Question Time, chiarimenti sui lavoratori dello spettacolo e della cultura
L'assessore Matteo Lepore ha risposto, in seduta di Question time, alle domande d'attualità delle consigliere Addolorata Palumbo (Gruppo misto 'Nessuno resti indietro'), Emily Clancy (Coalizione civica) e Paola Francesca Scarano (Lega nord) su...
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L'assessore Matteo Lepore ha risposto, in seduta di Question time, alle domande d'attualità delle consigliere Addolorata Palumbo (Gruppo misto 'Nessuno resti indietro'), Emily Clancy (Coalizione civica) e Paola Francesca Scarano (Lega nord) sui volontari in ambito culturale.
Domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa apparsi in merito al flash mob previsto per sabato 30 maggio p.v., che le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo e della cultura dell’Emilia Romagna metteranno in atto per evidenziare la situazione di incertezza in cui versa il loro comparto a seguito della emergenza sanitaria da Covid-19. Premesso che sono circa 2.800 le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo e della cultura che lavorano dietro le quinte a chiedere, anche attraverso la sottoscrizione ad una petizione, misure di sostegno e maggiori tutele per un settore in profonda crisi economica e dimenticato dal Governo. Si tratta di lavoratrici e lavoratori che da fine febbraio sono a casa senza nessun sostegno, senza essere coperti da alcun ammortizzatore sociale. Più in generale questa pandemia ha messo in luce la fragilità in cui versa il settore dello spettacolo. Le lavoratrici e i lavoratori che sabato scenderanno in piazza chiedono di ripensare alle condizioni di lavoro di questo comparto prevedendo maggiori tutele oltre a chiedere un sostegno in questo momento emergenziale. Pongo la seguente domanda di attualità per avere una valutazione politica di quanto appreso dalla stampa, per sapere dall’Amministrazione come pensa di intervenire per dare sostegno economico a questa categoria di lavoratrici e lavoratori fortemente penalizzata da questa crisi economica e dimenticata dal Governo e per sapere inoltre se intende sollecitare il Governo affinché attui piani di sostegno per le lavoratrici e lavoratori dello spettacolo".
Domanda della consigliera Clancy
"Considerato che il settore degli operatori e delle operatrici culturali, del turismo, dello spettacolo, purtroppo già molto precario, è stato duramente colpito dall’emergenza Covid19. Vista la manifestazione “Senza Cultura, Nessun Futuro”, che si sta tenendo a partire dal 27 maggio in tutto il territorio italiano, visto il flashmob che si è articolato su Bologna Mercoledì 27 Maggio, con la partecipazione di operatrici e operatori culturali di Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali, RitmoLento e Opera, i quali hanno consegnato una lettera all’Assessore Lepore. Viste le dichiarazioni dell’Assessore Lepore sull’uso del volontariato all’interno della rassegna culturale estiva in città. Considerato che è prevista anche per sabato prossimo, 30 maggio, una manifestazione che simboleggia lo “Stato di agitazione permanente della cultura e dello spettacolo" in via Rizzoli, comunicativamente circolata con gli slogan “#ConvocateviDalVivo #EsistoAncheIo; considerato che vi sono diverse manifestazioni di questo settore sul territorio nazionale, come ad esempio la lettera aperta firmata da 439 allieve e allievi delle principali scuole e accademie d'arte drammatica italiane.
Pone la seguente domanda di attualità per avere una valutazione politica dal Sindaco e dalla Giunta su questo tema. Per conoscere il pensiero dell’Assessore Lepore sull’utilizzo del volontariato nel settore della cultura, del turismo, dello spettacolo e in generale all’interno della rassegna culturale estiva bolognese. Per sapere se abbia intenzione di incontrare una delegazione degli operatori e delle operatrici culturali di queste diverse manifestazioni.
Per conoscere l’opinione del Sindaco e della Giunta sulla regolamentazione di questo settore e sulla creazione di una Carta dei Diritti dei Lavoratori e delle Lavoratrici Culturali sul nostro territorio".
