Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica). "Il senso del voto, fra la via Emilia e il westGrazie Presidente, oggi intervengo per dire, innanzitutto, che una parte d’Italia non sarà m...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica).
"Il senso del voto, fra la via Emilia e il west
Grazie Presidente, oggi intervengo per dire, innanzitutto, che una parte d’Italia non sarà mai leghista. Questa terra, questa città non saranno mai leghiste.
Uno slogan di mezzo secolo fa recitava: “Socialismo o barbarie”.
Non credo – in tutta franchezza - che gli elettori dell’Emilia Romagna abbiano intravisto, in questa stagione politica e nelle parole del neo-presidente della Regione, scampoli di socialismo…ma, per certo, hanno avvertito il pericolo della barbarie.
E lo hanno fermato.
Nella giornata di ieri è stato strappato il manifesto vincente dell’uomo del Papete che ha chiamato olin, politicizzando e radicalizzando lo scontro al massimo livello e, per fortuna, in questo territorio eletto a simbolo della battaglia di Frankenhausen, lo ha perso.
Il voto, com’era prevedibile – complice solo in parte il funzionamento del sistema elettorale regionale – si è massimamente polarizzato, determinando – nei fatti – un bipolarismo dal quale il paese pareva essersi congedato.
“I cinque stelle hanno retto”, ha dichiarato qualcuno da dentro la pancia del movimento.
Io direi, piuttosto che, per gli elettori: “I cinque stelle hanno rotto”.
Più prosaicamente, mi pare di poter dire che, da un lato, avevano ragione quanti – come Max Bugani – ritenevano dissennato presentare una lista alle regionali (e il disgiunto a favore di Bonaccini prova che siano stati, alla fine, ascoltati più di quanto si credesse); e intendo dire, dall’altro lato, che la peggiore destra della storia repubblicana, quella che bussa ai campanelli con un cognome tunisino per chiedere “lei spaccia”, quella che prende in ostaggio le navi che salvano vite umane, in violazione di tutte le norme di diritto internazionale, ma anche quella che vuole privatizzare tutto, a partire dalla sanità, qui non passa.
Avevo scritto, alla vigilia del voto, che la matita elettorale può essere usata come uno scudo. Ebbene, le destre sono costrette e rinfoderare la spada che brandivano innanzittto contro il presidente del consiglio, battendo sul tamburo delle elezioni anticipate.
Nelle piazze delle città dove hanno nuotato le sardine, nei loro cinema, dove è stato proiettato e apprezzato il film di Checco Zalone, si sono sviluppati gli anticorpi democratici di un vero e proprio risveglio civico.
E Bologna ha avuto un ruolo decisivo.
Nel capoluogo emiliano il distacco è nettissimo: proprio nella sua città, la collega Lucia Borgonzoni – che spererei di rivedere in consiglio – ha toccato il livello minimo del consenso, a fronte di uno schiacciante 65% a favore del nuovo presidente. Il divario sotto le due torri in termini di voti è di 130 mila preferenze e “se si considera che, nel conto di tutta la regione, il candidato del centrosinistra ha avuto 177 mila voti in più, emerge con solare evidenza matematica quanto abbia pesato nelle urne la scelta dei bolognesi”.
Bologna come il fosso di Helm, dunque, sulle cui mura si infrange l’assalto della lega. Con Elly Schlein nei panni di Gandalf il grigio, giunta all’alba del quinto giorno, con le sue 16 mila preferenze soltanto a Bologna e provincia: un risultato oggettivamente straordinario. E c’inorgoglisce che un tale risultato sia stato conseguito da una donna che non solo è iscritta a Coalizione civica, ma ha contribuito alla sua fondazione, insieme a Igor Taruffi, uomo della montagna.
Ma il pericolo non è scampato, fra la Via Emilia e il West. Non è affatto scampato, specialmente nel west.
Va forse tutto bene, nel Paese e in regione?
Non va tutto bene.
Abbiamo spesso criticato la giunta Bonaccini su molti temi. Anche aspramente.
Con altrettanta convinzione lo abbiamo votato, ma – a buon diritto – continueremo a criticarlo ogniqualvolta mancherà nel dare risposta alle grandi sfide del tempo presente:
quelle al lavoro povero, specialmente negli appalti, nella logistica e nei servizi;
quelle al cambiamento climatico;
quelle urbanistiche e trasportistiche;
quelle, troppo faticose e tardive, sui diritti LGBTQI.
Oggi sull’Emilia Romagna e su Bologna splende il sole. Ma l’inverno non è ancora alle spalle.
Per certo, Bologna dimostra che si può uscire anche a sinistra da quest’aspra stagione".