Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico). “La Reazione dei/delle cittadini/e dell’Emilia Romagna alla prima fase Covid 19: cresce la fiducia nei confronti delle istituzioni e della poli...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico).
“La Reazione dei/delle cittadini/e dell’Emilia Romagna alla prima fase Covid 19: cresce la fiducia nei confronti delle istituzioni e della politica che affronta la crisi, donne giovani e precarie le più arrabbiate per la situazione lavorativa/economica.
Una ricerca svolta dal CNR, da Bambino Onlus, e da un gruppo di Psicologi esperti di terremoto dell’INGV ha voluto indagare su come stiamo reagendo ai 45 giorni di lockdown.
Repubblica ne ha estrapolato i dati emiliano romagnoli, 2 dei quali tengo a riportare:
Il 76% dei cittadini della nostra Regione apprezza le istituzioni per la gestione della crisi. Nel resto del paese, il dato è fermo al 56%.
Secondo i dati, 93 cittadini su 100 si fidano. L’apprezzamento verso la sanità pubblica di questa terra è il più altro di tutte le altre regioni d’Italia 93 e 86.
Su questi punti vale una prima considerazione: si tratta di dati che raccontano una crescita di quel capitale sociale che chiamiamo fiducia e che credevamo fosse andato disperso dalla prima Campagna Elettorale di Bonaccini, quella, per intenderci, del più del 60% di elettori che non si recarono alle urne. Torna la fiducia nelle istituzioni e nella politica e non è un caso (a mio parere), che si manifesti in un momento di crisi profonda, quando le persone guardano a chi sa governarle e non a chi si limita a cavalcare le paure, fanno attenzione a chi è capace di mettere in fila i problemi, a chi si rimbocca le maniche e fuori dalle polemiche fa la propria parte.
Vengono i brividi a pensare se ci fosse stato qualcun altro sulla poltrona di Bonaccini.
E già che ci siamo, colleghi e colleghe della Lega Nord, cortesemente, provate almeno voi a chiedere cortesemente alla Collega Borgonzoni se è possibile che il Consiglio comunale di Bologna possa agire a ranghi completi e se è anche possibile rispettare il diritto degli elettori di vedere rispettate le loro espressioni di voto.
Rimane, sopra ogni altra cosa, che questi dati ci consegnano tra le mani un capitale di fiducia nella politica e nelle istituzioni cui dobbiamo rispondere puntualmente, cui dare prova ogni giorno, nella gestione di questa crisi, di esserne all’altezza.
Anche per questo, metto in evidenza 3 dati ulteriori di questa ricerca che destano in me molta preoccupazione e che riguardano, ancora una volta, le donne: le emiliano romagnole che tornano dietro ai fornelli sono più di tutte le altre italiane. Se per qualcuno rincuora l’immagine di donne che mettono in tavola la torta appena sfornata, come tutti gli stereotipi, si tratta di un immaginario impreciso e irritante: dietro questi “nuovi” comportamenti, per le donne, solitamente si cela la possibile perdita di lavoro e un impoverimento di fatto cui dobbiamo fare fronte. È un fenomeno che va monitorato.
Non è un caso che, nella stessa ricerca, quando si misura la rabbia sociale (comprensibile, stante il nostro presente!) il caso più alto è quello delle donne, delle giovani donne, delle giovani donne precarie.
Chiedo che l’insieme di questi dati sia noto e presente tra i componenti: del tavolo per il lavoro metropolitano. Del gruppo di esperti nominato dal Sindaco, che sta lavorando alle proposte per la città della Giunta di Bologna. E, ovviamente, anche nostra, del Consiglio”.