Question Time, chiarimenti su piccole e medie imprese, occupazione e lavoro
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L'assessore Marco Lombardo ha risposto, in seduta di Question time, alle domande d'attualità dele consigliere Addolorata Palumbo (Gruppo misto) e Gabriella Montera (Partito Democratico) su piccole e medie imprese e su occupazione e lavoro.
Domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa apparsi in merito alla profonda crisi che stanno vivendo le piccole medie imprese per il lungo lockdown a seguito dell’emergenza sanitaria. Premesso che la riapertura non è sufficiente a rinfrancare le imprese perché senza clienti si muore e la paura attualmente risulta essere il nemico principale. Questi mesi hanno lasciato troppa paura negli imprenditori e nei cittadini che si sono rifugiati in un risparmio quasi ossessivo e questo certamente non fa girare l’economia. Pone la seguente domanda di attualità per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politica sul tema.
Per sapere dall’Amministrazione come pensa di intervenire per infondere fiducia alle imprese e ai cittadini per poter ripartire e come pensa di sconfiggere la paura che in questo momento rappresenta uno degli ostacoli maggiori alla ripresa".
Domanda della consigliera Montera
"In questa fase si sta facendo il bilancio sulle ricadute che la pandemia ha avuto e purtroppo avrà sull'occupazione e sul futuro del lavoro. Leggiamo dati molto allarmanti dal livello nazionale, con 400.000 posti di lavoro persi nel bimestre marzo e aprile, a quello regionale, che come da dichiarazioni dell'Assessore allo Sviluppo economico Colla, indica in circa 150.000 i posti a rischio a causa del lockdown. Fra i tanti Sos lanciati dal mondo produttivo, c'è quello del presidente della Camera di Commercio e di CNA di Bologna Veronesi che lancia l'allarme chiusura di svariate imprese con meno di 15 dipendenti.
Domanda al Sindaco e alla Giunta quali sono le previsioni dello stato dell'occupazione nel territorio metropolitano a seguito della pandemia; quali azioni istituzionali e con il mondo delle rappresentanze di categorie si intendono intraprendere per preservare i posti di lavoro e rilanciare l'economia".
Risposta dell'assessore Lombardo
"Grazie presidente, ringrazio le consigliere Palumbo e Montera per le domande che segnalano la sensibilità delle consigliere e in generale di tutto il Consiglio comunale sui temi legati alla cosiddetta emergenza economica e sociale che consegue alle emergenze sanitarie della pandemia. Diciamo che i profili delle domande sono diversi, nel senso che il primo pone più un tema di comunicazione per cercare di superare la paura, che ovviamente non può facilitare la ripartenza del tessuto economico, la seconda domanda chiede quali azioni l'Amministrazione può mettere in campo per sostenere i lavoratori e il tessuto economico e produttivo. Io partirei dalla prima domanda cercando di provare a dare questo tipo di risposta: non mi accodo al coro di quanti drammatizzano la situazione economica e sociale e quindi userei prudenza nel dare dei numeri, proprio perché i numeri rischiano di spaventare. Ricordo, perché ormai fa parte della storia contemporanea di questo Paese, che all'indomani della pandemia, quando si cercava di stimare il costo, autorevoli esponenti del mondo economico e produttivo, ma anche del mondo politico, quantificarono in 3 miliardi di euro il possibile costo del lockdown. Oggi, e sono passati 60 giorni, non anni, capiamo quanto fosse risibile quella quantificazione del danno, perché per quantificare il danno, oltre al danno emergente e al lucro cessante, cioè oltre a fare una analisi quantitativa, bisogna capire qual è la prospettiva di tempo, perché una cosa è chiudere un'attività, un'impresa, un'azienda per una settimana, un mese, una cosa è chiuderla per due mesi o per un trimestre, un'altra cosa è avere una contrazione globale che dura degli anni, quindi la quantificazione dei costi, sia in termini di impatto occupazionale, sia in termini di impatto economico, deve tener presente la prospettiva temporale. Ecco perché io continuo a pensare che noi non dobbiamo immaginare che la pandemia sia passata perché, ricordiamoci che la pandemia può essere considerata superata solo quando avremo il vaccino, dall'altra parte però dobbiamo cercare di infondere speranza e fiducia nel sistema perché non può esserci un'iniezione di liquidità che può sostituire la fiducia come motore per far ripartire l'economia.
