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Question Time, chiarimenti su coronavirus e versamento dell'imposta di soggiorno da parte delle strutture ricettive

L'assessore al Bilancio Davide Conte ha risposto questa mattina in Question Time alla domanda d'attualità del consigliere Umberto Bosco (Lega nord) su coronavirus e versamento dell'imposta di soggiorno da parte delle strutture ricettive. La do...

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L'assessore al Bilancio Davide Conte ha risposto questa mattina in Question Time alla domanda d'attualità del consigliere Umberto Bosco (Lega nord) su coronavirus e versamento dell'imposta di soggiorno da parte delle strutture ricettive.

La domanda del consigliere Bosco
"Alla luce di un articolo di stampa si chiede il parere della Giunta e se intende, al fine di aiutare le strutture ricettive, rinunciare al versamento dell'imposta di soggiorno".

La risposta dell'assessore Conte
“Ringrazio lei presidente e il consigliere Bosco per la domanda che mi permette di entrare nel merito della questione relativamente alle imposte di soggiorno. Nello specifico ringrazio il consigliere Bosco anche perché ha portato all’attenzione del Consiglio un articolo che parla appunto del piano B di tutto il mondo dell’imprenditoria locale che, faticosamente e con innovazione, alcune volte border line, ammettiamolo, cerca però di trovare delle soluzioni a questa situazione estremamente critica ed estremamente complessa.
In primis ringrazio il Consiglio, perché fare emergere dalla rassegna stampa un articolo in cui si parla di progetti, fra cui quello della Confraternita dell’Uva che cerca di reinventarsi come spazio di coworking e smartworking per riuscire ad integrare le mancate entrate e le difficoltà del mercato, è per me un esempio di come giovani imprenditori della cultura provano ad inventarsi delle soluzioni innovative e anche di condivisione, in un momento in cui il grande problema che stiamo vivendo non è soltanto economico, non è solo sanitario ma anche relazionale. Ricordiamoci sempre questo aspetto che, come sapete, è alla base del nostro bilancio, il capitale sociale, la condivisione.
Entrando nel merito però della questione posta dal consigliere, se non sto equivocando la domanda, mi scriva o mi dica consigliere Bosco, lei mi chiedeva la possibilità che l'Amministrazione comunale, e nello specifico la Giunta, valutassero di rinunciare all’imposta di soggiorno. Il tema è molto delicato, faccio una seconda introduzione: in questo momento di crisi è, come assessore al Bilancio, mia intenzione insistere con il Governo sulla riduzione della pressione fiscale sulle aziende del nostro territorio e in generale sulle attività imprenditoriali, commerciali, culturali e sociali. Occorre ridurre la pressione fiscale, che era già alta in passato anche a causa di un eccesso di evasione, bisogna imparare a ridurre le tasse e forse questa crisi attuale ci può aiutare a farlo. La pressione fiscale era un fardello per le aziende prima, quando le cose andavano più o meno bene - poi su come le cose andavano prima della crisi si può ragionare molto - adesso è sicuramente ancora di più un fardello. Sulla riduzione delle tasse sono d’accordo che occorre fare un grande sforzo come Governo, come Enti locali, un lavoro di pressione sul Governo che provenga da tutta la città, dalle associazioni, dal Comune, dalla Città metropolitana e dalla Regione. E non è che bisogna ridurre le tasse aumentando il debito, si può fare anche un’attenta azione di razionalizzazione della spesa e di riduzione dell’evasione, che è quello che ha fatto il Comune di Bologna, grazie alla razionalizzazione della spesa e alla riduzione dell’evasione, una grandissima lotta all’evasione, un’operazione unica in Italia che è stata quella di ridurre le tasse negli anni e anche in piena pandemia, con la riduzione della Tari. Questo, lo sottolineo molto, perché se siamo riusciti a farlo in piena pandemia, allora è possibile che il Governo capisca che questa è una scelta giusta, perché non basta posticipare, occorre ridurre, e questo è per me fondamentale. Non basta posticipare le scadenze fiscali, perché si sposta il problema in avanti, come avevamo già detto con il consigliere Sassone la settimana scorsa, venerdì in Questione Time e lunedì in Consiglio, ma bisogna assolutamente fare una riflessione complessiva su quello che può essere una leva di aiuto alle imprese trasversale e strutturale di riduzione della pressione fiscale grazie alla razionalizzazione delle spese pubbliche e grazie ad una maggiore attenzione a quello che è la lotta all’evasione, anche paradossalmente e anche facendo leva sullo smartworking che è una grande leva di razionalizzazione dei costi e di efficentamento e di efficacia della macchina comunale.
