Question Time, chiarimenti sulla regolamentazione dei lavoratori del settore teatro
L'assessore Matteo Lepore ha risposto, in seduta di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Emily Marion Clancy (Coalizione civica) sulla regolamentazione dei lavoratori del settore teatro. La domanda della consigliera Clancy...
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L'assessore Matteo Lepore ha risposto, in seduta di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Emily Marion Clancy (Coalizione civica) sulla regolamentazione dei lavoratori del settore teatro.
La domanda della consigliera Clancy
"Considerato che il settore degli operatori e delle operatrici culturali, dello spettacolo, della musica, delle arti, purtroppo già molto precario, è stato duramente colpito dall’emergenza Covid19; viste le manifestazioni dei lavoratori e lavoratrici della cultura e dello spettacolo, sia a livello nazionale che locale - la mobilitazione nazionale Senza Cultura, Nessun Futuro, il flashmob del 27 maggio scorso Mi Riconosci ? Sono un professionista dei beni culturalicon operatori e operatrici dello spettacolo, RitmoLento e Opera, la manifestazione del 30 maggio scorso che ha coinvolto professionisti dello spettacolo e della cultura, Adl Cobas Emilia Romagna, Attrici e Attori Uniti, Facchini dello spettacolo e altri; considerata la manifestazione regionale del 19 maggio dei lavoratori e delle lavoratrici dei teatri, dei cinema, delle cooperative dello spettacolo, delle fondazioni lirico-sinfoniche, del cine-audiovisivo e delle troupe cinematografiche, insieme a scritturati, intermittenti e professionisti con partita iva; considerati gli incontri che si sono svolti fra rappresentanze di questa categoria di lavoratori e lavoratrici e l’Assessore alla Cultura Matteo Lepore; considerata la proposta avanzata dal gruppo consiliare Coalizione Civica sulla regolamentazione di questo settore e sulla creazione di una Carta dei Diritti dei Lavoratori e delle Lavoratrici Culturali sul nostro territorio; pongo la seguente domanda di attualità:
- per avere una valutazione politica dal Sindaco e dalla Giunta su questo tema e sulla proposta di regolamentazione di questo segmento del lavoro in città;
- per conoscere l’esito degli incontri fra la giunta e i professionisti e le professioniste del settore culturale;
- per conoscere più nel dettaglio quali azioni intenda intraprendere l’Amministrazione per tutelare questa categoria così duramente colpita dall’emergenza sanitaria".
La risposta dell'assessore Lepore
"Grazie presidente , ringrazio molto la consigliera Clancy per la domanda. Informo il Consiglio che questa mattina ho incontrato i lavoratori della cultura scesi in piazza per la manifestazione promossa dalla CGIL. Nei giorni scorsi, insieme all'assessore al lavoro Marco Lombardo ho incontrato anche CGIL CISL UIL nelle categorie dello spettacolo e precedentemente avevo incontrato anche quelle realtà che erano scese in piazza con flash mob e altre iniziative appartenenti a varie di movimenti e altri sindacati di base. Tutte le richieste che ho raccolto vanno nella direzione di una richiesta di impegno politico della nostra Amministrazione nei confronti della tutela e della promozione del lavoro culturale. Su questo sono impegnato da mesi- e ho già avuto modo di parlarne, sia in commissione che in Consiglio - insieme ai miei colleghi assessori alla cultura delle Città Metropolitane. Si è creata, come sapete, una rete di 12 assessori che ha intenzione, adesso con la nuova fase dell'emergenza, di portare avanti un lavoro su due fronti che abbiamo già comunicato anche al Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini: il primo è quello di dare la disponibilità delle nostre città e degli assessori alla cultura di proporre un piano strategico per il rilancio della cultura nel nostro Paese, il secondo punto è quello di dare la disponibilità delle Città Metropolitane a promuovere un percorso di tutela e promozione del lavoro culturale, attraverso la costituzione di una rete nazionele, che assieme ai sindacati e alle altre associazioni di rappresentanza, partecipi al lavoro del Parlamento e del Governo in sede legislativa. C'è da portare a compimento il Codice unico dello spettacolo e c'è da portare a compimento quel lavoro che anche le misure che il Governo e il Parlamento hanno intrapreso attraverso i decreti hanno anticipato, ma è molto importante che non si parli solo di ammortizzatori sociali ed indennità che pure - e lo ricordo, perchè è una delle istanze anche importanti dei lavoratori in piazza - vanno pagate, perché nonostante siano state previste, in alcuni casi l'INPS non le ha ancora erogate.
