Question Time, chiarimenti sulla situazione delle aziende del territorio
L'assessore Marco Lombardo, ha risposto questa mattina, in sede di Question time, alle domande d'attualità della consigliera Gabriella Montera (Partito democratico) e del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) sulla situazione del...
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L'assessore Marco Lombardo, ha risposto questa mattina, in sede di Question time, alle domande d'attualità della consigliera Gabriella Montera (Partito democratico) e del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) sulla situazione delle aziende del territorio.
Domanda della consigliera Montera
"Avendo letto che in Emilia Romagna sono cresciute in maniera esponenziale le ore di cassa integrazione con un aumento a Bologna di più del 32% rispetto al 2018, consapevole che questo balzo è dovuto alle crisi di grandi aziende come Mercatone Uno, La Perla e la Marelli; chiedo al Sindaco e alla Giunta qual è lo stato delle trattative in corso fra I vari soggetti interessati, in riferimento alla aziende del territorio bolognese, per conoscere le prospettive di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie".
Domanda del consigliere Martelloni
"Visti gli articoli di stampa apparsi in merito alla crisi del Mercatone 1; vista la condizione economica e occupazionale in cui versano, da tempo, i lavoratori e le lavoratrici; pone la seguente domanda d’attualità: per sapere se l'Amministrazione intenda intraprendere iniziative finalizzate ad assicurare la tutela dei lavoratori occupati negli stabilimenti di Bologna. Per sapere quale sia la valutazione politica dal Sindaco e dalla Giunta in ordine alla suddetta crisi aziendale e alle conseguenze che i lavoratori e le lavoratrici stanno subendo e subiranno".
Risposta dell'assessore Lombardo
"Ringrazio per le domande e in particolare la consigliera Montera per aver circostanziato i numeri di alcune delle crisi che riguardano questo territorio e che quindi mi consentono di dare per illustrata una parte dei fatti e permettendomi di concentrarci sui tentativi di risposta che entrambe le domande dei consiglieri mi hanno posto. Voi sapete che in diverse occasioni ci siamo confrontati in quest'Aula, ma anche nelle udienze conoscitive e nelle commissioni su un tema più generale che è quello del come si fa a tutelare il lavoro dalla prospettiva dell'amministrazione locale, di un Comune, e sopratutto di che cosa voglia dire oggi tutelare il lavoro, se sia solo una questione legata al posto di lavoro o se sia un ragionamento necessario da fare sulla qualità del lavoro. Più volte, in diverse occasioni, anche grazie ad alcuni elementi portati avanti dall'Amministrazione comunale di Bologna, ho detto che il tema dei numeri occupazionali evidentemente, per il tipo di transizione che stiamo affrontando, non è più sufficiente, è necessario ma non è più sufficiente, perché dobbiamo fare un ragionamento sulla qualità dell'occupazione, che è però un ragionamento molto complesso e difficile anche da quantificare.
Detto questo, dico che che i numeri, a volte, non dicono, se si guardano solo da un certo punto di vista, per esempio il tasso di occupazione o di disoccupazione, se il lavoro è un lavoro di qualità. Se all'aumento dei posti di lavoro si segnala una diminuzione delle ore lavorate, o se abbiamo dati che segnalano un forte aumento delle ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria, quello non è un lavoro di qualità. Certo, i dati qui sul nostro territorio sono più alti che altrove, perché siamo stati interessati anche da grosse crisi aziendali, la Magneti Marelli, Mercatone uno, più recentemente Bio on, la Perla, etc. Io penso che gli aumenti che in questi anni ci sono stati, soprattutto sul tema dell'export, siano stati straordinari e vadano rivendicati con orgoglio, ma occorre un bilanciamento tra le attività che le nostre imprese fanno nel mercato estero e quelle che possono fare nel mercato domestico, altrimenti dipenderemo troppo dagli elementi di crisi internazionale, un arretramento o un rallentamento dell'economia tedesca, i dazi di Trump, o altre vicende, oggi abbiamo il coronavirus, non pensate che non abbia un impatto sulla circolazione delle persone o delle merci e per questo rischiamo di non avere gli strumenti per poter fronteggiare il rischio, e anzi dovremo giocare in difesa, in un ruolo che non può essere che quello dei tavoli di salvaguardia, in cui il nostro obiettivo è sempre stato, di comune accordo con la Regione, la salvaguardia dei posti di lavoro e la salvaguardia della capacità produttiva dell'azienda.
