Question Time, chiarimenti sulla riorganizzazione del Sant'Orsola
L'assessore Giuliano Barigazzi, ha risposto, in seduta di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulla riorganizzazione del Sant'Orsola. Domanda della consigliera Cocconcelli"Nel mega piano di r...
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L'assessore Giuliano Barigazzi, ha risposto, in seduta di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulla riorganizzazione del Sant'Orsola.
Domanda della consigliera Cocconcelli
"Nel mega piano di riorganizzazione ospedaliera post Covid si parla di 400 posti letto in meno, che corrispondono a 20 U.O. sottratte all'assistenza dei pazienti.
La sottoscritta, assieme ai sindacati Cimo e Nursind, è da mesi che denuncia con interventi di inizio seduta (ultimo intervento, di innumerevoli, il 15.06.2020), interventi in commissione (innumerevoli!!), domande di Question Time (innumerevoli, l'ultimo del 26.05.2020) la situazione della carenza e ristrutturazione dei vari reparti della rete ospedaliera metropolitana. Nella Commissione Ospedalità e Territorio dell'Ordine dei Medici di Bologna, di cui sono membro attivo, ho espresso le mie perplessità inerenti la dislocazione/ristrutturazione dei posti letto del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, quando vi sono interi padiglioni vuoti che potrebbero essere riadattati all'uopo: penso ai padiglioni 1, 11, 25, 27, 28, 29 (vecchia Clinica Medica, padiglione Magnani etc).
Chiedo all'Assessore Barigazzi una valutazione politica nel merito e cosa si è deciso nella recente CTSS; vorrei sapere anche se sia stata eseguita una mappatura degli spazi inutilizzati all'interno dei padiglioni del Sant'Orsola Malpighi e se questi padiglioni vuoti siano stati fatti visitare all'Ass.Regionale Donini, nella recente visita da lui eseguita presso il Policlinico, alcuni padiglioni recentemente ristrutturati. Chiedo anche se sia stata redatta una informativa inerente i posti letto da eliminare e delle camere da ristrutturare delle U.O. specialistiche interessate e delle strutture in cui andrebbero a ricollocarsi e per qual motivo i padiglioni 1, 11, 25, 27, 28, 29 non vengono ristrutturati e riadattati. Chiedo altresì che tipo di contratti verrebbero attivati con gli OPA (Osp. Privati Accreditati) e con quali costi a carico dell'azienda e quali sono i tempi di rientro al Sant'Orsola-Malpighi;
Vorrei anche sapere se si intende procedere con delibere attuative senza alcuna discussione con le parti sociali, Sindacali, Mediche/Sanitarie e se sia previsto anche uno smembramento del Dip. di Geriatria e Riabilitazione spostandolo nel privato accreditato, spiegando anche come si coniuga questo spostamento con il potenziamento della medicina del territorio?".
Risposta dell'assessore Barigazzi
"Grazie per la domanda perché mi permette di fare un po’ di chiarezza, dico subito, e sgombro il campo, che non c’è nessun piano per adesso che riguarda i posti letto. Questo piano, abbiamo detto l’8 luglio in Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria, verrà presentato a settembre, perché si sono insediati due nuovi direttori generali, uno del Rizzoli e uno dell’ASL che sta per arrivare e quindi è giusto che questa programmazione venga fatta da tutti i tre direttori, compreso tra l’altro anche quello di Imola, presenti in termini metropolitani e venga presentata a settembre la possibilità con un piano di medio e lungo periodo come ho già detto più volte, e lo dirò fino allo sfinimento, non è un piano di taglio di posti letto, è un piano per mettere in sicurezza, nel dopo Covid, tutta la nostra rete ospedaliera. Sarà un piano che tenderà ad applicare, e c’è un lavoro di interlocuzione con la Regione in questo senso, i nuovi parametri per lavorare in sicurezza negli ambienti ospedalieri, così come lo stiamo facendo sul piano ambulatoriale e specialistico, e per garantire la sicurezza dei pazienti che ospitiamo. Quindi quel piano viene presentato a settembre, sia per il motivo che dicevo prima, cioè il dover essere redatto assieme ai tre nuovi direttori compreso anche quello di Imola perché ci sono varie integrazioni con l’ASL di Imola che poi proporranno alla Regione e alla conferenza sociale sanitaria, e in secondo luogo per avere la possibilità di discuterne appunto con le parti sociali.
