Comunicati stampa

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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli

Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord). “Con la scusa del Covid si smantellano interi reparti e si sconvolge la sanità cittadina. Come denuncia un articolo di Repubblica del  17.07.2...

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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord).

“Con la scusa del Covid si smantellano interi reparti e si sconvolge la sanità cittadina.

Come denuncia un articolo di Repubblica del  17.07.2020 si persevera nei tagli sanitari in città. La pandemia doveva essere una occasione per ripensare il Servizio Sanitario metropolitano mentre si tradurrà nel solito taglio indiscriminato al personale e ai reparti.
Eugenio Cosentino (Segretario aziendale e regionale del sindacato dei medici della Cimo) e Antonella Rodigliano (Segretaria del sindacato degli infermieri Nursind Bologna) ribadiscono che delocalizzare 450 posti letto del Sant'Orsola significa smantellare interi reparti ospedalieri e sottrarre letti alle 1.680 degenze del  policlinico, con conseguente allungamento delle liste di attesa nelle varie branche specialistiche creando disservizi ai cittadini.
I vertici sanitari regionali affermano che i tagli ai posti letto sono legati alla pandemia, ma ciò non corrisponde al vero perché in un documento redatto nel lontano 31.10.2016  dal titolo: ”La programmazione dell’assistenza territoriale e della rete ospedaliera nell’area metropolitana”, a pag. 22, si legge:
“Una rete ospedaliera più contenuta nelle dimensioni e più sviluppata sotto il profilo tecnico‐professionale è l’obiettivo delle disposizioni normative nazionali e regionali. In particolare il presente documento soddisfa, per quanto attiene alla sola Azienda USL di Bologna, le indicazioni contenute nel Decreto Ministeriale n.70/2015 (Governo Renzi 2014-2016!) e recepito dalla Regione Emilia Romagna con D.G.R. n. 2040/2015, come riportato in dettaglio nell’allegato 1:
riduzione dei posti letto ospedalieri: 225 posti letto pubblici a livello metropolitano (Ausl di Bologna, Ausl di Imola, Azienda Ospedaliero Universitaria Sant’Orsola, IOR).
Quindi era noto già nel 2016 che sarebbero stati tagliati 225 posti letti ed allora il Covid non esisteva; ora, nel 2020, i tagli ai posti letto sono raddoppiati!!!
Le alte sfere regionali giustificano i tagli, asserendo che il Policlinico ha una concezione “vecchia” di ospedale e che deve essere messo a norma, ma  questa è una scusa perché abbiamo numerosi padiglioni nuovi, costruiti negli anni duemila, come i padiglioni 27 e 28, con stanze a due posti letto, provviste di relativi servizi igienici.
In aggiunta ci sono i padiglioni 1,11, 25,29 che potrebbero essere riadattati e ristrutturati senza stravolgere la sanità metropolitana.
Perché i suddetti padiglioni non vengono utilizzati e perché all’Ass.Donini, durante la recente visita al Sant’Orsola, non sono stati fatti visitare i suddetti padiglioni vuoti?
Tra i "tanti" reparti che, mi dicono, non siano stati riaperti o lo siano solo parzialmente vi sono : ”Urologia, Otorino, Oculistica, Geriatria, Reumatologia e Riabilitazione”.
Ci si riempie la bocca con il panegirico del “paziente al centro dell’assistenza” ma, alla fine   dei giochi, il paziente è al centro di un tiro al bersaglio e vittima di una “transumanza” da un ospedale cittadino all’altro che non credo sia né opportuna né efficace.
A mio avviso, non si può pensare di dislocare un reparto e inserirlo in un altro contesto sprovvisto di tutti gli interscambi fondamentali per un’adeguata assistenza clinica.
Il segretario della Cimo, Cosentino, ribadisce  che : "In un'ottica di decentralizzazione di alcuni reparti, il nostro dubbio è che questo possa essere un trasferimento definitivo. E noi invece vogliamo certezze sul fatto che un giorno i tanti professionisti, che ricordiamo hanno stipulato un contratto con il Sant'Orsola, non si ritrovino a dover lavorare in una struttura completamente diversa”.
Numerosissimi colleghi mi hanno manifestato il loro sconcerto, per una decisione verticistica, non concordata con le parti sociali, arrivata come un fulmine a ciel sereno, in assenza di un minimo di concertazione  e che si tradurrà in sonori tagli ai posti letto, con  personale sempre più precarizzato.
Ricordo che la Regione Emilia Romagna  ha aumentato il lavoro precario dei medici del 193% e degli Infermieri dell’81%, come da relazione impietosa della Corte dei Conti del giugno 2020.
In aggiunta al fatto che durante la pandemia, si sono persi circa 400.000 interventi chirurgici, 70.000 visite saltate ed ora per abbattere le liste di attesa, il Governatore ed i vertici sanitari emiliano- romagnoli vogliono recuperarli facendo lavorare incessantemente, per tutto il periodo estivo, un personale sanitario stremato da 3 mesi di superlavoro.
È ora di finirla con la proletarizzazione dei professionisti sanitari che meritano solo  tutto il nostro rispetto, per una categoria che ha dato l’anima e adesso pretende di godersi un sacrosanto riposo".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
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