Comunicati stampa

Comunicati stampa

Question Time, chiarimenti sulla riorganizzazione degli ospedali nella Fase 2

L'assessore alla Sanità Giuliano Barigazzi ha risposto, nel corso della seduta di oggi, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulla riorganizzazione degli ospedali nella Fase 2. Domanda d'attualit&agra...

Data:

:


L'assessore alla Sanità Giuliano Barigazzi ha risposto, nel corso della seduta di oggi, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulla riorganizzazione degli ospedali nella Fase 2.

Domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli:

“Non c'è dubbio che gli ospedali pubblici cittadini vadano riorganizzati alla luce della pandemia. Si parla di una rimodulazione dei posti letto: 70 posti letto in meno presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli e 350 presso il Policlinico Sant'Orsola.
Riducendo i posti letto nelle strutture sanitarie pubbliche si allungheranno le liste d'attesa, in particolar modo per la chirurgia elettiva ortopedica, dove sono in lista 5.800 pazienti in classe C, rapportabili ad interventi di protesi anca e ginocchio, 1.150 pazienti in classe B e 2.650 pazienti in classe D.
Chiedo un valutazione politica all'assessore Barigazzi e chiedo anche se vi sia stato un confronto fra le varie sigle sindacali; chiedo inoltre come verrà rivalutato l'intero processo organizzativo ospedaliero pubblico/privato, alla luce della Conferenza territoriale socio-sanitaria e se, e come, questi posti letto, ridistribuiti nelle strutture ospedaliere private accreditate, verranno poi recuperati”. 

Risposta dell'assessore Barigazzi:

"Provo a ordinare la risposta perché ordinando i temi della risposta spero di ordinare anche la discussione pubblica che facciamo sui temi, importanti, che lei ha sollevato, consigliera. Non vorrei che facessimo una discussione ancora prima di aver visto il dettaglio delle possibili soluzioni e le linee strategiche che Conferenza, Regione, Università daranno alle Aziende sanitarie dell’area metropolitana per redigere un Piano che è dettato esclusivamente dalla necessità che si porta dietro la pandemia che stiamo ancora vivendo, se pur fortunatamente con una intensità assai ridotta rispetto ai primi tempi, di nuovi standard strutturali compatibili con quella che potremmo definire l’era covid, che ci accompagnerà a lungo. Da oggi, non solo per il tempo che durerà ancora la convivenza col virus, che si presenta piuttosto lunga nel tempo, purtroppo, ma anche con il fatto che pandemie di questo tipo negli ultimi 20 anni cominciano a essere sempre più ricorrenti, dovremo adattare tutti i nostri ospedali, i nostri servizi territoriali, ma in generale tutta la vita sociale anche a nuovi standard di sicurezza a cui prima eravamo meno abituati e che erano meno necessari. Pur tuttavia, questi ambiti di sicurezza non potremo più tralasciarli.

Per adesso c’è stata solo una ricognizione che hanno fatto le Aziende di cosa vorrebbe dire adeguare ai nuovi standard strutturali la nostra rete ospedaliera metropolitana. Non c’è nessun piano di tagli, di risparmio, come leggo sui giornali o di altro, c’è per adesso una ricognizione che pone in evidenza una necessità in particolare al Policlinico Sant'Orsola, di adattare padiglioni a nuovi standard strutturali, che per altro dovevano comunque essere fatto, mi riferisco in maniera particolare ai padiglioni 1 e 2, con posti letto troppo fitti nelle camere; un policlinico di quel livello aveva già in animo di trasformarsi nel grande ospedale che è anche in termini alberghieri e nei luoghi dove non era ai livelli massimi. Oggi ovviamente le nuove esigenze di distanziamento di carattere strutturale, come ha visto c’è anche un tecnico dell’OMS che sta collaborando con il settore solo per questo, impongono ulteriori adeguamenti. Noi daremo alcuni indirizzi strategici per redigere il piano, lo discuteremo quando lo vedremo e immagino si troveranno risposte alle questioni che lei poneva, se è necessario mandarli tutti fuori o se c’è spazio per fare altro all'interno del Policlinico. Io mi immagino che quando il Piano sarà presentato ci sarà una proposta che terrà conto di che cosa è possibile fare li e di cosa è possibile fare spostandosi, se non è possibile farlo all'interno del Sant'Orsola. Credo che tra la linee direttive che dovremo dare alle Aziende ci sia quello della rimodulazione del piano investimenti, quello di ulteriori finanziamenti che sono possibili grazie al Decreto Rilancio, la Regione dovrà chiederli per finanziare ulteriormente questi interventi strutturali e che ritornino quei posti. Se ci sarà bisogno del supporto logistico del privato accreditato e parlo di supporto logistico e nessuna esternalizzazione di funzioni, quindi di affitto di spazi, nel momento in cui non ci sarà più questo bisogno deve esserci il ritornino nel sistema pubblico, per me non c’è nessun dubbio che questo debba avvenire, io credo che sia questo quello che da parte della CTSS verrà chiesto alle Aziende e che condivideremo con Regione e Università. Se avremo bisogno di un supporto di spazi per continuare le funzioni che rimangono pubbliche in particolar modo del Policlinico San’Orsola, bisognerà avere dei tempi per il rientro definiti in quel piano; se questo sarà necessario lo si fa per garantire la qualità la continuità a quegli interventi che lei rammentava e che sono urgentissimi, cioè il recupero di tutta la parte programmata e l’apertura anche di una nuova programmazione di ricovero per le persone, le altre malattie non si sono fermate, come abbiamo già detto più volte in questo Consiglio. Quindi attenzione a non spostare il confronto e il dibattito su presunti tagli che non ce ne vogliono assolutamente essere, anzi, l’ho detto nell'intervista che ho fatto con Repubblica, una delle cose che ci rammenta la pandemia è che doveremmo sempre più parlare dell’efficacia dei nostri interventi e meno di bilanci ed efficienza. Il bilancio è un vincolo, ma non è il fine, il fine è l’efficienza degli interventi, la qualità e la continuità dei medesimi.
Ho cercato di ordinare i paletti della discussione perché quando avremo il Piano alcune risposte alle sue domande potranno essere date in maniere più precisa, oggi mi sono limitato a dire che questo dovrebbe essere il quadro strategico entro cui inserire la necessità di adeguare la nostra rete ospedaliera metropolitana. Un’occasione straordinaria per alzare la qualità anche alberghiera e di sicurezza dei nostri ospedali, anche se nel resto della provincia è già molto alta, e per valorizzare alcuni processi dei nostri ospedali periferici, posti al di fuori della città di Bologna".

Altre informazioni

Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
Back to top