Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti su coronavirus e situazione nella casa circondariale di Bologna

L'assessora Susanna Zaccaria ha risposto, nella seduta odierna di Question time, alle domande d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) e dei consiglieri Francesco Errani (Partito Democratico) e Marco Piazza (Movimento 5 s...

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L'assessora Susanna Zaccaria ha risposto, nella seduta odierna di Question time, alle domande d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) e dei consiglieri Francesco Errani (Partito Democratico) e Marco Piazza (Movimento 5 stelle) sulla situazione alla Casa circondariale di Bologna. 

Domanda della consigliera Clancy:

Visti gli articoli di stampa apparsi in merito alla rivolta dei detenuti al carcere della Dozza. Considerato che in un contesto di altissima tensione determinato dalla paura che vi fosse un caso di positività al Coronavirus nel carcere Sant’Anna di Modena e dalle misure restrittive decise dalle autorità carcerarie per contenere il diffondersi del coronavirus (SARS-CoV-19) domenica 8 Marzo è scoppiata una protesta nel penitenziario di Modena che ha determinato la morte di nove detenuti e il ferimento di circa 18 detenuti, di cui 6 in modo grave, e due agenti della polizia penitenziaria. Lunedì, probabilmente per gli stessi motivi, è partita una rivolta anche al carcere della Dozza di Bologna, terminata solo martedì, che ha determinato la morte di due detenuti, e il danneggiamento dei locali, mentre non si hanno dati certi sul numero dei feriti.
Considerato il comunicato stampa congiunto dei garanti dei detenuti e delle persone private della libertà personale territoriali dell'Emilia-Romagna (Emilia-Romagna, Bologna, Ferrara, Parma, Piacenza), che così recita: A Bologna, da quanto viene riferito, è parte attiva della rivolta un certo numero di persone detenute che ha preso possesso di sezioni detentive (e di ambulatori medici) con pesantissime conseguenze che non si è ancora in grado di quantificare. Nello stesso tempo bisogna evidenziare con forza che un numero consistente di persone detenute ha inteso adottare un comportamento responsabile, non partecipando ai disordini.
Non è questo il tempo di interrogarsi in merito a eventuali profili che possano aver contribuito a far degenerare la situazione. ma s'intende ora lanciare un deciso e accorato appello per l'interruzione dei disordini, prima che le conseguenze si aggravino tragicamente.
Resta ovviamente centrale la questione delle misure di prevenzione del contagio da covid-19 da assumere nel contesto penitenziario rispetto alla quali dovrà essere veicolata una corretta e puntuale informazione nei confronti delle persone detenute e la relativa adeguata possibilità di comunicare con i congiunti.
Pare anche opportuno iniziare a valutare iniziative per l'adozione di misure di sostegno per le persone detenute indigenti affinchè abbiano aiuti economici per contattare le famiglie.
S'intende infine esprimere vicinanza agli operatori dell'Amministrazione Penitenziaria, delle Forze dell'Ordine e dell'Ausl>.
Considerato che in data 09.03.2020 il Consiglio Comunale ha approvato un ordine del giorno (P.G. 105866/2020) che riguarda il monitoraggio delle condizioni della Casa Circondariale di Bologna e dell’istituto penale per minori di Bologna; la richiesta di mantenere i colloqui fra i detenuti e le detenute e i propri cari, la garanzia di un’adeguata informazione sulle misure di prevenzione e sui comportamenti igienici da adottare
Pone la seguente domanda d’attualità per avere una valutazione politica dal Sindaco e dalla Giunta sul tema. Per sapere dall'Amministrazione: quali siano le condizioni attuali dei detenuti e delle detenute alla Casa Circondariale della Dozza e quali misure si siano prese per garantire la loro incolumità; se siano previsti spostamenti dei detenuti e delle detenute; se sia prevista l'implementazione dei colloqui telematici fra i detenuti e le detenute e i propri cari nelle case circondariali e nell'istituto penale per minori di Bologna; se sia previsto lo svolgimento di corsi dell'Ausl sulle misure di prevenzione della diffusione del Covid-19 e sui comportamenti igienici da adottare all'interno delle case circondariali. se sia stato fatto un aggiornamento della situazione ai familiari de detenuti e se siano stati informati in particolare i familiari dei detenuti feriti e dei due morti".

