Comunicati stampa

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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Marion Clancy

Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Marion Clancy (Coalizione civica). "Salviamo il Vecchio Son.Da oltre vent’anni il Vecchio Son di via Sacco è molto più di una sala prove da cui sono passate generazio...

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Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Marion Clancy (Coalizione civica).

"Salviamo il Vecchio Son.
Da oltre vent’anni il Vecchio Son di via Sacco è molto più di una sala prove da cui sono passate generazioni intere di bolognesi, un punto di riferimento per centinaia di band cittadine e non solo.
Un posto dove sentirsi a casa, frequentare corsi e laboratori di musica e danza, incidere un demo o un disco nello studio di registrazione e naturalmente assistere a concerti live.
Ma facciamo un passo indietro.
L'Associazione Musicale e Culturale Vecchio Son nasce nel 1998, fondata da una storica figura della musica bolognese, Steno dei Nabat, il quale insieme a un gruppo di amici propone un progetto al Quartiere San Donato, finalizzato alla realizzazione di un centro musicale comprensivo di sale da destinarsi alle prove e aule in cui impartire lezioni di musica, rivolte principalmente ai giovani del Quartiere, con l'obiettivo di dare la possibilità a tutti di accedere alle attività proposte, attraverso l'adozione di tariffe popolari, che a tutt'oggi sono tra le più basse di Bologna.
Iniziò la realizzazione dell’edificio che sarebbe poi stato concesso all’associazione con un progetto decennale, ma i lavori vennero interrotti e lo stabile venne consegnato incompleto. Mancava il tetto, l'allacciamento alla rete fognaria comunale, l'impianto elettrico, quello di aerazione delle sale prova, i muri che separano le sale stesse, le porte e tanto altro. Non solo, ma i locali che avrebbero dovuto ospitare le sale prova non avevano nemmeno l'altezza richiesta dallo stesso piano regolatore del Comune. Costi che l’associazione si è sobbarcata negli anni, ottenendo però la sua prima convenzione solo nel 2005, con la promessa che si sarebbe tenuto conto delle spese affrontate.
Seguono poi diversi anni in cui, in base alle informazioni in mio possesso, la gestione dei rapporti fra l’amministrazione e l’associazione culturale è quantomeno frammentata. Talvolta viene chiesto di saldare i pagamenti delle utenze, talvolta l’associazione culturale viene tranquillizzata perché si riconoscono le spese sostenute per, di fatto, gestire quello che è diventato un servizio collettivo.
Ora la sua convenzione è a rischio e l'associazione ha accumulato diversi debiti anche a causa della sua natura di noprofit a disposizione della città. Nel giugno 2020, nonostante il lockdown che rendeva impossibile svolgere le sue attività, l’associazione è stata contattata da un’agenzia di riscossione che intimava il pagamento di circa euro 70.000,00, comprensivi di TARI, affitti e utenze arretrati.
Penso che un luogo così fondamentale per un pezzo di collettività, la cui vocazione culturale e sociale è così largamente riconosciuta, si meriti una risoluzione proattiva da parte dell’amministrazione, per questo chiederò un'udienza conoscitiva sul tema ma anticipo già da ora la richiesta di ricerca di una soluzione positiva per tutte le parti coinvolte".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:49
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