Domanda della consigliera Scarano
"Sono a chiedere al Signor Sindaco ed alla Giunta, in particolare all'Assessore Lepore che ha lanciato questa idea di utilizzare i volontari per far ripartire l'estate bolognese, se alla luce della protesta degli operatori dei beni culturali, pensa di utilizzare i 60mila euro - raccolti dalle sardine in piazza maggiore e che da quanto dichiarato dallo stesso dovrebbero essere destinati ad iniziative culturali della città - per emettere dei bandi di progetti culturali in modo tale che anche dei giovani laureati possano partecipare agli stessi. Chiedo anche di conoscere se l'assessore ritenga giusto impegnarsi - nei modi che il ruolo gli permette - affinchè i tanti esperti dei beni culturali - ancora precari - possano trovare impieghi stabili".
Risposta dell'assessore Lepore
"Grazie presidente, ringrazio anche le consigliere per le domande. Intanto vorrei subito chiarire che nei prossimi giorni ho già fissato degli incontri con le realtà che sono scese in strada con un flashmob e con la mobilitazione di cui avete parlato e anche con le realtà che scenderanno in strada nei prossimi giorni, in particolare mi hanno scritto una lettera i professionisti dello spettacolo che si raccolgono dietro la sigla dl Cobas Emilia - Romagna, Stagehands Bologna e professioniste e professionisti dello spettacolo dell'Emilia-Romagna che non facevano parte della manifestazione del flashmob di ieri, così come incontrerò le realtà che hanno portato avanti alcune istanze e che hanno avanzato una critica sull'uso dei volontari per quanto riguarda l'estate bolognese. Incontrerò ovviamente, come sto facendo in queste settimane, tutti gli operatori culturali, tutti i sindacati e tutte le associazioni che in questo periodo sono preoccupati per quello che è la condizione del lavoro nell'ambito culturale. Chiarisco anche che, come ho avuto già modo di dire in consiglio comunale in diversi interventi, non c'è alcuna intenzione di sostituire con i volontari il lavoro culturale in questa città, ma anzi sono personalmente impegnato da ormai due mesi in un tavolo di trattative con il Governo insieme ai miei colleghi assessori alla cultura e a diverse reti di operatori culturali a livello nazionale e locale, affinché il lavoro in ambito culturale venga riconosciuto e tutelato. Abbiamo svolto diverse udienze conoscitive con tutti gli operatori culturali della città e ancora altre ne abbiamo in programma e in tutte quelle sedi io ho ribadito quanto sia importante che a livello nazionale, non solo si esca dall'emergenza con delle buone misure nell'ambito di quelle che sono le indennità, gli ammortizzatori sociali, i sostegni al reddito, ma che si esca da questa emergenza anche con una nuova politica nell'ambito culturale, di sostegno e promozione e tutela del lavoro culturale. Quindi che si uniscano l'articolo 9 e l'articolo 1 della nostra Costituzione, ovvero quello che promette - essendo la nostra una Costituzione programmatica - la tutela e la promozione della cultura e della produzione culturale e, l'articolo 1 che dichiara che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro. Questo motivo di impegno ha portato anche alcuni primi interventi molto importanti sia nel "Cura Italia" che nel Dl "Rilancio", allargando la platea, dopo il nostro intervento, degli operatori culturali che sono sostenuti sia dalle indennità che dagli ammortizzatori sociali e dalla cassa in deroga. Rcordo in particolare quanto è stato fatto per gli intermittenti che inizialmente non erano coinvolti assolutamente nelle misure del Governo e che sono adesso invece coperti da indennità, e per coloro i quali non ci sarà questa indennità ci sarà il reddito di emergenza.
Sono misure sufficienti? No, non lo sono, perché al di là dell'emergenza e delle risorse che sono state stanziate - comunque ancora troppo poche, ci tengo a sottolinearlo - manca un codice nazionale dedicato a tutelare i lavoratori della cultura, uno statuto dei lavori culturali che in altri Paesi esiste e che nel nostro Paese ancora, purtroppo, manca. Su questa battaglia, insieme agli operatori culturali, siamo uniti e ci sentiamo assolutamente di spendere non solo il nome nostro a livello individuale e politico, ma anche del Comune di Bologna che da sempre è impegnato nella tutela e nella promozione del lavoro, come abbiamo fatto per i rider, come abbiamo fatto per il mondo della cooperazione e di chi lavora all'interno dell'ambito educativo e scolastico, così faremo anche per questo settore della cultura. Quindi io credo sia anche dovere delle istituzioni, non soltanto delle parti politiche quello di scendere in campo e tutelare il lavoro, proprio perché questo è uno dei principi costituzionali riconosciuti dalla nostra Repubblica.
