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Question Time, chiarimenti sulla Fase 2 e l'interruzione della filiera dell'abbigliamento

L'assessore alle Attività produttive Marco Lombardo, nel corso della seduta di oggi, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sull'interruzione della filiera dell'abbigliamento. Domanda d...

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L'assessore alle Attività produttive Marco Lombardo, nel corso della seduta di oggi, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sull'interruzione della filiera dell'abbigliamento. 

Domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli
“Una filiera interrotta: da una parte gli operatori all'ingrosso di abbigliamento che possono tornare in attività, dall'altra le saracinesche abbassate dei negozi della vendita al dettaglio. Sono a chiedere al Signor Sindaco ed alla Giunta di esprimere un parere politico amministrativo su questo "black out" che evidenzia una mancata conoscenza di questo settore e vorrei altresì conoscere se l'amministrazione ha già avuto comunicazioni da parte di multinazionali di abbigliamento sulla mancata apertura di punti vendita in città.

Risposta dell'assessore Lombardo
"Grazie presidente, grazie consigliera Cocconcelli, ho in parte risposto ad una domanda analoga che lei aveva fatto qualche settimana fa su Centergross, quindi non ripeterò quanto già affermato nello scorso Question Time, ma lo attualizzarò rispetto alla situazione che affrontiamo oggi, in cui giustamente la richiesta parte anche da un appello del presidente Scandellari che parla di filiera spezzata, facendo riferimento al fatto che una parte della filiera del commercio, il commercio all'ingrosso è aperta, mentre un' altra, il commercio al dettaglio resta ferma. Quindi i negozi sono chiusi e questo porta evidentemente a un danno dell'intera filiera, perché è evidente che ci sono interconnessioni tra l'apertura dei negozi fisici e le attività del commercio al dettaglio con le attività che si possono svolgere rispetto al commercio all'ingrosso, anche per lo smaltimento dei prodotti in giacenza nei magazzini.

Io ritengo che da un punto di vista generale questo vale non solo per la filiera del commercio, ma per tutte le filiere produttive che non sono rimaste aperte - a causa del lockdown e quindi dei provvedimenti del Governo necessari per il contenimento del contagio - che bisogna partire da un riconoscimento, cioè il fatto che il rischio della pandemia, il rischio del contagio da coronavirus non può essere considerato come un rischio imprenditoriale. E quindi al danno, e penso soprattutto al danno emergente cioè al danno economico che le attività hanno avuto in seguito alla chiusura, debba darsi risposta con delle misure di intervento pubblico. Intervento pubblico che serve proprio a restorare un danno per un rischio che non può essere ascrivibile al normale rischio imprenditoriale, per la natura eccezionale che presenta un caso come quello della pandemia che stiamo attraversando. Ciò significa che le richieste che vengono fatte allo Stato, da un lato per il supporto del Made in Italy in particolare per quel che riguarda i negozi di moda, all'altro per una contribuzione, sia da sostenere.  E sono convinto che nel prossimo provvedimento del Governo, il famoso decreto aprile che poi adesso è diventato decreto maggio, in quel provvedimento è necessario che il Governo - il famoso decreto aprile che è diventato decreto maggio - possa ristorare le perdite subite dalle imprese che si trovano nelle filiere produttive maggiormente danneggiate dall'emergenza.

Trovo invece che sia difficile accogliere l'anticipazione della data di partenza dei negozi di abbigliamento prima del 18 maggio, non perché non ci sia la volontà da parte dell'Amministrazione di sostenere la riapertura il prima possibile di tutte le filere, come voi sapete l'attività che abbiamo svolto all'interno del Tavolo metropolitano per la sicurezza serve proprio a cercare intanto di garantire la massima sicurezza possibile per i lavoratori e per gli imprenditori, ma anche per cercare di anticipare le date di ripartenza delle attività, secondo il principio ribadito anche ieri dal Ministro Boccia, sulla apertura differenziata sul territorio regionale. Però se noi guardiamo anche quello che sta succedendo nei diversi Paesi o anche nelle regione limitrofe dobbiamo avere molta cautela. Perché bisogna procedere con velocità, ma non con fretta, altrimenti il rischio è quello delle riaperture a singhiozzo, cioè di procedere con aperture e chiusure e io penso che il nostro sistema produttivo ed economico e occupazionale non possa permettersi di procedere con aperture e chiusure a singhiozzo. Quindi, mentre il sostegno alle richieste che sono state avanzate dallo Stato per il supporto del Made in Italy e per evitare diciamo la filiera spezzata, soprattutto nell'ambito del commercio lo trovo condivisibile, trovo che ci voglia un po' più di prudenza invece nell'anticipare ulteriormente l'apertura dei negozi di abbigliamento al dettaglio. Detto questo l'impegno anche dell'Amministrazione comunale, per quanto di propria competenza, sarà quello di sostenere le imprese che hanno subito un danno. E' per questo che stiamo aspettando anche il decreto del Governo, proprio per evitare sovrapposizioni e far sì che il sostegno sia cumulativo e non una duplicazione. Grazie".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
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