Question Time, chiarimenti sulla situazione dei lavoratori del settore della ristorazione
L'assessore Marco Lombardo ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, all'interpellanza del consigliere Marco Piazza (Movimento 5 stelle) sulla situazione dei lavoratori della ristorazione. Interpellanza del consigliere Piazza"Al fine...
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L'assessore Marco Lombardo ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, all'interpellanza del consigliere Marco Piazza (Movimento 5 stelle) sulla situazione dei lavoratori della ristorazione.
Interpellanza del consigliere Piazza
"Al fine di allargare la riflessione sulla situazione che vivono tutti i lavoratori del settore della ristorazione nella “Bologna città del cibo” ampliando il ragionamento a tutte le categorie. Dai pochi articoli di stampa paiono emergere alcune criticità: i lavoratori sono spesso studenti fuori sede o giovani inesperti che preferiscono cambiare lavoro piuttosto che affrontare azioni giudiziari per far valere i propri diritti; i tempi lunghi per le cause di lavoro oltre che costi elevati per spese legali; difficoltà nel reperire nuovi lavori, essendo etichettati se ci si prova a tutelare; estrema facilità per le aziende nel chiudere ed eventualmente riaprire successivamente l’attività.
Interpella il Sindaco e la Giunta per sapere se il Comune tiene monitorata la situazione e in che modo; se esiste un report delle organizzazioni sindacali sul disagio dei lavoratori di questo settore; se il comune effettua controlli sugli esercenti del territorio. In che modo il Comune può investire risorse per tenere alto il livello di qualità della “città del cibo”, anche dal punto di vista di chi contribuisce con il proprio lavoro a svolgere un servizio per la cittadinanza e per il crescente turismo internazionale".
Risposta dell'assessore Lombardo
"Parto subito dicendo che condivido le riflessioni fatte sul tema dell’importanza della regolarità del lavoro, della contrattualizzazione, del contrasto al lavoro nero che spesso si annida nel settore della ristorazione e questo ho avuto modo di dirlo questa mattina anche ad un convegno in cui era presente la Prefettura, nella persona della dottoressa Cogode, l’Ispettorato del Lavoro, nella persona del dottor Millo e le organizzazioni sindacali. Al convegno parlavamo di contrasto delle infiltrazioni mafiose e del principio del contrasto, della regolarità del lavoro in un altro settore che è quello della logistica, ma il principio è identico: non c’è sostenibilità nella crescita economica che non tenga anzitutto conto del rispetto del principio di legalità, principio della legalità che a sua volta non significa solo contrasto alle infiltrazioni mafiose, ma vuol dire anche rispetto della normativa nazionale nella contrattualizzazione dei rapporti di lavoro. Prima coglievo nell’intervento fatto dal consigliere Piazza in riferimento all’impegno dell’Amministrazione sul tema del food delivery. Ecco, voi sapete quanto io mi sia spesso scagliato contro le piattaforme di food delivery quando non queste non rispettano il diritto dei lavoratori, ma un merito queste piattaforme lo hanno, perché oltre all’attività di sharing economy, oltre a velocizzare e a semplificare le procedure di consegna, il loro merito è quello di fare emergere il lavoro nero, perché molte di queste attività di consegna cibo erano fatte da lavoratori in nero. Poi, oggi scopriamo che in realtà anche questo non è un presidio perché ci possono essere dei lavoratori che subaffittano degli account di altri lavoratori, inscenando una guerra tra poveri che davvero sembra non conoscere limiti. Ecco, allora, cosa si può fare? Visto che la domanda del consigliere si articola in due parti. Premessa la condivisione della stessa, bisogna fare una riflessione su come si articola l’attività di vigilanza nel settore della ristorazione, e non solo in questo, ma anche in tutti gli altri settori, È quindi necessario fare una premessa non intuitiva sulla ripartizione delle competenze in materia di lavoro e nelle fattispecie in materia di vigilanza, perché, per quanto attiene all’attribuzione delle funzioni amministrative relative alla vigilanza in materia di lavoro, come è stato chiarito dalla sentenza della Corte Costituzionale 348 del 2005, queste sono integralmente attribuite allo Stato e la struttura dedicata alla vigilanza in materia di lavoro è l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che si può avvalere per alcune questioni anche dell’aiuto e della collaborazione dell’INPS e dell’INAIL. In particolare, le attività oggetto dell’interpellanza, secondo gli ultimi dati dell’ispettorato nazionale del lavoro, presentano indici di irregolarità più alti della media. Sono in particolare due i settori che pongono criticità: quello della ristorazione e quello dei servizi di alloggio, comparti in cui spesso si fa utilizzo di forme di lavoro irregolare, fino all’utilizzo del lavoro nero. Dal rapporto annuale sull’attività di vigilanza del 2018 circa il 70% delle volte che l’Ispettorato fa delle attività di ispezione trova delle irregolarità. Che cosa può fare il Comune di Bologna e che cosa ha già fatto? Il Comune di Bologna, pur non avendo competenze dirette, è da sempre sensibile a questi temi, ad esempio, con la recente approvazione del regolamento dehors, che, all'articolo 12 dispone la sospensione della concessione del suolo pubblico quando il titolare dell’esercizio abbia ricevuto, con sentenza passata in giudicato, un provvedimento di condanna dalla magistratura del lavoro in ordine a gravi violazione. Ciò dimostra che tutte le leve che l’Amministrazione comunale ha in proprio possesso per, non solo favorire la regolarità, ma anche imporre la regolarità dei contratti, cerca di porle in essere. Tuttavia, vista la competenza dell’Ispettorato del Lavoro, quello che noi chiediamo è, non tanto di costituire nuovi protocolli che possano affermare un principio, ma di rendere effettiva la possibilità di svolgere le attività del controllo. Qualche giorno fa, ho visto e salutato con favore la scelta del Governo di investire nuove risorse umane e strumentali sull’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Quindi la provocazione, consigliere, se mi permette gliela faccio io un po’ in diretta: se a questo tipo di manifestazione che, ripeto, è condivisa, consegue l’invio all’Ispettorato del Lavoro di Bologna di nuove risorse e di nuovo personale, noi come Amministrazione comunale siamo disposti a firmare per fare emergere tutte le ipotesi di lavoro nero nella ristorazione, ma se non abbiamo queste risorse non possiamo farlo, perché sappiamo perfettamente che l’Ispettorato del Lavoro territoriale con le risorse umane e strumentali che ha a disposizione non può fare altro rispetto a quello che noi gli chiediamo. Quindi, se ne abbiamo la possibilità, visto che la competenza non è nostra, ma dell’Ispettorato del Lavoro, se a quest'ultimo vengono attribuite dal governo risorse e strumentazioni, questa Amministrazione è pronta a collaborare, in particolare sul contrasto al lavoro nero nella ristorazione e sul tema degli alloggi, perché sappiamo che questo può creare fonte di preoccupazione ed è anche una questione molto sentita, come dimostra la viralità della notizia a cui faceva riferimento il consigliere, proprio per la condivisione che ha avuto fra i cittadini".