Questo porta a dire che bisogna essere molto cauti nell'analisi degli impatti occupazionali ed economici, anche perché dobbiamo evitare che il Covid possa essere utilizzato come alibi per le imprese che in qualche modo non hanno risentito più di tanto della chiusura delle attività, ma che vogliano in qualche modo sfruttare questa situazione per delle legittime strategie aziendali. Mi riferisco ovviamente al tema della Fiac sul quale siamo intervenuti per sostenere che un trasferimento collettivo senza accordo sindacale deve essere considerato equiparabile a un modo per aggirare il divieto di licenziamento collettivo, sapendo che questo scudo protettivo che il Governo ha voluto mettere in campo, a mio avviso a buon diritto, sia per il tema del sostegno al reddito dei lavoratori, cioè della cassa integrazione, sia sul tema del sostegno occupazionale, cioè del licenziamento che ha un termine, che è quello di agosto e quindi, come dicevo anche qualche giorno fa in un'udienza conoscitiva, richiesta dalla consigliera Di Girolamo, sul sovraindebitamento, l'impatto economico e sociale noi ce l'avremo una volta che verranno meno queste misure.
Ecco perché è importante, intanto capire che non basta la ripartenza delle attività produttive per far ripartire l'economia, ha ragione la considera Palumbo quando dice 'non basta la riapertura del ristorante e delle attività commerciali per far ripartire l'attività produttiva ed economica se mancano i clienti', ecco perché noi ci siamo concentrati molto sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Io certo capisco che questo tema della sicurezza possa spaventare i clienti ma dobbiamo capire che non ritorneremo allo stato precedente, dobbiamo cercare di immaginarsi una nuova normalità perché non sarà la normalità precedente al Covid, la ordinarietà, questo è importante che lo facciamo capire e che facciamo leva sul senso di responsabilità delle istituzioni, dei cittadini e delle imprese, anche perché sappiamo che poi il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro è fondamentale anche per le imprese stesse e anche per chi ci lavora.
Ora, detto questo, delle stime prudenziali parlano, e le stiamo svolgendo insieme ad analisi serie, di studio che verranno presentate prossimamente anche al Consiglio comunale, parlano di un possibile impatto in termini occupazionali di circa 20.000 posti di lavoro ma anche qui vorrei che fosse chiaro che questa analisi è prudenziale perché parla di uno scenario che in qualche modo può immaginare una graduale riapertura delle attività produttive e del rilancio dell'economia ma è chiaro che finché la filiera dell'internazionalizzazione, turismo, export, fiera, aeroporto, rimarranno bloccati è difficile che si possa immaginare una riapertura dei consumi a livello globale e dall'altra parte è necessario fare un'analisi non solo quantitativa ma anche qualitativa.
Ha ragione il presidente della Camera di Commercio quando lancia l'allarme sulla tenuta del tessuto produttivo per le piccole imprese perché sono soprattutto le piccole, anzi io aggiungo, le micro imprese, anzi aggiungo ancora più nel dettaglio le ditte individuali quelle che rischiano di avere più difficoltà nella ripartenza e quindi quelle che hanno maggiore rischio di default. Vi ricordo che il 50% del tessuto produttivo del nostro territorio è fatto da ditte individuali e di queste il 10% ha un rischio di default. Ecco perché a mio avviso le misure di sostegno devono essere indirizzate soprattutto per i più piccoli, perché sono quelli che hanno meno strumenti per poter sostenere la caduta del reddito e la caduta del mercato e da questo punto di vista, a mio avviso, le azioni che può mettere in campo un'amministrazione comunale di concerto con la Regione e di concerto con il Governo, devono muoversi lungo tre assi: il primo è quello delle risorse, voi sapete che, a differenza della Germania, dove sono state messe in campo decine di miliardi di euro per i Länder e quindi per i territori, come Amministrazioni comunali stiamo parlando di misure che forse arriveranno a 7 miliardi di euro, quindi sono molto poche rispetto al bisogno dei territori e dei comuni e da questo punto di vista è chiaro che noi chiediamo quanto meno se non è possibile avere nuove risorse di sbloccare quelle a disposizione. Faccio un esempio che così chiarifico il punto, se noi abbiamo dei fondi, che noi chiamiamo ex-Mambo, che voi sapete cerchiamo di mettere sul piatto tutte le volte per l'innovazione del nostro tessuto piccolo-produttivo, abbiamo fatto un bando per le Roveri e ne sono stati fatti altri per altri quartieri, ma questi bandi prevedono, ma per forza di cose perché