Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti su servizi e cura per gli anziani

L'assessore Giuliano Barigazzi ha risposto, in seduta di Question time, alle domande d'attualità delle consigliere Simona Lembi (Partito Democratico) e Paola Francesca Scarano (Lega nord) su servizi e cura per gli anziani.Domanda della consigl...

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L'assessore Giuliano Barigazzi ha risposto, in seduta di Question time, alle domande d'attualità delle consigliere Simona Lembi (Partito Democratico) e Paola Francesca Scarano (Lega nord) su servizi e cura per gli anziani.

Domanda della consigliera Lembi
"Visti gli articoli di stampa invita cortesemente il Sindaco e la Giunta ad esprimere una valutazione politico-amministrativa sulle possibilità, nell'ambito del lavoro che si svolge nella conferenza socio-sanitaria, d'istituire uno specifico lavoro sul tema anziani e cura, valorizzando la migliore esperienza del nostro territorio".

Domanda della consigliera Scarano
"La ricerca sul mondo della popolazione anziana effettuata da Ires Emilia Romagna ha messo in luce una situazione critica con riferimento sia alla condizione economica che a quella sociale e abitativa. sono a chiedere un parere politico amministrativo e più precisamente se l'assessore di riferimento abbia preso visione di tale interessante ricerca e se vi siano in programma, e in caso positivo quali, azioni di coordinamento sociale, sanitario e territoriale per venire incontro a tali problematiche che già oggi sono molto diffuse e che in ragione del prevedibile aumento della fascia di popolazione anziana nel prossimo futuro rischiano di aumentare".

