Question Time, chiarimenti sull’aggressione a un tredicenne davanti a una scuola
La vicesindaco Mailena Pillati ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sull’accoltellamento di un tredicenne davanti a una scuola. La risposta è stata letta in aula dall'assessore Ma...
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La vicesindaco Mailena Pillati ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sull’accoltellamento di un tredicenne davanti a una scuola. La risposta è stata letta in aula dall'assessore Matteo Lepore.
Domanda della consigliera Clancy
"Visti gli articoli di stampa apparsi in merito all’accoltellamento avvenuto davanti ad una scuola a danno di un tredicenne a seguito di una lite avvenuta sui social network. Visto che nonostante le tante iniziative per contrastare il cyber bullismo, questo fenomeno sopratutto fra gli adolescenti è in continua crescita. Visto inoltre che l’Assessora alla Scuola ha dichiarato che sono necessari provvedimenti seri per contrastare questi episodi di violenza nelle scuole, chiede al Sindaco e alla Giunta una valutazione politica su quanto accaduto; come l’Amministrazione intenda concretamente agire per affrontare il dilagante problema della violenza nelle scuole adoperandosi per la diffusione del rispetto nei confronti degli altri e dell’educazione alle differenze".
Risposta della vicesindaco Pillati letta in aula dall'assessore Lepore
"Gentile consigliera Clancy, la ringrazio per la sua domanda che mi consente anche in questa aula di affrontare un tema che l’episodio dei giorni scorsi ha portato all’attenzione della città, quello del bullismo tra adolescenti che l’uso delle tecnologie e dei social network amplifica sfociando in fenomeni di vero e proprio cyberbullismo.
Quello che è successo ci deve preoccupare non solo per la violenza in sé, ma anche per il fatto che sia accaduto davanti a una scuola coinvolgendo ragazzi preadolescenti che da diverse ore avevano intrapreso un confronto accesso su questioni normali per ragazzi di quell’età, ma degenerato poi in un vero e proprio scontro attraverso un canale social.
In queste ore qualcuno accusa i genitori, altri la scuola o le altre Istituzioni. Io non credo che sia questo il problema, anzi è un modo sbagliato per affrontarlo.
Come ho avuto già modo di dire sono vicina a entrambe le famiglie dei ragazzi coinvolti e a tutta la comunità scolastica. Sono in contatto con la scuola e ho seguito in questi giorni gli sviluppi della vicenda.
Credo che quanto accaduto debba spingerci a intensificare ulteriormente azioni di prevenzione e contrasto al disagio dei nostri ragazzi. Sono convinta che come Amministrazione comunale dobbiamo continuare a portare avanti le iniziative già messe in campo in questi anni in un rafforzato "patto educativo" che coinvolga direttamente scuola, famiglie, istituzioni.
Sul bullismo e sul cyber bullismo, oltre che su altri temi che rientrano nel filone del benessere psicosociale dei giovani, da diversi anni l’Ufficio Giovani organizza in coprogettazione con associazioni ed esperti attività per le scuole della nostra città e che si aggiungono alle altre iniziative organizzate dalle scuole stesse. Si tratta di attività laboratoriali che mirano a coinvolgere direttamente i ragazzi sensibilizzandoli su certe tematiche, a partire dall’uso consapevole delle tecnologie. Lo scorso anno scolastico sono stati 15 gli istituti scolastici coinvolti. Sempre presso l’ufficio Giovani è attivo da diversi anni lo sportello con lo psicologo a cui i ragazzi possono rivolgersi. Da due anni abbiamo avviato un altro filone di attività per sostenere i genitori, con incontri, anche nella forma di laboratori nelle scuole, con la presenza di esperti che approfondiscono temi d’attualità, alcuni dei quali riguardano proprio l’uso delle tecnologie.
In questo anno scolastico con l’Istituzione Educazione e Scuola stiamo attivando in 5 Istituti comprensivi degli sportelli di consulenza educativa, che sono uno spazio di ascolto a cui i ragazzi possono rivolgersi per portare le proprie esperienze anche di disagio. La novità rispetto ad altri sportelli già attivi è il taglio educativo che è stato pensato per questi nuovi spazi di ascolto, già sperimentati recentemente in due Istituti comprensivi. Tutte le attività sono condotte sempre in sinergia con le scuole e con le famiglie.
Sono esempi di azioni e di strumenti importanti che dobbiamo potenziare, in accordo con la scuola e con le famiglie, per dare ai nostri ragazzi strumenti per gestire le relazioni tra pari, nella vita virtuale come in quella reale. Dobbiamo essere in grado di fare capire loro che qualsiasi atto di violenza ha conseguenze negative su chi lo subisce, ma anche su chi lo compie e che anche la violenza veicolata tramite i social network o le chat ha delle conseguenze sulla vita reale delle persone.
Altrettanto importanti sono le azioni rivolte alle famiglie, per sostenere il loro ruolo educativo in un contesto sociale che è molto complesso e che pone nuove sfide, prima fra tutte proprio quella delle nuove tecnologie e dei social network, troppo spesso sottovalutate.
I dati raccolti con l'indagine del Piano adolescenza ci forniscono dati incontrovertibili sotto questo profilo: Il 99% degli adolescenti da 11 a 19 anni si collega a internet, più della metà molto frequentemente. Il 95% dei ragazzi dai 14 ai 19 anni è iscritto a qualche social network (74% alle medie) e il 6% si sente meglio nel mondo virtuale che in quello reale (11% alle medie). I ragazzi passano molte ore del loro tempo libero connessi e noi adulti dobbiamo capire come stare in relazione con loro, anche nel mondo online.
Dobbiamo mettere in campo una massiccia azione educativa su questo specifico aspetto, anche individuando azioni innovative. Nei giorni scorsi ho fatto riferimento ad esempio a quanto già sperimentato in Piemonte per l'uso consapevole dello smartphone, ma anche a un piano di attività educative nelle scuole sui temi della relazione tra pari, del bullismo e del cyberbullismo, della violenza di genere, del rispetto dell'altro e delle differenze.
Dobbiamo mettere a sistema quanto già si fa su questi temi e pensare a quali nuove azioni di contrasto a questi fenomeni è urgente mettere in campo".