Noi abbiamo approvato un verbale di incontro con le organizzazioni sindacali confederali solo sulle linee guida per adesso e quindi il piano dovrà essere coerente anche con queste linee guida e quindi la seconda motivazione per cui andiamo a settembre è proprio che, come diceva lei, vogliamo dare la possibilità di un’ampia discussione con le parti sociali ma anche con i professionisti, questo naturalmente è un compito che si devono assumere le aziende, in terzo luogo si va a settembre perché è un piano, quindi ci vuole un po’ di tempo giustamente per redigerlo. Questo documento vuole essere soprattutto un piano di valorizzazione, un piano di visione per i prossimi anni, un piano che fa dell’integrazione tra le aziende, tra le reti cliniche la sua cifra principale dell’agire. Quindi non è semplicemente un piano dove applichiamo delle misure di sicurezza che ci impone la vicenda della pandemia, e che sarebbe ovviamente già una cosa molto seria da fare, ma vuole essere un piano dove vogliamo valorizzare i nostri ospedali , dove vogliamo integrare le reti cliniche tra loro, dove vogliamo integrare le reti cliniche ospedaliere con quelle territoriali e quindi assieme a quel piano riprenderemo tutta la progettualità per l’assenza di servizi territoriali e come anche qui ci ha insegnato la pandemia, è forse una delle questioni principali che noi dobbiamo affrontare per metterci in sicurezza in senso più ampio per il futuro. Ci saranno quindi tutte le cose che lei chiede consigliera, cioè la mappatura, la possibilità di trovare il più possibile gli spazi all’interno delle aziende pubbliche, l’utilizzo dei vari padiglioni al Policlinico Sant’Orsola, perché è chiaro che è quel policlinico che viene particolarmente investito dalle nuove misure di sicurezza ma anche qui è un’occasione davvero per un nuovo policlinico, quindi anche quello è un pezzo della visione che dovremo costruire e tutto quello che lei chiede verrà preso in considerazione, spiegato e discusso proprio nel piano di settembre. Oggi quello che si va facendo sono semplicemente una serie di azioni che dureranno fino a settembre, quindi non ci sono decisioni di lungo periodo, una serie di azioni che non chiamerei nemmeno piano ma che ci portano fino al 30 di settembre a fare tre cose: avere alcune misure di sicurezza per operatori e pazienti, la ripresa delle attività ordinarie soprattutto insomma in ambito chirurgico per il piano di recupero di tutte le prestazioni che sono state rimandate durante il lockdown, che è già iniziato ma che appunto con queste azioni ad andare alla fine di settembre si può ulteriormente implementare, e anche garantire naturalmente al personale di godere delle ferie estive, personale che abbiamo sempre ringraziato naturalmente e che anch’esso deve poter godere del diritto delle ferie, e che abbiamo distribuito su un periodo più ampio che arriva appunto al 30 settembre.
In questa fase diciamo non vengono prese decisioni di medio e di lungo periodo, è una fase che tradizionalmente era quella di una riduzione per le ferie estive, in questo caso non c’è un piano di riduzione delle attività che in realtà non è certo quello degli altri anni, anzi addirittura in questo caso cerchiamo, come per esempio fa l’Ospedale Rizzoli, di incrementare la sua attività per recuperarle prestazioni pregresse, e intanto le aziende cominciano a lavorare su un piano di più lungo periodo, di medio e lungo periodo che, ripeto, non vorrei fosse chiamato un piano di tagli, perché non ci sarà nessun taglio. È un piano dei cui numeri non parlerei più sui giornali, fino a che non li presentiamo, francamente come sapete io non ho parlato di numeri, sarà un piano appunto che pur partendo dalle necessarie operazioni, bisognerà fare per mettere in sicurezza gli ospedali, le nuove misure per il de-affollo, vuole essere un piano di valorizzazione, di visione del futuro, di assetto della nostra sanità proprio per i prossimi anni, sulle direzioni che dicevo. Anche qui, la raccomandazione è che non parliamo solo di reti ospedaliere ma soprattutto dell'integrazione al loro interno e con quelle territoriali e dell’assetto invece della sanità territoriale che è uno dei punti fondamentali che ci porteranno e che in tutte le democrazie occidentali che hanno dovuto affrontare questo tema della pandemia, abbiamo capito che è uno degli elementi fondamentali per una buona riuscita nel garantire la salute pubblica".