Question Time, chiarimenti su Fase 2 e disuguaglianza di genere nel lavoro
L'assessore al Lavoro Marco Lombardo, nel corso della seduta di oggi, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico) sulla disuguaglianza di genere nel rientro al lavoro nella Fase 2. Domanda d'attu...
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L'assessore al Lavoro Marco Lombardo, nel corso della seduta di oggi, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico) sulla disuguaglianza di genere nel rientro al lavoro nella Fase 2.
Domanda d'attualità del consigliere Errani
“Visti gli effetti della pandemia Coronavirus sulle disuguaglianze di genere: in Italia il rientro al lavoro interessa principalmente gli uomini (solo il 25,2% dei lavoratori che tornano a lavorare sono donne), come conseguenza della chiusura delle scuole e dei servizi di assistenza che hanno un maggiore impatto sull’occupazione femminile, ma anche conseguenza del fatto che le donne lavorano in settori che saranno colpiti duramente dalla crisi e che sono difficilmente adattabili allo smart working.
Invita cortesemente il Sindaco e la Giunta, ad esprimere una valutazione politica sulle misure necessarie per affermare la parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini che deve essere garantita e rafforzata per ridurre le disuguaglianze ed evitare che la crisi sanitaria ed economica si traduca in crescente esclusione, monitorando il mercato del lavoro delle donne per contrastare la perdita di occupazione femminile”.
Risposta dell'assessore Lombardo
“Vorrei dare una risposta alla domanda del consigliere Errani condividendo l'impostazione di fondo della preoccupazione insita nella domanda. Come nell'emergenza sanitaria sappiamo che il virus colpisce tutti, ma non tutti allo stesso modo, questo è ancora più vero nella fase di emergenza sociale ed economica che stiamo attraversando, nella fase 2 e nelle successive fasi della ricostruzione e nel rilancio del tessuto economico e produttivo. Questo perché non tutti sono stati ugualmente colpiti dalla chiusura delle attività e il rischio è che le fasce dei lavoratori e lavoratrici più colpiti siano quelli più fragili e meritevoli di protezione. Sappiamo che i lavoratori a intermittenza o nelle fasce grigie tra lavoro autonomo e lavoro subordinato sono quelle che rischiano di avvertire di più il danno della chiusura delle attività, così come sappiamo che le micro imprese, le ditte individuali e le piccole imprese sono quelle che avranno più difficoltà a ripartire.
In questo contesto si inserisce il tema delle pari opportunità e dell'occupazione femminile. A questo proposito che ci sarà un'udienza conoscitiva richiesta dalla consigliera Lembi, per avere un aggiornamento della situazione del mercato del lavoro anche alla luce dei dati che sono usciti ad aprile, che purtroppo ci danno una fotografia molto bella del lavoro che era stato fatto, ma con il rischio di non essere più attuale, perché ovviamente dopo la chiusura delle attività a seguito dell'emergenza Covid-19, la situazione è mutata. Però, a mio avviso, quei dati positivi ci danno anche un motivo per essere convinti che la direzione di marcia che avevamo intrapreso come Amministrazione comunale, Città metropolitana e Regione andasse nella direzione giusta. Ricordo che il tasso di disoccupazione era sceso al 4,4% come area metropolitana e al 3,3% come area del Comune di Bologna. Ma in particolare, nell'occupazione femminile avevamo superato la soglia del 68% del tasso di occupazione, consolidando il primato sia del Comune di Bologna che della Città metropolitana sui livelli di occupazione femminile. Questo sia per misure specifiche che erano state poste dall'Area economia e lavoro della Città metropolitana, sia da misure anti discriminazione delle quali si è occupata l'assessora Zaccaria: penso al progetto “Verso l’agenda 2030: ragazze e donne in forma-azione scientifica”; penso al Bilancio di genere; penso ai laboratori didattici che servono a superare gli stereotipi di genere soprattutto nell'ambito scolastico e dell'istruzione professionale.
Ora, è chiaro che la fotografia di cui parlava il consigliere Errani, ovvero il fatto che nella Fase 2 il prototipo del lavoratore italiano è un lavoratore maschile e residente nel centro-nord, è una fotografia del mercato del lavoro in Italia. Noi dobbiamo stare molto attenti, e condivido quindi la preoccupazione insita nella domanda, al fatto che nelle diverse fasi della ripresa dell'attività economica, il peso delle attività di cura nella famiglia, fino a quando non verranno riaperti i servizi educativi riprogrammati in modalità che possano consentire ai genitori di svolgere le attività lavorative senza avere in carico famigliari a rischio, che questo carico di cura non si riversi soprattutto sulle donne. Così come, all'interno del tavolo Smart working in cui si parla del lavoro agile, dobbiamo stare attenti nel ritenere che il lavoro agile in emergenza non debba diventare lavoro agile ordinario e a promuovere le buone pratiche tra pubblica amministrazione e aziende e imprese per favorire la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro attraverso il lavoro agile, evitando che il lavoro agile nell'emergenza si trasformi in “extreme working”, cioè un lavoro da remoto in condizioni estreme che rischia di ricadere soprattutto sulle donne. Penso che nell'udienza conoscitiva che è stata convocata proveremo ad affrontare più nel dettaglio i temi dell'occupazione femminile e di quali misure può mettere in campo l'Amministrazione affinché nella ripartenza e nelle fasi successive il tema dell'occupazione femminile e della coesione sociale facciano parte delle linee guida dell'azione di questa Amministrazione comunale”.