Continuando su questa linea di ragionamento, chiuso anche questo secondo cappello introduttivo, le devo dire che è impossibile rinunciare all’imposta di soggiorno, ovviamente il Consiglio comunale può proporlo e avanzarlo come ordine del giorno, accettare questa cosa però però farebbe correre un grande rischio di danno erariale, perché non possiamo rinunciare all’imposta di soggiorno di quest’anno con un rischio di danno erariale.
Dopo di che se il consigliere Bosco vuole correre il rischio di danno erariale e proporre di non incassare tre milioni di imposta di soggiorno, è un rischio che può proporre ai colleghi consiglieri e, ve lo anticipo, è danno erariale. Lo stesso vale per le imprese, in questo momento non incassare risorse non è possibile perché in questo momento, da parte delle imprese, non pagare l’imposta di soggiorno è un altro rischio altissimo di peculato, quindi non è un problema con il Comune di Bologna in sé, ma con lo Stato, per il semplice fatto che l’imposta di soggiorno non sono soldi degli albergatori, ma sono sostituti d’imposta, i soldi che prelevano sono soldi dello Stato, nello specifico sono poi soldi del Comune, il cui prelievo è affidato agli alberghi ma che però non sono soldi degli alberghi.
Diverso è il tema della Tari, perché la Tari è un costo che viene pagato a fronte di un servizio e quindi sono soldi che, un imprenditore o un cittadino deve corrispondere a fronte di un servizio. Nel caso dell’imposta di soggiorno parliamo di sostituto di imposta, quindi non sono soldi dell’albergatore ed è necessario, come dire, che vengano versati al Comune perché altrimenti il rischio è il peculato. Quindi nella sua richiesta, se parla del bilancio 2020, corre due rischi, da una parte il danno erariale e dall’altra il peculato. Si capisce quindi come sia inapplicabile la sua proposta sul 2020, se invece vogliamo parlare del 2021, la possibilità, come dire, che il Consiglio comunale proponga di non prelevare l’imposta di soggiorno è fattibile, ovviamente in un momento in cui noi abbiamo bisogno di investire risorse sulla cultura di cui siete stati sostenitori e alfieri in questi anni, è necessario prelevarle. Quindi in questo caso se vogliamo togliere l’imposta di soggiorno dal bilancio 2021, dovete prevedere dove andare a prelevare altre risorse per compensare quegli investimenti necessari, considerando che con gli accordi e nelle trattative che ci sono attualmente in corso e di questi ultimi mesi tra Stato ed Enti locali, con Anci come garante, le mancate imposte dell'imposta di soggiorno dovrebbero essere compensate dal Governo, di conseguenza togliere l’imposta di soggiorno vorrebbe anche dire privarci della compensazione sulla quale si è già impegnato lo Stato, e questo è un altro elemento.
Poi se lei dice di rendere più concorrenziale il mercato bolognese togliendo l’imposta di soggiorno capisco la ratio puntuale, ma essendo un’imposta trasversale a tutte le città turistiche non è un elemento particolarmente sensibile e particolarmente significativo in un pacchetto complessivo. Quindi l’imposta di soggiorno sostanzialmente non è un’imposta di cui possiamo privarci, non possiamo cancellarla, non possiamo eliminarla. Se la eliminiamo oggi su sua richiesta, voi consiglieri rischiate il danno erariale e i nostri albergatori rischiano il peculato che è ben peggio, se invece decidete di spostarla nel 2021 e concludo, mi dovete dire da dove andate a prelevare, da quali servizi, immagino che lei consigliere Bosco li voglia togliere dalla sicurezza, dal sociale, dalla scuola, quindi mi fermerei qui dicendo che è un’operazione inapplicabile soprattutto perché sono soldi che vengono compensati dallo Stato e le loro mancate entrate. Intanto siamo in trattativa con le associazioni di categoria per capire quale criterio, quale modalità trovare per andare il più incontro possibile alle richieste delle difficoltà economiche, nello specifico degli albergatori, come da sua richiesta, ma in generale di tutto il settore. Ripeto, la partita è a livello nazionale ed è di confronto e dialogo dell’intera città in tutte le sue dimensioni associative, politiche, tecnico-politiche, di dialogo con il Governo perché questo intervenga e compensi”.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:49
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