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Question Time, chiarimenti sulle parole di odio contro le donne

L'assessora Susanna Zaccaria ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sulle parole di odio contro le donne.Domanda della consigliera Lembi"Visti gli art...

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L'assessora Susanna Zaccaria ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sulle parole di odio contro le donne.

Domanda della consigliera Lembi
"Visti gli articoli di stampa sulle manifestazioni d’odio espresse contro le donne in questi giorni e sulle possibili ricadute di questo sulle politiche di contrasto alla violenza promosse dal Comune di Bologna, invita cortesemente il Sindaco e la Giunta ad esprimere una valutazione politico amministrativa".

Risposta dell'assessora Zaccaria
"Purtroppo non c'è niente da ridere, non mi stupisco per niente e mi piacerebbe pensare che siano questioni collegate all'apertura della campagna elettorale, ma purtroppo queste idee serpeggiano sempre anche lontano da appuntamenti elettorali. Lei ha evidenziato dei fatti che sono estremamente gravi e denotano una superficialità, che però non può essere banalizzata a folclore. Quando le persone che lanciano queste dichiarazioni, molto spesso in via anonima, nascondendosi dietro la tastiera, ma in questo caso in modo anche pubblico, vengono redarguite, l'atteggiamento è spesso di banalizzazione - era una boutade, una battuta. Dato che di solito le persone che lanciano insulti in questi contesti sono particolarmente vigliacchi, quando vengono poi individuati dalla polizia postale si prostrano in scuse, non ritroviamo quella spocchia che vogliono far pensare di avere, come è successo a questo consigliere. Penso che per parlare di questioni serie e complesse bisognerebbe approfondire, vale per tutte le persone, ma ovviamente a maggior ragione per chi rappresenta una carica politica, che non può buttare lì un dato come "il 90% delle denunce sono false" a cuor leggero, quando è una cosa di una gravità estrema dirlo soprattutto perché è falso. Non mi interessa chi gli abbia fornito questi dati, perché sono falsi, che non ha nessuno e se qualcuno glieli ha dati, se li è inventati. Se poi vogliamo approfondire il fenomeno complesso e capire perché alcune donne ritirano le querele, ci sarebbe da fare un discorso per cui i miei sette minuti non bastano. Vorrei aggiungere alle sue considerazioni una parola che viene molto utilizzata in questi casi, quando si dice che alcune questioni sono "divisive". Vorrei approfondire su chi dividono: queste questioni dividono, da un alto, chi sostiene che le donne hanno diritto alla propria autonomia, autodeterminazione e libertà; hanno diritto a non essere picchiate, vessate, umiliate; hanno diritto a rivolgersi a un centro antiviolenza che è lì apposta per aiutarle a riconquistare un'autonomia e uscire da una violenza. Dividono queste persone da chi, invece, pensa che le donne debbano stare a casa zitte, non ribellarsi, sopportare, comprendere che se il marito è un po' nervosetto e molla quattro schiaffi, una qualche ragione ce l'avrà. Quindi a questo punto sì, per chi vede la società in questo modo, il centro antiviolenza non si capisce perché dovrebbe servire. Se come donna devo stare a casa muta a lavare i piatti, andare a lavorare e tornare subito senza parlare con nessuno, perde di sostanza il fatto che ci siano organizzazioni che da trent'anni danno aiuto, ascolto e accoglienza alle donne.
Allora, togliamoci un po' da questi bluff che cercano di mascherare queste uscite come uno scherzo: la verità è che c'è una linea di pensiero molto sostenuta da alcuni partiti politici che dice che non esistono questi diritti, che non vanno riconosciuti ed è per questo che i servizi sono considerati inutili. Mi pare evidente - immagino che la sua domanda fosse una provocazione- il pensiero che il Sindaco e la Giunta hanno per il nostro territorio: l'assoluta necessità che i centri antiviolenza vengano sostenuti in maniera stabile e continuativa, perché rendono un servizio alla città. Mi avete sentito dirlo tante volte e la ribadisco: se in una città come la nostra tra le 700 e le 800 donne, ogni anno, si rivolgono alla Casa delle Donne per non subire violenza, mi sembra che il centro risponda ad un bisogno del territorio.
Quindi, da un alto è evidente che il problema è accertato, approfondito, ne conosciamo la gravità, ne conosciamo il livello di collegamento stretto alla struttura della nostra società. Tutto quello che vuole sostenere un'altra cosa, ci dice che quegli esponenti e partiti politici non riconoscono questi diritti delle donne, non ha senso cercare di attaccare queste considerazioni a dei dati, perché questi dati non esistono. Apprezzo molto la risposta del Consiglio comunale di Casalecchio che ha approvato un ordine del giorno contro questa manifestazione, l'ho già detto, ma mi ripeto: non ne deve passare una di queste manifestazioni, perché altrimenti ci abituiamo che si possa dire qualunque cosa, invece bisogna cominciare un po' a vergognarsi".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:46
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