Un altro punto che ho affrontato nelle udienze conoscitive, e che qui riporto, è proprio quello degli investimenti e delle risorse economiche, cioè occorreva salvare il bilancio comunale della cultura per potere finanziare la cultura. Per pagare il lavoro degli operatori culturali era fondamentale avere le risorse per potere dare seguito al bando di Bologna Estate. Quindi noi abbiamo tenuto vivo questo bando, non lo abbiamo affatto annullato, sono arrivate, se non ricordo male, quasi 300 proposte, sia in ambito comunale che metropolitano. In questi giorni finirà la valutazione e stiamo individuando insieme ai quartieri i luoghi dove svolgere l'estate, perché ho proposto un'idea di "estate di caseggiato" quindi diffusa, e gli interventi che noi porteremo avanti con il programma di Bologna Estate saranno, come ogni anno, finanziati dal Comune di Bologna e da alcuni sponsor e prevedono il finanziamento di imprese culturali, associazioni culturali, artisti che vengono ingaggiati e pagati regolarmente.
L'anno scorso abbiamo avuto circa 3.000 eventi e 2 milioni di spettatori e alcune migliaia di persone nell'ambito culturale che hanno lavorato grazie al budget che l'assessorato alla cultura ha messo in campo e agli investimenti dei privati che gestendo i luoghi della cultura hanno a loro volta creato un indotto molto importante. Avendo salvato noi il bilancio della cultura e quindi confermato un investimento pari a quello dell'anno scorso del Comune di Bologna per questa estate, sono qui a confermare che noi sottoscriveremo degli accordi con gli operatori culturali che hanno partecipato al bando di Bologna Estate e che le risorse che metteremo in campo serviranno a far lavorare gli operatori culturali, non i volontari.
Per quanto riguarda la tutela del lavoro, complessivamente abbiamo preso contatto con diverse piattaforme, ho citato qualche giorno fa in un'intervista la piattaforma "Chiamate noi", ma ce ne sono molte altre - alcune sono anche rappresentate dalle sigle che ho citato all'inizio del mio intervento - che incontrerò."Chiamate noi" è una piattaforma nazionale che racchiude tanti operatori, anche bolognesi, li coinvolgeremo nell'organizzazione dell'estate e di alcune iniziative. La piattaforma ha il compito di mettere insieme quelle maestranze e quelle competenze che ad oggi sono senza lavoro a causa dello stop dei grandi eventi, dei grandi concerti e delle iniziative.
Il lavoro che abbiamo fatto sui protocolli di sicurezza al tavolo metropolitano e a quello regionale ci hanno permesso di sbloccare l'estate. Quindi noi potremo organizzare eventi fino a mille persone in sicurezza, ci saranno varie possibilità e tagli diversi. Confermo la nostra idea di portare avanti il cinema diffuso, così come il teatro e lo spettacolo dal vivo, presenterò il format dell'estate nei prossimi giorni, anche perché proprio in queste ore si attende un nuovo Dpcm che proprio sullo spettacolo dal vivo e sull'organizzazione di eventi dovrebbe assumere ulteriori decisioni che, a quanto si è capito, dovrebbero andare in una direzione di maggiore semplificazione, dopo il confronto avuto con l'Anci e con le Regioni.