Domanda del consigliere Errani:

"Visti gli articoli di stampa sulle rivolte nelle carceri, legate all'emergenza Coronavirus e al sovraffollamento, che hanno riguardato anche il carcere di Bologna e portato alla morte di due persone detenute; invita cortesemente il Sindaco e la Giunta ad esprimere una valutazione politica sulle misure da attivare per garantire sia a chi lavora (polizia penitenziaria e educatori) che agli uomini e alle donne detenuti, condizioni di lavoro e vita dignitose".

Domanda del consigliere Piazza:

"Visto gli articoli di stampa sull’attuale situazione che sta vivendo il carcere Dozza dopo la rivolta dei detenuti e la protesta degli agenti; affermando “Ora siamo all’emergenza nell’emergenza”
Pone la seguente domanda d’attualità:
Per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione sulla gravissima rivolta avvenuta nel nostro carcere, se non concordi che sia la conferma della gravità delle criticità delle condizioni di vita e lavoro all'interno del carcere.
Se ha ottenuto informazioni sulle condizioni attuali dei detenuti e sulla vivibilità dei locali dopo i gravi danni subiti e se questo ha ridotto significativamente la capienza del carcere.
Se è a conoscenza di misure straordinarie assunte a seguito delle rivolte e in generale per contenere la diffusione del virus in ambienti normalmente sovraffollati, per garantire la sicurezza del personale che opera nelle carceri e dei detenuti".

Risposta dell'assessora Zaccaria:


