Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sulla situazione di Bologna Fiere

L'assessore Davide Conte ha risposto, in seduta di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Marco PIazza (Movimento 5 stelle) sulla situazione di Bologna Fiere.Domanda del consigliere Piazza"Visto gli articoli di stampa sul fatt...

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L'assessore Davide Conte ha risposto, in seduta di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Marco PIazza (Movimento 5 stelle) sulla situazione di Bologna Fiere.

Domanda del consigliere Piazza
"Visto gli articoli di stampa sul fatturato di BolognaFiere che perde il 70%. Poichè il Presidente Gianpiero Calzolari lancia l’SOS, serve un sostegno da parte dei soci e delle istituzioni. Pone la seguente domanda d’attualità: per avere dal Sindaco e la Giunta una valutazione politica amministrativa su quanto riportato; come valuta la grave situazione di Bologna Fiere rappresentata dal presidente; come valuta la richiesta di aiuto ai soci e come intende rispondere; come valuta la situazione dei lavoratori, la vertenza in atto e le scelte della dirigenza che hanno riacceso la protesta dei lavoratori che hanno chiesto un confronto con il Consiglio Comunale lunedì.
Se non vede il rischio che cambiare la struttura del lavoro oggi in emergenza covid passando dal lavoro dipendente a lavoro esternalizzato a chiamata, oltre ad avere ricadute negative dirette sulla qualità del lavoro e sulle sue tutele, non possa far irrimediabilmente perdere a Bologna una dei suoi tratti distintivi che aveva portata a livelli qualitativi superiori a quelli delle altre fiere italiane".

