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Question Time, chiarimenti su coronavirus e tavolo di monitoraggio della Fase 2

L'assessore Marco Lombardo, nel corso della seduta di Question Time, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) su coronavirus e tavolo di monitoraggio della Fase 2.Domanda d'attualità d...

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L'assessore Marco Lombardo, nel corso della seduta di Question Time, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) su coronavirus e tavolo di monitoraggio della Fase 2.


Domanda d'attualità del consigliere Martelloni
“Visti gli articoli di stampa relativi al costituendo tavolo metropolitano finalizzato all’avvio e monitoraggio della cosiddetta “Fase 2”.
Considerato che l’emergenza sanitaria in corso si attenua con particolare lentezza e che la Regione Emilia-Romagna continua a rappresentare una tra le regioni più colpite.
Tenuto conto dei ripetuti inviti delle autorità sanitarie e istituzionali a non vanificare gli sforzi sin qui compiuti tramite le misura, anche drastiche, finalizzate ad assicurare il distanziamento sociale.
Pone la seguente domanda di attualità: per avere una valutazione politica dal Sindaco e dalla Giunta sulla predetta iniziativa; per sapere quale ruolo intendano svolgere in quell'ambito; per sapere quali eventuali diverse iniziative l’Amministrazione intenda assumere in materia”.

Risposta dell'assessore Lombardo
"Come il consigliere Martelloni sa, già prima del lockdown io mi ero espresso  in posizioni diverse rispetto a, per esempio, alcune organizzazioni datoriali, in particolare Assolombarda che non valutava positivamente le misure di restrizione e di contenimento, e affermavo che, per ripartire, bisognava fermarsi subito. Penso che tutte le misure messe in campo per la  chiusura del lockdown abbiano dimostrato come la fase del contenimento del contagio non possa avvenire senza il distanziamento fisico e il blocco delle attività produttive, perché sono le persone il veicolo del contagio e non possiamo immaginare che il contagio avvenga semplicemente attraverso le attività di jogging dei cittadini, ma è evidente che il contagio avviene ed è avvenuto anche nei luoghi di lavoro. Così come, quando sentiamo gli appelli alla ripartenza del tessuto economico, da assessore alle Attività produttive capisco perfettamente il tema: superata l'emergenza sanitaria, è evidente che  noi dovremo affrontare un'emergenza economica che è anche occupazionale e sociale. Ma per farlo, bisogna farlo in condizioni di sicurezza, altrimenti il rischio è quello di avere dei rimbalzi del contagio da Covid-19. Ecco perché siamo stati i primi ad avviare un tavolo, due mesi fa, che avesse questo obiettivo: cercare di superare la fase burocratica e protocollare delle autocertificazioni alla prefettura - ringraziando la prefettura per il ruolo  che ha svolto e per la mole di lavoro che ha dovuto smistare -, ma a nostro avviso queste devono essere scelte di politica industriale, e le scelte di politica industriale devono riuscire a  contenere due diritti fondamentali, da un  lato la tutela delle persone e della salute e sicurezza dei lavoratori, dall'altro la tenuta del sistema economico e produttivo del paese. Come combinare questi due elementi? Attraverso dei tavoli che facciano un lavoro di messa a terra dell'accordo firmato dal governo e dalle parti sociali il 14 marzo. Perché se quell'accordo non entra nelle fabbriche, nelle imprese e nei territori è chiaro che non possiamo avere sicurezza sul fatto che la riapertura non consenta la ripresa del contagio. Un altro elemento: ci possono essere delle aziende che sono dentro il codice Ateco ma che non hanno garanzie di sicurezza, mentre aziende fuori dal codice Ateco sono in grado di garantire tutte le misure di sicurezza. Ecco perché abbiamo chiesto di superare l'approccio del codice Ateco e fare scelte politiche in connessione con diverse competenze, perché al tavolo partecipano l'Ausl, l'Ispettorato del lavoro, l'Inail, strutture e enti che hanno le competenze sanitarie che si dovranno combinare competenze non sanitarie, penso al tema dei test sierologici, dei trattamenti e della riorganizzazione delle attività produttive. Purtroppo la sicurezza era un'emergenza anche prima del Covid-19, noi avevamo ogni giorno 3 morti sul lavoro. Dobbiamo fare in modo che la sicurezza diventi la condizione minima essenziale per potere ripartire, questo è un tema importante i  cui il ruolo del Tavolo metropolitano, oltre a un lavoro di messa a terra dell'accordo del 14 marzo, serve anche ad agevolare, semplificare le attività che le imprese devono porre in essere per essere garantite di mettere in atto tutte le misure idonee e sufficienti per gestire il rischio di contagio da Covid-19. Sono state decise una scansione di temi e sottocategorie di filiere che partiranno con le commissioni tecniche, in particolare riguardano: la manifattura; l'edilizia, ricordo che qui c'è già un accordo specifico di settore; il trasporto delle merci e la logistica, dentro il quale rientra anche il segmento del food delivery, il tema dei servizi pubblici locali e della mobilità delle persone, il tema della cultura - e voglio segnalare questa importante novità, la cultura, le imprese culturali e il lavoro degli operatori culturali devono essere svolti in sicurezza ed è  per questo che esiste un tavolo ad hoc; il commercio e i pubblici esercizi, il turismo, lo sport e il wellness; l'agricoltura; i servizi alla persona; il terzo settore, che viene coinvolto sul tema della sicurezza; i servizi ambulatoriali privati; i professionisti e le attività di servizio. Quali sono le attività che questo tavolo ha in mente. Intanto, la mia presenza al tavolo, sta proprio a segnalare il ruolo della politica in questo contesto, e parteciperanno anche i miei colleghi della Giunta competenti per settore. Penso inoltre che, con la regia del Patto per il lavoro regionale, sia utile anche una funzione propositiva che a partire dal tavolo di Bologna, ma so che si è aperto anche un tavolo territoriale a Ravenna, può arrivare al governo, anche in vista delle decisioni che dovranno essere prese per il dopo 4 maggio. Anche perché non possiamo sbagliare la Fase 2, altrimenti non avremo una fase di ricostruzione, ma purtroppo dovremo affrontare una fase di default. Non sbagliare la Fase 2 significa seriamente cercare di far sì che le condizioni di sicurezza siano reali e centrali per poter dare ripresa alle attività economiche". 

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
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