"Grazie della domanda alla consigliera Clancy, e ai consiglieri Errani e Piazza, che mi danno l’opportunità di aggiornarvi sulle condizioni dell’istituto penitenziario, innanzitutto però mi associo alla solidarietà e alla vicinanza che è stata manifestata nei confronti della direzione e di tutto il personale dell'Amministrazione penitenziaria, in particolare alla Polizia Penitenziaria e al personale sanitario presente nella struttura. Io, come ha sottolineato il consigliere Piazza e lo ringrazio, sono convinta che si assolutamente necessario garantire ai detenuti condizioni di vita dignitose, ma mi associo anche alle dichiarazioni fatte dal Garante nazionale secondo cui queste proteste sono sfociate in violenze che sono inaccettabili, che hanno messo a rischio la vita non solo dei detenuti, anche di quelli che non hanno voluto partecipare, ma di tutto il personale, che svolge una funzione importante e non ha certo responsabilità di carenze, che sono pur gravi.
Colgo l’occasione per ringraziare anche il dott. Antonio Ianniello, il nostro garante, perché è costantemente presente e ci teniamo sempre aggiornati e la gran parte delle informazioni che oggi vi porto sono date da lui.
All'interno del carcere si sta attuando uno sforzo che in questo momento è straordinario per far fronte alla situazione. Da un lato bisogna mantenere alta l'attenzione circa nuovi possibili disordini e, dall'altro, c’è il tentativo di tornare alla normalità che passa necessariamente dal progressivo ripristino dei locali e delle infrastrutture, anche di tipo sanitario, vi ricordo che le devastazioni hanno anche interessato ambulatori medici, spazi e strumentazione per le visite specialistiche.
Sono già stati effettuati dei trasferimenti di alcune persone detenute verso altri istituti penitenziari per motivi di ordine e sicurezza. È però evidente che ciò non è sufficiente e che i disordini hanno causato delle conseguenze che hanno inciso moltissimo sulle condizioni generali di vita delle persone detenute. Nel reparto giudiziario, dove c’è stata la principale rivolta, non essendoci attualmente le condizioni di sicurezza a causa delle devastazioni che ne hanno interessato gli spazi, le persone detenute rimangono sempre nelle camere di pernottamento h 24, quindi una condizione molto restrittiva.
Per quanto riguarda le condizioni di salute, non ci risultano segnalazioni particolari, risulta quindi generalmente un un normale stato di salute.
In merito alle condizioni dei luoghi, al primo piano è stata ripristinata la linea telefonica, anche se alcuni spazi rimangono ancora senza luce. Il reparto giudiziario è quello maggiormente danneggiato e questo incide sia sui detenuti, lo abbiamo già detto, ma anche sulle condizioni di lavoro degli operatori che vi prestano servizio e che hanno visto dunque ulteriormente appesantire l’attività che svolgono. Negli altri reparti la quotidianità, pur nell'emergenza, va avanti in modo ordinario.
Ci tengo a ribadire che un consistente numero di persone detenute ha adottato comportamenti responsabili durante la rivolta, non partecipando ai disordini e alle devastazioni, anche molti detenuti che si trovavano nel reparto giudiziario, che è stato quello maggiormente coinvolto nelle violenze. Io credo che sia molto importante ripartire dal senso di responsabilità di queste persone per superare questa fase di emergenza, che è di luoghi ma anche sanitaria, come è fuori.
L'alleggerimento dei numeri delle presenze ovviamente migliorerebbe le condizioni di vita di tutti, dei detenuti e degli operatori, e renderebbe più facile il ripristino delle strutture. A questo proposito vi dico che a livello centrale è operativa una task force, voluta dal Ministro della Giustizia, in cui sono presenti il Garante nazionale e i Capi Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia minorile e di comunità, proprio con il compito di elaborare strategie possibili d'intervento per far fronte all'emergenza e per tenere monitorata la situazione negli istituti penitenziari.
Per quello che riguarda la possibilità della detenzione domiciliare, se voi guardate il decreto "Cura Italia" che è stato approvato ieri, l’articolo 123 ha già disposto la facilitazione dell’accesso alla detenzione domiciliare a chi ha pene inferiori ai 18 mesi. È evidente che dovremmo valutare in termini numerici gli effetti dell’applicazione di questo decreto.
Nei giorni scorsi la Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento del Dap, ha autorizzato l'utilizzo della posta elettronica per la corrispondenza con i familiari anche per i ristretti nel circuito Alta Sicurezza, presenti anche a Bologna. Si sta cercando inoltre di garantire un maggior numero di comunicazioni telefoniche e via skype, anche se si deve per forza ragionare in un ottica di potenziamento delle linee telefoniche e delle postazioni informatiche, però si sta cercando di puntare su questo per mantenere il più possibile i rapporto con i famigliari e i parenti, per migliorare un po’ le condizioni psicologiche dei detenuti. Sono stati ripristinati i colloqui con i difensori, come a normativa per gli atti urgenti e improrogabili, che all'ingresso in istituto potranno essere sottoposti al triage e dovranno compilare un modulo di autocertificazione, si fa il possibile per preservare chiunque entri e di non portare dentro il virus. Sempre allo stesso fine, la Protezione civile ha installato fuori dal carcere due tende per il pre-triage, una destinata ai detenuti nuovi giunti, l'altra al personale del carcere. Noi siamo in costante contatto con la Direzione, stiamo cercando di risolvere le esigenze che via via si stanno manifestando, perché immediatamente dopo i disordini quasi non si riusciva a capire quali fossero le priorità, io e il sindaco abbiamo dato tutta la nostra disponibilità per le questioni che man mano stanno emergendo, dalla necessità dei dispositivi di protezione, alla possibilità di riattivare i servizi di mediazione culturale, ci stiamo proprio guardando in questi giorni e sarà mia cura tenervi informati man mano che riusciamo a trovare delle soluzioni".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:47
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