Risposta dell'assessore Conte
“Grazie consigliere Piazza, la ringrazio della domanda che ne include molte domande. Ci sono riflessioni di natura quantitativa contabile, riflessioni di natura strategica e di relazioni istituzionali, quindi è una riflessione molto importante e mi fa piacere anche farla in modo trasparente, in sede di Consiglio comunale, anche alla luce di quanto è successo, della manifestazione dei dipendenti e dei rappresentanti del sindacato della Fiera lunedì scorso in Consiglio comunale e poi in altre sedi istituzionali. Ben venga questo momento di confronto, di massima trasparenza. Ovviamente sono d’accordo sostanzialmente su tutto quanto lei ha detto, in particolar modo sulla valutazione finale, che poi è quella di natura strategica, che è importante garantire la qualità della Fiera. Siamo entrati in questa fase di crisi con alcune riflessioni aperte, il tavolo con i dipendenti era già aperto, però lì siamo arrivati con dei numeri di bilancio positivi, perché adesso abbiamo appunto il crollo descritto dal presidente Calzolari, ma la forza di questa città e la validità del suo tessuto imprenditoriale, non era soltanto del mondo imprenditoriale ma anche del mondo delle società partecipate, in varia forma come anche la Fiera. Siamo arrivati, e questo lo sottolineo sempre, e qui vedo che tutti i consiglieri sanno e hanno ben presente, siamo entrati in questa crisi determinata dal Covid comunque con i fondamentali delle aziende a posto, e questo ci permette di fare delle scelte sapendo che le aziende andavano bene, il problema è esogeno. Però ovviamente quando un problema è esogeno e colpisce in questo modo, occorre stare molto attenti e garantire la qualità. Infatti, al centro di qualsiasi riflessione politica, strategica, aziendale, rispetto quindi a tutte le società nostre, non soltanto Fiera e mi scusi se faccio un discorso più ampio, poi entriamo nello specifico di Fiera, al centro c’è la qualità del servizio e la qualità della vita dei lavoratori. Questo è per me molto importante, perché non c’è qualità del servizio senza qualità del lavoro. Questo è un problema molto importante, la chiave di volta del ragionamento che noi stiamo applicando nelle scelte che stiamo portando avanti come soci all’interno di queste imprese molto importanti per lo sviluppo del territorio, perché ovviamente ricordiamo a tutti che sì, la Fiera nello specifico aveva un fatturato che stava crescendo e che contava 200 milioni di euro, ma ricordiamo anche a tutti l’indotto di 800 milioni - che fa in tutto un miliardo di euro -, che erano quelli stimati negli ultimi anni dell’indotto di Fiera e della sua attività, e quindi capiamo qual è la sua funzione nel tessuto imprenditoriale ed ecco perché l’abbiamo così a cuore. Cosa dire delle riflessioni che lei ha fatto, quella che mi preme evidenziare ovviamente è questa, che forse è l’unica vera risposta puntuale che si può dare e che il Sindaco ha chiesto con forza l’intervento del Governo con un fondo ad hoc per le fiere e se ciò accadesse, come sembra che accada - e ovviamente è importante il ruolo sul tavolo della contrattazione e del confronto con il Governo sia da parte dei rappresentanti dell’impresa, ma soprattutto dai rappresentanti delle istituzioni -, se ciò accadesse i problemi sarebbero più facili da affrontare. Nel caso contrario, nel caso non arrivasse l’aiuto dal Governo, ci saranno problemi per tutti i lavoratori, compresi quelli a tempo indeterminato. Ovvio che parliamo di categorie professionali diverse, lavoratori ovviamente con contratti diversi, ma rendiamoci conto che dati i numeri che erano dentro alla premessa, se non arrivano aiuti dal Governo, il problema è molto serio, con l’impatto diretto sul fatturato e sulla possibilità di sviluppo dell’impresa e ovviamente sul suo indotto e sul territorio e di riflesso sulle altre aziende. Aggiungo anche un altro fatto però che per me è molto importante, perché è giusto aspettare l’aiuto da Roma, ma è anche giusto muoverci noi, e per me è molto importante evidenziare che la strategia di relazione istituzionale e quindi di lavoro con Roma, occorre che come amministrazioni locali e regionali lavoriamo anche per confermare, quello che dicevo anche prima, che alla sfida esogena non si può rispondere restando uguali ma anche cercando di fare delle scelte innovative, ragionare molto su quelle che sono le sfide regionali. Perché le sfide globali che ci troviamo ad affrontare ci obbligano a non fare più solo una politica di campanile, di piazza, o di torri, ma una strategia di via Emilia con processi aggregativi regionali che sono fondamentali in tutti i comparti. Faccio un esempio, noi stiamo lavorando tantissimo sull’aggregazione in questi mesi del comparto agroalimentare, dove il Caab, con gli altri mercati di Rimini, Cesena e Parma sta facendo un ragionamento molto avanzato su cui, quando avremo informazioni più dettagliate mi farebbe piacere riportare anche in Consiglio e in commissione, una riflessione molto interessante perché evidenzia il fatto che sì, è importante l’aiuto da Roma, ma è interessante sviluppare le strategie locali, che nel caso del Caab e dei mercati agroalimentari vanno nella direzione evidente di una fusione comunque di una creazione di un soggetto il più unitario possibile. Nel caso delle fiere il dibattito è aperto, ma è evidente che la strategia della via Emilia è una strategia vincente, la strategia della via Emilia che apre verso altri mondi, verso altri Paesi, verso altre regioni e che evidenzia la capacità di avere dei fondamentali imprenditoriali nelle fiere del territorio molto forti che ci obbligano a fare ragionamenti strategici il più condivisi possibili. Noi dobbiamo lavorare, in questa fase di crisi, non per dividere ma per tenere più unità la comunità regionale, comunità cittadina, comunità regionale, ma il Governo deve capire che devono fare di più, abbiamo bisogno non solo di una politica fatta di bonus, di interventi puntuali, ma di una politica buona in grado di fare sintesi e fare sinergie. Siamo arrivati in questa fase di crisi troppo divisi tra di noi, un po’ come istituzioni ma anche come persone, e a questo siamo arrivati dopo decenni secondo me con anche un po’ di disumanizzazione, sia dell’economia che della società. Abbiamo perso il fondamento dell’umanità che è proprio quello di avere fiducia nel prossimo. Quello che noi dovevamo dimostrare anche al Governo è, non una politica puntuale e precisa, e chirurgica, come ha fatto fino adesso e che serviva a intervenire per risolvere problemi puntuali perché avevamo delle ferite aperte, ma occorre fare quasi una fisioterapia adesso, dall’aver sanato delle ferite aperte puntuali, fare una scelta strategica più ampia che ponga al centro appunto non soltanto il capitale economico, che arriverà il Recovey Fund, probabilmente sì, ma anche capitali sociali, capitale di fiducia, perché il Recovery Fund è un po’ come una pianta. Gli investimenti in generale, le risorse che arriveranno da Roma sono un po’ come una pianta, come un seme, se vogliamo che questo seme germogli e cresca una pianta nuova, sufficientemente forte da poter affrontare le sfide del futuro, bisogna avere un terreno fertile, questo terreno fertile, secondo me noi in Emilia-Romagna ce lo abbiamo, si chiama fisicamente via Emilia ed è la nostra capacità di lavorare insieme, avere fiducia nel prossimo e capacità di innovare. Quindi in conclusione presidente, quello che mi viene da sottolineare è che l’attenzione nei lavoratori è totale e assoluta, se non arriva l’aiuto da Roma il problema è grave e impatterà su tutta la struttura, non solo sui lavoratori precari, ma è fondamentale mantenere la qualità dell’impresa. Dall’altro lato sottolineo l’importanza però che non bastano i soldi per uscire dalla crisi. Occorre che cambiamo la nostra visione del mondo e delle relazioni, perché se vogliamo che qualsiasi aiuto arrivi sia un seme che produca una pianta forte, occorre che il terreno sia fertile e ben preparato per questo. Occorre fiducia e capacità, di lavorare insieme, fiducia tra di noi e fiducia nel futuro".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:49
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