erano stati immaginati da una legge del 1997, prevedono la non cumulabilità degli interventi, a mio avviso abbiamo bisogno di sbloccare queste risorse, perché è quasi impossibile che le imprese oggi, in questa situazione, possano finanziare al 50% degli investimenti produttivi e quindi quello che sentirei di chiedere, attraverso il coinvolgimento del Consiglio comunale e anche di tutti i parlamentari del territorio, è che la prima azione per avere nuove risorse è quella della semplificazione. Noi dobbiamo cercare di sbloccare queste risorse per renderle rispondenti rispetto ai bisogni delle piccole e microimprese, e questa è una battaglia secondo me anche culturale che dobbiamo fare perché, oltre agli ostacoli diciamo economici, ci sono degli ostacoli burocratici che non consentono poi alle misure messe in campo di intercettare i bisogni degli imprenditori ma anche dei lavoratori autonomi e dei piccoli imprenditori, penso alle attività artigianali ma penso anche a estetisti, parrucchieri, a tutto un piccolo tessuto produttivo che però è importante nel nostro territorio. Dall'altra parte la semplificazione deve riguardare anche la tempistica delle procedure, se noi diciamo che devono essere messe in campo delle misure di sicurezza che comportano per esempio delle rimodulazione delle attività interne alle aziende, è chiaro che dobbiamo immaginare di snellire e velocizzare, ridurre il costo amministrativo dei procedimenti quando le imprese cercano di adeguarsi agli standard di sicurezza che noi attraverso protocolli in qualche modo gli diciamo di mettere in campo, su questo c'è una normativa specifica della del Governo, ci stiamo lavorando in collaborazione con la vicesindaca Orioli, per la parte dell'urbanistica, proprio per cercare di velocizzare e semplificare le procedure perché in qualche modo le attività possano essere fatte nel minor tempo possibile in adeguamento degli standard di sicurezza che noi stessi all'interno del tavolo metropolitano della sicurezza abbiamo cercato di chiedere. Poi ci sono altri temi, per esempio voi sapete la battaglia che abbiamo fatto sul tema della 'Carta dei diritti del lavoro digitale' e molte delle attenzioni si sono concentrate sui riders, ma io ricordo sempre che i riders fanno parte del 10% dei lavoratori della gig economy e quindi diventa fondamentale estendere la tutela dei diritto minimi dei lavoratori della gig economy sapendo che è molto probabile che questi lavori aumenteranno anche a seguito della rimodulazione delle attività produttive e noi abbiamo bisogno di mettere insieme questi tasselli così come abbiamo bisogno di unire il tema degli organismi di composizione della crisi rispetto ai rischi di usura o ai rischi di cadere nelle mani di chi ha molta liquidità come le organizzazioni criminali. Quindi lungo gli asset della semplificazione, delle risorse, dell'innovazione, si può dare anche un'immagine di fiducia positiva rispetto al tessuto produttivo, sapendo che ci sono alcuni asset nei quali il mondo si sta già muovendo. Quando noi parliamo della nuova sede della Fondazione Aldini Valeriani noi ci stiamo immaginando un sistema di transizione industriale che deve puntare all'elettrico, che deve puntare all'ecologia, e deve vedere nel nostro territorio uno dei territori di predilezione verso queste transizioni industriali in senso psicologico, quindi quando noi parliamo di valorizzazione dei dati, e voi tutti sapete l'importanza che i dati hanno anche a seguito di quello che è successo con il lockdown e anche a seguito di quello che sta succedendo con il tema del contenimento del contagio, io penso che è una grande opportunità quella di avere il Tecnopolo come hub regionale dei big data, e a mio avviso non vi sarà sfuggito questo passaggio che abbiamo fatto in collaborazione con il Consiglio comunale per chiedere che ci sia un intero immobile a disposizione del Comune proprio per investire sul tema dei big data e sul tema della valorizzazione dei dati anche dal punto di vista del pubblico.
Infine un elemento, abbiamo parlato per esempio di come migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso le classi 3.0, attraverso la valorizzazione dell'Eon Reality con l'Istituto della Fondazione Aldini Valeriani, io penso che sempre di più la realtà aumentata deve essere un pezzo che riguarda sia i percorsi didattici e formativi, sia la valorizzazione dei processi in remoto così come la valorizzazione dello smartworking. Concludo dicendo che questo percorso io penso di doverlo fare con il Consiglio comunale per cui ci sarà modo di parlare più diffusamente di ogni singolo punto proprio per dare fiducia ai cittadini e alle imprese".