Detto questo non bastano gli ammortizzatori e le indennità, ancorché preziosi, serve uscire dall'emergenza con una strategia chiara. Le città possono essere una risorsa, perché non sono delle lobby di parte, è non dò un'accezione negativa al termine lobby, ma è certo che le singole associazioni rappresentano singoli interessi, soprattutto in un mondo così frammentato come quello culturale. E' importante che le città e i sindacati insieme, in una logica confederale, tutelino e promuovano la cultura come uno degli elementi principali della nostra Costituzione, del lavoro e dell'economia italiana. Su questo ho dato la mia disponibilità a tutte le parti che ho incontrato e l'ho data anche oggi ai sindacati, e per questo è mia intenzione, insieme all'assessore Lombardo, istituire a livello metropolitano un tavolo che dia seguito al "Tavolo per la sicurezza delle filiere produttive in ambito culturale e dello spettacolo", che all'uscita di questa emergenza continui a mantenere un rapporto con il mondo dei sindacati territoriali delle realtà culturali. In quella sede potremo portare avanti anche un'idea di osservatorio su quello che è l'impatto della cultura e delle filiere creative e culturali del nostro territorio metropolitano. Esiste già uno strumento regionale, ma è molto importante che per la prima volta si apra un confronto con il mondo del lavoro della cultura che non sia solo settoriale, ma complessivo. Infine, come ho già detto, anche agli interlocutori che ho incontrato, è possibile da parte nostra sottoscrivere una carta, o un protocollo, comunque un impegno a promuovere e tutelare il lavoro delle filiere culturali e creative ad ampio spettro e a non sostenere il lavoro gratuito come uno degli elementi fondamentali degli impegni. Con l'assessore Lombardo ci siamo detti che potrebbe essere importante, più che una carta che regoli - cosa che in un settore come questo, già pieno di contratti nazionali, non potrebbe che chiedere il rispetto dei contratti di lavoro già esistenti - sarebbe interessante un manifesto, o un carta che vada ad ampliare quello che abbiamo già fatto nell'ambito del protocollo appalti dove sito per sito, settore per settore andiamo ad indicare quali sono i valori principali, i principi da rispettare e da promuovere per l'occupazione piena e buona di alcuni settori. Ecco, quindi io dò disponibilità rispetto alla proposta di Coalizione Civica. Credo che ci sia da raccogliere anche il lavoro che la presidente Mazzoni ha fatto in commissione attraverso numerose udienze conoscitive che peraltro continueranno, raccogliendo le numerose voci del mondo della cultura. Insomma in buona sostanza io credo che dovremmo fare massa critica e unirci per quello che è uno dei settori più importanti della storia del nostro Paese e del suo futuro. Dobbiamo operare affinché la cultura sia l'immagine e l'identità stessa della nostra città e del nostro Paese. Bologna è una città che vive di cultura e che ogni giorno in questo periodo mi conferma quanto la cultura sia oggi un'importante leva anche per la ripartenza.
Infine ho confermato ai lavoratori e alle lavoratrici l'impegno economico dell'Amministrazione comunale che ha recuperato con risorse proprie la perdita dell'imposta di soggiorno. Noi stiamo finanziando tutta la parte del bilancio culturale come previsto dal Consiglio Comunale per il bilancio 2020. Stiamo quindi mettendo investimenti sull'Estate e sulle nostre istituzioni ed è importante questo lavoro del tavolo cultura e di questo osservatorio che faremo, perché nell'economia del territorio non esiste soltanto l'investimento pubblico, non ci sono solo le convenzioni sottoscritte dall'Amministrazione comunale che quest'anno verranno anche incrementate, ma ci sono anche tante imprese culturali e c'è un ampio mondo del Terzo Settore che deve essere assolutamente coinvolto in questo percorso, proprio perché è in una fraintesa idea del non profit che si celano le maggiori incomprensioni in una città ad esempio ricca di studenti - e spesso abbiamo toccato questo tema in Consiglio - dove spesso sono proprio questi ultimi ad essere sfruttati attraverso il lavoro gratuito o i finti tirocini. Ecco non ci può essere impresa culturale, non ci può essere cooperativa culturale o associazione o istituzione che sfrutti gli studenti a Bologna nell'ambito culturale. Dobbiamo assolutamente rimuovere questa forma di sfruttamento e di finta promessa di futuro, Bologna deve essere una città che include e che promuove nel modo più corretto possibile. Grazie".