Dico questo perché, a mio avviso, fare un salto di qualità significa anticipare la soglia del nostro intervento e quindi, quando parliamo di un piano sulla Green economy, di cui tanto si parla a livello nazionale, come si può fare un piano sulla Green economy se non si fa un piano di transizione, di accompagnamento all'elettrico che riguarda soprattutto territori come questo che evidentemente della meccanica, della meccatronica, dell'automotive hanno delle filiere di eccellenza? Più volte mi sono ritrovato a proporre un ragionamento di questo tipo, e mi auguro che questi suggerimenti vengano accolti dal neoassessore Colla, al quale consentitemi di fare gli auguri di buon lavoro, considero la sua nomina un fatto molto importante rispetto all'attenzione che la Regione ha sempre messo e vuole continuare a mettere sui temi del lavoro e dell'economia. La proposta a cui accennavo veniva dalla Fiom di Bologna, di ragionamento, che questo: 'se in Germania, di fronte a questa transizione, la parte sindacale, insieme alle istruzioni, insieme alle imprese fa un accordo che dice sospendiamo i licenziamenti delle persone e accompagniamole verso la transizione all'elettrico perché sarà una rivoluzione industriale', questo stesso ragionamento lo si può fare in un territorio come quello emiliano-romagnolo o come quello bolognese che evidentemente, per numeri, per qualità positive e, permettetemi, per metodologia di lavoro, di strutturazione e di concertazione ha diverse caratteristiche simili a quello tedesco, o saremo costretti a lavorare tavolo per tavolo, crisi per crisi, azienda per azienda e non avremo gli strumenti.
Altro tema, ci sono naturalmente casi diversi che andrebbero affrontati singolarmente, le crisi possono essere causate da diverse cose, a volte ci sono dei casi di cattiva gestione del management, di cattiva gestione imprenditoriale, scelte strategiche sbagliate. Voi sapete quanto io abbia criticato il fatto che la Perla si sia lanciata in un mercato che evidentemente nulla aveva a che fare con la tradizione produttiva di eccellenza invece che era della lingerie di lusso, e ieri c'è stata una interessante indagine di Confindustria rivolta a una platea di tantissime piccole imprese che, lo ricordo, è l'ossatura della nostra produzione: o il sistema produttivo è l'insieme del sistema pubblico e si rende conto che la competizione in questo sistema non si può fare più sul costo del lavoro, ma si deve fare evidentemente sull'innovazione, sulla ricerca, sull'idea di sistema, oppure noi saremo perdenti. Come ha detto qualcuno prima di me è come immaginare di giocare a calcio mentre gli altri stanno giocando a rugby, se noi non capiamo quali sono le regole del gioco, evidentemente ci condanniamo a una sconfitta anticipata. Ma noi possiamo anche determinarle le regole del gioco, nel Protocollo appalti quello che abbiamo fatto non è stato solo fare da arbitri e determinare le regole del gioco, ma anche fare da player e orientare un modello produttivo verso, per esempio la qualità del lavoro e dei servizi. E dobbiamo farlo noi al nostro interno, come ente pubblico, per essere credibili e poi chiederlo anche alle parti private. Rispetto ai singoli temi, il Mercatone uno, voi sapete che c'è un tavolo nazionale e poi c'è un tavolo regionale, noi abbiamo sempre partecipato a queste riunioni per portare la nostra esperienza, una cosa è chiara, l'ho detto anche al tavolo del Ministero, non ci può essere valorizzazione dell'immobile che non tenga conto della salvaguardia dei lavoratori, lo dicono sapendo che tra i diversi punti vendita che Mercatone Uno ha nella rete nazionale, quello di Bologna ovviamente è tra i più strategici tra i più appetibili dal punto di vista del mercato. Ma non ci può essere un ragionamento sull'immobile, senza un ragionamento sulle persone che quell'immobile l'hanno animato per tanti anni di vita professionale. E questo riguarda ovviamente anche il comparto della logistica, che come sapete invece interessa la città metropolitana, in particolare San Giorgio di Piano. Poi è chiaro che la sentenza che prima veniva citata ha delle ripercussioni per esempio sul tema dei clienti, sul tema dei fornitori, perché bisogna guardare tutta la filiera, non solo i lavoratori ma anche la filiera dei clienti. Ovviamente saluto con favore l'intervento del Governo sull'estensione della cassa integrazione, che altrimenti scadeva dicembre e che è stata prorogata, ricordando che uno dei temi che i lavoratori ci hanno sempre chiesto è anche sulla base di quale fonte, perché hanno avuto un contratto che però a sua volta era già stato di riduzione in termini di orario e di compenso rispetto all'accordo precedente.
