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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Gabriella Montera

Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Gabriella Montera (Partito Democratico).“Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia: le celebrazioni annuali e l’impegno degli enti locali non bas...

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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Gabriella Montera (Partito Democratico).

“Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia: le celebrazioni annuali e l’impegno degli enti locali non bastano! Serve una legge dello Stato.
Ieri ricorreva la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia a cui il Comune di Bologna ha aderito come ogni anno. Lo ha fatto in maniera simbolica, e cioè esponendo a Palazzo d’Accursio sabato e domenica la bandiera arcobaleno, distintiva del movimento LGBTQI; ma lo ha fatto soprattutto attraverso le sue politiche, che già dagli anni ottanta si sono caratterizzate per sensibilità e attenzione al tema, attraverso l’assegnazione di una sede, che ha posto il Comune di Bologna come antesignano e apripista per l’impegno attivo delle istituzioni nel riconoscimento dei diritti di cittadinanza delle persone Lgbtqi.
Il 12 maggio scorso le associazioni firmatarie del Patto generale di collaborazione per la promozione e la tutela dei diritti delle persone e della comunità Lgbtqi nella città di Bologna, hanno incontrato L'Assessora delegata Susanna Zaccaria - a cui va il mio particolare ringraziamento per il suo impegno e la spiccata sensibilità sul tema dei diritti - che ha voluto rimarcare la presenza del Comune nel sostegno alle proposte e alle attività culturali realizzate in co-progettazione con il mondo associativo, ma che, causa la pandemia, in questa fase si sono dovute fermare.
Nel luglio 2019, dopo un percorso impegnativo e non privo di ostacoli politici, la Regione Emilia-Romagna, riprendendo una proposta depositata nella legislatura 2010/2015 dal Consigliere Franco Grillini, ha approvato la legge concernente le azioni per contrastare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e le differenze di genere, che certamente non ha funzioni sanzionatorie, ma che è di grande importanza in termini di sensibilizzazione e prevenzione verso i comportamenti discriminatori.
Per le celebrazioni del 17 maggio, molte sono state le iniziative organizzate da associazioni e promosse da amministrazioni pubbliche che aderiscono alla Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere: dalla visione gratuita di film a tematica LGBT*, in collaborazione con il Lovers film festival e il Museo nazionale del Cinema, alle testimonianze di personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’attivismo che, attraverso dei video inediti, hanno voluto rappresentare l’amore in tutte le sue forme.
Quest’anno ricorreva anche il 30° anno dal giorno in cui l’omosessualità fu cancellata dall’elenco delle malattie mentali dell’OMS e nelle parole pronunciate dal segretario generale di Arcigay, Gabriele Piazzoni, si evidenzia che tanti paesi hanno messo a frutto questa conquista, riaffermando che ”i diversi orientamenti e le diverse identità di genere non sono una malattia e denunciando coloro che attentano al benessere e all’incolumità di una parte della società”, mentre nel nostro paese non si è fatto altrettanto.
Nel ripercorrere i fatti dell’ultimo anno Arcigay ha presentato dati inquietanti, evidenziando che dai mezzi stampa, che rappresentano solo la parte censita, quindi soltanto la parte conosciuta, sono accaduti 138 episodi di omotransfobia, fra aggressioni, adescamenti a scopo di rapina, violenze familiari, discriminazioni in vario modo esercitate. Di questi episodi 74 sono avvenuti nel nord Italia, 30 al centro, 21 al sud e 13 nelle isole.
L’Agenzia FRA, European Union Agency For Fundamental Rights, ha pubblicato i risultati di un’indagine condotta nel 2019 sulle persone LGBTQI nell’Unione Europea. Hanno risposto in circa 140 mila, provenienti da 30 Paesi, testimoniando quanto le loro esistenze siano piene di discriminazioni, molestie e violenze. Il 62% delle persone intervistate nel nostro paese - informa Arcigay - evita di tenere per mano il compagno o la compagna in pubblico, il 30% si tiene alla larga da alcuni luoghi per paura di essere aggrediti. In definitiva, oltre il 60% delle persone preferisce vivere nell’ombra. Ed è questa invisibilità che va contrastata, perché produce quella fragilità e vulnerabilità che impedisce alle persone LGBTQI di vivere con serenità la propria condizione.
Per questo l'Agenzia europea invita caldamente gli Stati e le autorità a promuovere il pieno rispetto dei diritti delle persone Lgbtqi.
Ieri abbiamo ascoltato le parole chiare del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha stigmatizzato, senza tentennamenti le discriminazioni basate sull’identità sessuale come i trattamenti pregiudizievoli, le derisioni o le discriminazioni nel lavoro e nella vita sociale, bollandoli come comportamenti che violano il principio di uguaglianza e ledono i diritti umani tutelati dalla Costituzione, invitando a fare di più. Invito raccolto dal Presidente del Consiglio Conte che ha lanciato un appello perché si possa convergere su una legge che affronti a tutto campo la tutela dei diritti delle persone LGBTQI. Non si parte certo da zero: il dibattito istituzionale è in corso da anni, ci sono quattro proposte depositate in Parlamento dalla maggioranza che ci governa.
Chiudo riprendendo il claim della campagna di Arcigay:
La violenza non è un diritto, combatterla è un dovere”.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
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