Risposta dell'assessore Barigazzi
"Il tema è molto vasto, quindi taglio un po’ con l’accetta alcuni concetti e poi risponderò su che cosa pensiamo di poter fare perché credo che potremmo ritornarci nei prossimi mesi. Avrei la volontà di far diventare questo un vero e proprio dibattito pubblico di tutta la comunità perché la ricerca ci da un quadro che già conoscevamo e che sicuramente si può approfondire. Credo che il tema fondamentale sia assumere che siamo di fronte alla più grande sfida demografica del presente e del futuro: quella dell’invecchiamento della popolazione della società e, più in generale, del modo in cui si guarda all’invecchiamento. Quando parliamo di anziani, io raccomando sempre di considerare che stiamo parlando di un ambito assai vasto, stiamo parlando delle persone che invecchiano bene, che fortunatamente sono la maggioranza, e poi parliamo delle persone che sono fragili che non sono più autosufficienti, che possono diventare più vulnerabili. A questo si deve aggiungere un dibattito sulla non autosufficienza che bisogna che diventi una priorità di questo Paese, c'è bisogno di un quadro nazionale, di una legge di riferimento, di una riforma profonda che vada a toccare i livelli nazionali e regionali, altrimenti si rischia di parlare di singoli servizi, mentre dobbiamo parlare di politiche e di integrazione delle politiche.
Bisogna smetterla di parlare di politiche per gli anziani, come se fosse confinata ai servizi sociali, ma bisogna che tutte le politiche da quelle delle mobilità, a quelle urbanistiche a quelle della cultura, dei servizi sociali e quelle sanitarie abbiano un modo diverso di guardare verso la popolazione anziana, capendone le differenze di cui ho già detto, i bisogni di una persona non autosufficiente sono molto diversi dai bisogni di una persona che invece sta invecchiando bene, che è una persona a cui dobbiamo dare la possibilità di prevenire la non autosufficienza. Quindi io credo che siamo sulle soglie di una necessità di guardare in modo nuovo alla popolazione anziana, capendone la differenziazione e quindi organizzando un sistema che sia differenziato, che sia flessibile e che riesca a seguire l’evoluzione di quei bisogni. Gli anziani di oggi non saranno quelli di domani e quindi abbiamo bisogno, mentre parliamo al presente, di pensare anche al futuro.
Faccio solo quattro filoni che io credo dovremmo affrontare - avevamo già cominciato ad affrontare nel convegno di giugno 2019 che avevo proposto un anno fa qua in cappella Farnese, poi purtroppo il Covid ha fermato moltissime delle nostre riflessioni, ma anzi quelle riflessioni oggi si devono intrecciare con la pandemia perché tutto quello che faremo con la popolazione anziana, soprattutto quella più fragile, dovrà anche essere riguardato con l’assoluta necessità di protezione di quella popolazione che come sapete è stata la più martoriata dal virus. La mortalità purtroppo si è concentrata nelle fasce di età che vanno dai 75 a 85 anni. Ci sono, stavo dicendo, quattro grandi ambiti di intervento. Il primo è quello di considerare il domicilio come luogo su cui possono convergere più servizi, anche diversi da quelli tradizionali e in questo senso abbiamo già cominciato non solo a potenziare l’assistenza domiciliare, ma anche a rivederla nelle sue modalità e nella sua possibilità di avere diverse intensità di cura, perché diversi sono i bisogni delle persone. Attorno a quel luogo possiamo far ruotare figure sanitarie, ma anche figure che possono dare servizi agli anziani che non sono solo quelli sociosanitari, ma anche di organizzazione del tempo libero, di socializzazione, di capacità di connetterli ancora con il resto della società, perché come avete visto nella ricerca uno dei problemi è proprio la solitudine. Proseguiremo su questo, io spero che nel bilancio riusciamo a confermare quanto, lo avevamo già detto l’anno scorso, cioè la possibilità di cominciare un servizio rivolto ai familiari che si occupano di persone non autosufficienti che hanno a casa e questo grande ambito del domicilio deve diventare la nostra priorità, perché si invecchia meglio nel proprio ambiente di vita. Il secondo filone è l’innovazione nell’ambito dell’abitare e qui intendo soluzioni differenti per diversi gradi di autonomia che dobbiamo mettere in campo, che sarà interessante vedere come andranno quelle che abbiamo già messo in campo che sono gli appartamenti protetti che faremo, ad esempio, nell'ex convento di Santa Marta che attualmente è in ristrutturazione e che serve proprio a quello, ma qui può esserci un alleanza tra pubblico e privato per investimenti anche in luoghi urbanistici e della città che possiamo rivitalizzare, proprio pensando alla presenza di appartamenti che possono servire a bisogni e a diversi gradi di autonomia per persone anziani. Questo è un grande campo di innovazione che in paesi nordici hanno già cominciato.
Terzo è quello di creare reti sociali di aiuto e di contrasto alla solitudine, questo lo stiamo facendo con alcuni interessanti progetti che ci sono nei piani di zona che purtroppo si sono fermati nel 2020, ma che sono microprogetti sparsi per i quartieri che servono proprio a ricostruire, a creare reti sociali di aiuto e di socializzazione, anche qui purtroppo andranno intrecciate con le esigenze di sicurezza, ma che sono l’altra parte del problema: non solo servizi per gli anziani, ma appunto come dicevo prima, politiche che ricostruiscono anche ambienti dove queste persone possono usufruire di cultura e di altri servizi per il tempo libero. Su questo, io vi ho fatto solo tre esempi solo per dire che ci sono già cose che facciamo, ma io credo che le misure attuali vadano integrate con uno sguardo diverso e con delle innovazioni. Quindi questo è il quarto filone.
Per l’integrazione dei servizi sanitari, lei diceva benissimo, bisogna coordinarsi tra istituzioni diverse e con l’Ausl stiamo pensando proprio a questa forte integrazione tra servizi sociali e servizi socio-sanitari con una revisione, come abbiamo già detto molte volte in commissione, delle case residenza per anziani, ma anche con l’idea di un’azione dell’Ausl che sia quella delle continuità assistenziali e dell’integrazione fra i diversi servizi. Quindi, come vedete, è un campo molto vasto su cui possiamo mettere in campo diverse politiche ed è proprio per questo ho pensato di proporre in sede di conferenza sociale e sanitaria a livello metropolitano, l’avvio di un tavolo di lavoro, che non è la commissione del ministero perché abbiamo altre competenze, ed è condotta pubblicamente dal sottoscritto e sarà ovviamente presieduta dai comuni per far ragionare, su questi filoni, i comuni, l’azienda sanitaria, le organizzazioni sindacali, aprendosi anche ad altri stakeholder per avere idee e innovazione. Abbiamo in essere anche un rapporto con l'università di Bologna, ma anche con l'università Bocconi che ha sempre seguito questo tema delle cure per i non autosufficienti e l’ambizione di far diventare quel tavolo un momento che propone una discussione collettiva perché credo che sul tema dell’invecchiamento bisogna interrogarsi più in generale come comunità, uscire dal fare sempre e solo dei convegni e cominciare appunto a fare un cambiamento concreto delle politiche più in generale. Quindi quel tavolo, consigliera, vorremmo formalizzarlo a metà ottobre e la nostra commissione metropolitana sarà presieduta politicamente dal sottoscritto e più in generale poi dai tecnici dei comuni e dell’Ausl e io chiederò che si aprano al contributo di tanti altri soggetti che fanno qualcosa in questo campo, non con una politica solo per gli anziani, ma la capacità di torcere le singole politiche con uno sguardo che faccia capire come possiamo creare benessere per i nostri anziani, perché credo che una città che si occupi di far star bene gli anziani e di far star bene i bambini possa far star bene tutti quelli che ci sono in mezzo. Questa è un'ambizione che credo potrà essere riportata anche nelle commissioni consiliari competenti, come abbiamo fatto molte volte, e avere anche il vostro contributo naturalmente perché per i prossimi mesi vorremmo idealmente lasciare per la prossima amministrazione una serie di ipotesi di lavoro e di riflessione che a partire da ciò che già facciamo possano dare un contributo a una riforma ancora più forte di queste politiche, proprio perché c’è una transizione demografica ed epidemiologica molto importante in atto che va affrontata e va seguita nella sua evoluzione".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:49
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