umiltà di  permettere di applicare queste sperimentazioni, quando esse sono terapie conosciute ed applicate da decenni. 
Chiedo all'Amministrazione una valutazione politico amministrativa inerente la netta presa di posizione e contrarietà della Regione Emilia Romagna e dell'ex Ass. Venturi, nonchè Commissario straordinario, inerente la terapia con plasma da utilizzare nella terapia dei pazienti Covid, sapendo che in Lombardia e Veneto la terapia viene già ampliamente utilizzata e nel Veneto verrà istituita la più grande banca del sangue di pazienti che si sono ammalti e poi guariti.  
Chiedo inoltre un parere tecnico dell'assessore Barigazzi inerente a questa granitica presa di posizione".

La risposta dell'assessore Barigazzi

"Non darò risposte tecniche perché credo che la politica non debba fare diventare le terapie oggetto di dibattito politico, non abbiamo avuto dei grandi risultati in questo paese quando ci si è accapigliati su delle terapie facendo i fan una o dell’altra. Credo che la politica debba fare lavorare la comunità scientifica al meglio, lo dico come premessa generale, non è rivolta voi.
C’è un primo punto da cui partire, in data 7 maggio è uscito un comunicato dell’Agenzia italiana del farmaco, con l’Istituto superiore di sanità sono impegnati nello sviluppo di uno studio nazionale randomizzato per valutare l’efficacia del ruolo del plasma ottenuto dai pazienti guariti da Covid-19. C’è un ombrello nazionale fatto dall’AIFA e dall’ISS, a questo studio parteciperanno diversi centri a partire da quelli che sin dall'inizio se ne stanno già occupando a livello locale; credo che questo progetto ci consentirà di ottenere delle evidenze scientifiche solide sul ruolo che può giocare l’infusione di anticorpi in grado di bloccare l’effetto del virus, che sono presenti nel plasma dei soggetti guariti. Già questo mi sembra sufficiente perché si radunino sotto quell'ombrello molte delle sperimentazioni che ci sono.
I risultati mi paiono di interesse, probabilmente non sono idonei a esprimere un giudizio definitivo, ma hanno meritato l’attenzione delle comunità scientifica che si è molto attivata su questo tema, sia a livello di studi preclinici sia con la proposta di numerosi trials clinici. Voi sapete che condurre dei trials clinici controllati è di fondamentale importanza, sia per questo che per soluzioni terapeutiche. Oggi su questo dobbiamo cercare di trasformare quelle intuizioni in maggiori certezze, anche se la scienza ha sempre delle certezze provvisorie, facendolo attraverso le regole per la ricerca clinica che ha anche bisogno di tempo.
Faccio presente solo alcune cose. Rispetto a questa terapia la ricerca deve rispondere ad alcuni quesiti. Quale sia il giusto time di inizio di tale terapie, per adesso è stata applicata su pazienti in condizioni di estrema gravità, co-trattate con altre risorse, per cui è necessario verificare l’efficacia su popolazioni che sono in condizioni tali per cui sia possibile effettuare una randomizzazione, quindi pazienti meno gravi e non contrattati. È necessario verificare se sia una terapia usufruibile per tutti i pazienti o per specifiche sottocategorie, va tenuto conto, come sempre in questi casi, dei possibili effetti collaterali e verificare l’incidenza sui grandi numeri; infine capire se gli anticorpi neutralizzanti hanno un ruolo decisivo nel contrastare la malattia. Per me è una ipotesi di lavoro interessante, ho visto anche ieri una agenzia del professor Viale che andava in questo senso e diceva che la Regione adottava una linea prudenziale, ma che in qualche modo se pur non utilizzando al momento questa terapia, c’è grande attenzione ai risultati che si svilupperanno da questo studio nazionale e da quelli già in essere.
Alla fine dovranno essere questi i punti da chiarire, il time di utilizzo, i criteri di selezione nei donatori e nei riceventi, proprio in rapporto al livello di anticorpi neutralizzanti che sono spontaneamente prodotti, le dosi e il follow up. Se la ricerca chiarirà questi punti in tempi brevi, ci permetterà di accedere con criteri di certezza anche a questa risorsa che si aggiungerà ad altri studi su altre risorse che sono attualmente in studio e che speriamo appunto, poiché io sono uno di quelli che pensa che arriverà prima la terapia del vaccino, che è qualcosa di molto complesso non solo per arrivarci, ma poi per produrlo e distribuirlo, credo che siano molto promettenti quelle direzioni di studio, compresa quella del plasma. Mi pare che ci possiamo rimettere allo studio nazionale per capire quale sarà l’efficacia e speriamo che i risultati ci permettano di accedere anche a questa uova risorsa terapeutica.
L’atteggiamento mio su queste cose per quanto riguarda la sperimentazione della scienza e la politica sia farli lavorare, la sperimentazione deve fare il suo corso senza aprioristiche chiusure né cullarci in illusorie certezze che invece hanno bisogno di tempo e solide evidenze, di dati che vengono raccolti, capacità di trasformare le intuizioni in vere e proprie certezze terapeutiche".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
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