Quindi io credo che ci siano tutte le condizioni, da giugno fino a settembre, per svolgere una programmazione estiva nei nostri quartieri e nell'area metropolitana. Per quanto riguarda la chiamata rivolta ai cittadini che ho fatto e che ha visto oltre mille persone, compilare volontariamente un sondaggio sulla mia pagina facebook e rispondere a poche domande proprio sulle idee di estate, sulle paure e i desideri che la cittadinanza aveva, ho raccolto una disponibilità a dare una mano e a supportare questo percorso da circa un 60% di queste persone che io incontrerò per raccontare loro l'idea dell'estate, per quelle che sono le possibilità che oggi abbiamo. Il coinvolgimento che vorrei mettere in campo è un coinvolgimento di tipo partecipativo, non voglio assolutamente che i cittadini siano chiamati a sostituirsi ai lavoratori della cultura, ma io credo che in un'estate come quella che stiamo per affrontare, dove dovremo calare i luoghi cultura dentro la comunità, perché andremo ad organizzare iniziative sotto casa delle persone, nei parchi, nei cortili, vorremmo fare degli interventi nei condomini, vogliamo aprire quelli che abbiamo chiamato dei teatri di quartiere, poi spiegherò la prossima settimana esattamente cosa intendiamo, ma andremo vicini alle persone, andremo nella prossimità . Ecco dobbiamo in questa estate ricostruire un legame con la comunità, è questo il primo obiettivo che ci siamo dati. Non dovrà essere un'estate di grandi eventi, ma dovrà essere un'estate in cui ritornare a coltivare delle relazioni, nel pieno rispetto del distanziamento fisico e di quelle che sono le regole di questa emergenza, perché ancora non siamo usciti dall'emergenza.
Per fare questo non bastano i proclami, non bastano le sanzioni, pur importanti per far si che tutti rispettino le regole, ma occorre soprattutto coinvolgere, spiegare, incontrare, raccontare e anche soprattutto ascoltare le paure che i cittadini hanno. Non basta facebook, non basta twitter, non basta mandare le newsletter per raccogliere le sensazioni delle persone, anzi, quel tipo di comunicazione è una comunicazione dall'alto, dove le amministrazioni possono annunciare delle cose, ma io credo che sia invece soprattutto ascoltare e coinvolgere. Quindi io mi aspetto dagli incontri che farò con queste cittadine e questi cittadini che si sono resi disponibili, di potermi confrontare ad esempio su quelle che sono le loro paure e su come poter organizzare nel luogo dove vivono le attività culturali, sentire la loro opinione.
Se ad esempio, andremo ad aprire un piccolo teatro di quartiere al Pilastro, o nella zona della Bolognina o di Savena, innanzitutto farglielo sapere per primi e chiedere la loro opinione su come eventualmente gestire l'attività in un parco o in un caseggiato, raccontare loro in prima persona quale sarà l'offerta culturale che andremo a proporre e insieme coinvolgerli in quella che sarà un'estate impegnativa dove ovviamente gran parte della popolazione rimarrà in città e quindi sarà un'estate per i residenti più che per i turisti e per gli studenti. Si ritorna all'antico, dove Bologna aveva meno frequentazione di turisti stranieri, d'estate gli studenti rimanevano meno, rimanevano i cittadini bolognesi che magari spesso si rimboccavano le maniche per organizzare delle cose di caseggiato. Io credo che dobbiamo tornare ad una modalità di relazione di vicinato, in cui ci si ascolta e ci si racconta le cose e, grazie al passaparola si fanno passare le informazioni. Ecco io quando parlavo di volontari, parlavo semplicemente di questo, del fatto che ci siano delle antenne civiche, che ci sia il dialogo, che ci sia la partecipazione, non certo chiamare questi cittadini a spostare le transenne al posto dei facchini, che ci dovranno essere e che dovranno essere pagati. O chiedere a questi cittadini di venire a cantare sui palcoscenici o di venire ad organizzare altre cose. Quindi su questo voglio rassicurare tutti, noi faremo come sempre della partecipazione e del volontariato un uso molto attento. Infine per quanto riguarda le risorse che abbiamo raccolto insieme all'associazione delle Sardine - sono stati raccolti circa 30 mila euro, io mi ero impegnato a raddoppiare questa cifra e così sarà. Queste risorse saranno oggetto di un bando che stiamo guardando come portare avanti, ma che probabilmente sarà fatto dalla Fondazione Innovazione Urbana, che ha raccolto le risorse nel crowdfunding, e sarà un bando rivolto all'associazionismo di quartiere, quindi sarà rivolto alle attività del Terzo Settore e sulle modalità, le entità dei contributi e gli obiettivi mi riprometto la prossima settimana di presentare alla città una proposta più complessiva. Grazie".