Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Giulia Di Girolamo
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Giulia Di Girolamo (Partito Democratico).“Il gioco non è una necessità.Una direttiva dei monopoli di stato, annunciata dalla stampa nei giorni scorsi, autorizza, da oggi, ...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Giulia Di Girolamo (Partito Democratico).
“Il gioco non è una necessità.
Una direttiva dei monopoli di stato, annunciata dalla stampa nei giorni scorsi, autorizza, da oggi, pur nel rispetto della normativa sulle distanze di sicurezza, la ripresa della raccolta dei giochi
come“10&Lotto”, “Millionday”, “Winforlife” e “Vincicasa”, presso gli esercizi per i quali non vige l’obbligo di chiusura come le tabaccherie e successivamente, dal 4 maggio, la ripresa del gioco del Lotto e Superenalotto.
Molte sono le preoccupazioni espresse da varie parti su questa scelta, che non risulta essere per nulla necessaria al fine dell’auspicata ripresa del paese.
In questi mesi di lockdown abbiamo assistito ad un impoverimento molto significativo dei singoli e delle famiglie a seguito della chiusura delle attività lavorative, che in molti casi ha generato una perdita del lavoro e una generale grave crisi economica.
Ma dopo 45 giorni si rimette in movimento questo grande business, quasi 120 miliardi raccolti lo scorso anno, che era stato sospeso prima dal decreto del Presidente del Consiglio dell'8 marzo, e poi dalle determinazioni del direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli del 12, 21 e 30 marzo. Ma ora con la cosiddetta "Fase 2" si riprende l’impresa del gioco, prima di tante altre attività economiche, quelle si necessarie.
Come si legge nell’articolo molto puntuale di Antonio Maria Mira sulla testata “Avvenire”, a indicare la tempistica della ripresa è una nuova direttiva del Direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che porta la data del 23 aprile. Si legge che, il Direttore dell’Agenzia ha informato il Ministro dell’Economia e delle Finanze di voler avviare, in considerazione delle iniziative in fieri
e delle tempistiche relative alla così detta Fase 2 dell’attuale emergenza epidemiologica, un graduale ripristino delle attività di gioco secondo criteri che privilegino motivi di salute pubblica”.
Un paradosso, a mio avviso, ancor più evidente in questo momento, per i motivi che ho espresso in precedenza e perché anche la ludopatia è un problema di salute pubblica, che colpisce moltissime famiglie che in questo momento non possono avere accesso diretto ai servizi di cura forniti dal Sert per arginare questo tipo di problematiche. Senza contare che molte delle persone che sono dedite al gioco e frequentano le sale giochi hanno un’età avanzata e, dunque, sono particolarmente esposte ai
rischi collegati alla diffusione del Covid-19.
Inoltre, ricorda Mira, nel suo articolo, che “La task force capeggiata da Vittorio Colao ha presentato, qualche giorno fa, una tabella relativa alla Fase 2, per riaperture e codici Ateco, con i rischi per tutte le categorie dei lavoratori. Nella tabella in questione il codice (92) riguardante "Attività di lotterie,
scommesse, case da gioco" segnala il settore in rosso (valore più a rischio) per quanto riguarda la classe di aggregazione sociale e in arancione (valore medio-alto) la classe di rischio integrato”.
Quindi, la dicitura “pur nel rispetto della normativa sulle distanze di sicurezza al fine di contenere la diffusione del coronavirus” non può e non deve diventare un alibi per la ripresa repentina di queste
attività.
Su questo tema hanno inoltre espresso la loro preoccupazione anche i firmatari della campagna “Mettiamoci in gioco”, nata nel 2012 contro i rischi del gioco d’azzardo, tra cui Avviso Pubblico.
Gli stessi firmatari nel loro appello dichiarano: “È opportuno sottolineare che il gioco d’azzardo è tutt’altro che un’attività essenziale, anzi comporta numerosi rischi di carattere sia sociale sia sanitario. Proprio la situazione di lockdown ha avuto il positivo risultato di contenere le forme di abuso e dipendenza da gioco d’azzardo. Sarebbe sorprendente che, in una situazione di generale
e grave impoverimento del paese, si consentisse la riapertura di locali che producono di fatto ulteriore perdite di denaro specie per le fasce più deboli della popolazione”. E questa frettolosa
riapertura rischia di aggravare una situazione già fortemente compromessa e vanificare questi seppur piccoli risultati raggiunti fino ad oggi.
Inoltre, sembra sia prevista l’accensione delle slot machine negli esercizi per cui non vige obbligo di chiusura, già dall’11 maggio.
E su questa ipotesi auspico che il governo faccia un passo indietro e che, se parliamo di priorità, l’industria del gioco, ivi comprese le sale dedicate, siano le ultime a ripartire.
In questi anni, il Comune di Bologna ha assunto decisioni molto nette sul tema del gioco d’azzardo, con ordinanze e chiusure che tutti noi conosciamo, decisioni che hanno avuto come obiettivo
primario la tutela della salute dei cittadini. E in questi mesi si sarebbero dovute svolgere, in continuità con quanto fatto prima dell’arrivo del Covid-19, moltissime attività nei quartieri sul
contrasto al gioco d’azzardo patologico, attività che speriamo di poter recuperare presto.
Dunque, la salute dei cittadini deve essere la nostra priorità, come lo è stata fin ora, e dare loro la possibilità di uscire per giocare non è affatto un modo per tutelarli”.