Sulla Bio on, qui ci sono i curatori fallimentari c'è il tribunale che se ne sta occupando, noi stiamo facendo la nostra parte - di questo devo sempre ringraziare l'assessora Palma Costi perché abbiamo sempre lavorato di squadra, in leale collaborazione, avendo chiari gli obiettivi che dal punto di vista della Regione e del Comune volevamo trattare -, sono convinto che si farà un lavoro importante per valorizzare l'impresa, distinguendo il piano finanziario da quello economico produttivo. Se sono stati fatti errori o sono stati commessi reati sul tema finanziario, questi non devono ricadere sul tema produttivo, perché la domanda che ci dobbiamo porre è: lo stabilimento - benché diciamo, il core businnes dell'attività non fosse la produzione, ma forse più che altro l'elaborazione di brevetti e marchi che evidentemente sul tema della riconversione ecologica dell'economia circolare hanno molto che fare -, dicevo lo stabilimento produttivo ha capacità, è sostenibile sul mercato, produce un elemento di un servizio che si tiene sul tema dell'economia circolare? Se sì, evitiamo che vada, magari dopo essere stato risanato, acquistato altrove e cerchiamo di tenerlo sul territorio, perché potrebbe essere interessante rispetto alla transizione all'economia circolare di cui si parlava pocanzi. Poi c'è il tema del La Perla, voi sapete che noi ci siamo fermati sul tema dei 126 licenziamenti, abbiamo accompagnato le lavoratrici e le organizzazioni sindacali in una battaglia perché non ci fosse la possibilità di un taglio così drastico, così radicale, senza prima quantomeno una concertazione, che è la metodologia che ovviamente dobbiamo sempre utilizzare e che sono contento che Colla abbia ripreso come un elemento qualificante anche all'interno del rinnovo del Patto per il lavoro. Ci sono degli incontri, sui quali non posso aggiungere delle altre informazioni, perché è giusto che siano in questo momento riservati, però posso dire questo: poiché c'è un momento in cui bisogna decidere la procedura di mobilità volontaria, cioè quante lavoratrici hanno deciso di andare a mobilità volontaria e quindi in qualche modo a ridurre il tema dei 126 licenziamenti; dico solo questo, che c'è anche un altro tema, che andava di pari passo con questo percorso, cioè il tema del piano industriale. È fondamentale che l'azienda presenti un piano industriale che sia sostenibile nel tempo, perché la sostenibilità va valutata come dico sempre dal punto di vista economico, dal punto di vista sociale, dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista temporale, nel tempo.
Sulla Demm, voi sapete che c'è un tavolo in Città metropolitana, c'è un interesse e un focus aperto, anche da parlamentari del territorio, che coinvolge il tema della dispersione produttiva nelle aree dell'Appennino, e su questo mi sembra che anche il Presidente della Regione come primo gesto simbolico l'essere ritornato in quei territori, voglia porre un'attenzione particolare su questi temi. Concludo, ma ovviamente di queste cose è sempre molto utile e interessante confrontarmi con voi, dicendo che credo che quello che noi possiamo fare come Comune è mettere le nostre esperienze, i nostri strumenti - prima veniva citato Insieme per il lavoro - a disposizione della Regione per il nuovo Patto regionale, con questa premura, che non sia più solo un Patto per il lavoro, ma sia un patto per la buona occupazione e che molti degli elementi, che prima cercavo di citare, possano rientrare in questo ragionamento strutturale che evidentemente riguarda non solo le politiche del lavoro, ma anche politiche di sviluppo economico e politica industriale del territorio".