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Question Time, chiarimenti sulla tutela dei riders

L'assessore Marco Lombardo ha risposto oggi, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Addolorata Palumbo (Gruppo misto) sulla tutela dei riders .Domanda della consigliera Palumbo"Visti gli articoli di stampa apparsi...

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L'assessore Marco Lombardo ha risposto oggi, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Addolorata Palumbo (Gruppo misto) sulla tutela dei riders .

Domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa apparsi sul tragico destino di un fattorino portapizze deceduto nei giorni scorsi a seguito di un incidente stradale. Alla luce del fatto che questa disgrazia ha riaperto il dibattito sui diritti dei “riders” che operano in condizioni lavorative che vanno ben oltre la legalità: sfruttati, sottopagati, operano senza contratto e senza il versamento di contributi previdenziali. Pone la seguente domanda di attualità: per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta su questo tema.
Per sapere dall’Amministrazione se non ritenga utile riaprire una discussione sulla Carta dei diritti di questi lavoratori affinché vengano potenziati alcuni aspetti e veda l’adesione di tutte le piattaforme digitali che operano in città. Per sapere altresì se l’Amministrazione non ritenga utile richiedere al Governo un intervento tempestivo al fine di tutelare questa categoria di lavoratori".

Risposta dell'assessore Lombardo
“Ringrazio anche in questo caso la consigliera Palumbo per avermi posto questa domanda su un tema che, come lei sa, mi sta molto a cuore. Vorrei però fare una precisazione rispetto al tema del decesso, poiché ieri pomeriggio c’è stato il funerale di Mario, che ha perso la vita mentre lavorava investito da una volante della Polizia dopo aver effettuato una consegna con il suo scooter. Mario lavorava alle Poste e per arrotondare lo stipendio la sera lavorava per consegnare le pizze a casa, Mario tecnicamente non era un rider, ma un portapizza. Non lavorava per una piattaforma di food delivery, ma lavorava per una pizzeria. Questo non toglie assolutamente nulla alla tragicità di questa ennesima morte sul lavoro. Perché questi, non sono sinistri stradali, non sono incidenti, sono morti sul lavoro, e non bisogna parlare in questi casi di fatalità, ma semmai la riflessione va fatta sul tema delle precarietà, perché è evidente che non si può morire per una consegna sia che tu sia un rider, un ciclofatturino, un portapizza, un pony express, poco importa quale sia la qualificazione giuridica del rapporto. Questo ci tenevo a dirlo, e mi dispiace ieri non essere stato presente al funerale perché ero, come potrete immaginare, impegnato in altre attività istituzionali, ma colgo l’occasione per dare alla famiglia di Mario tutta la solidarietà mia personale e dell’Amministrazione comunale. Per quanto riguarda il tema dei rider, io non credo che questa Amministrazione debba riaprire la discussione per un semplice motivo: non l’ha mai chiusa e l’ha sempre portata avanti. Io ho sempre detto che il 31 maggio 2019 avremmo potuto festeggiare un anno dalla firma della Carta, ma ho scelto di non festeggiare e ho detto che non ci sarà nulla da festeggiare e che non festeggeremo finché tutte le piattaforme non avranno firmato e fin quando la carta non verrà estesa dalle piattaforme di food delivery a tutte le altre. Ho anche recentemente detto, durante la Repubblica delle Idee, che è in corso una negoziazione con una piattaforma che si chiama Jobby e che ha a Bologna 3000 utenti attivi: parliamo di workers della gig economy, che non sono riders, non sono impegnati nel food delivery, ma sono impegnati in tutta una serie di altri lavori: dal montaggio di mobili, al dog sitting e ad altri svariati settori della gig economy. Il CEO di Jobby, Andrea Goggi, è molto disponibile a cercare insieme un modo per attivare e modulare la Carta rispetto a queste attività. Ci sarà un’interlocuzione con le organizzazioni sindacali che, come voi sapete sono firmatarie della Carta, per vedere se c’è la possibilità di non costituire una nuova carta ma, come abbiamo fatto per l’altra piattaforma di Domino’s pizza, di adattare la Carta a questo tipo di attività della gig economy. Dall’altro lato, c’è la mia disponibilità ad incontrare sia Globo, sia Foodora e, visto che lei mi chiede di avviare un’ interlocuzione con il Governo, ricordo che da un anno faccio sempre la stessa richiesta, ovvero che il ministro Di Maio ci convochi e, attraverso un decreto composto da un solo articolo, faccia una cosa molto semplice: dica, anche senza chiamarla Carta di Bologna, che la Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano vale in tutto il territorio nazionale. Basta un articolo, basterebbero davvero pochi minuti e questo tema potrebbe essere affrontato togliendo l’ultimo alibi che rimane a queste piattaforme, cioè quello di dire che si tratta di una bellissima iniziativa, ma non si può fare città per città perché altrimenti si verrebbe a creare una disparità nel territorio nazionale.”

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:45
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