Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sul rallentamento dell'economia in Emilia Romagna

L'assessore Marco Lombardo ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Claudio Mazzanti (Partito Democratico) sul rallentamento dell'economia in Emilia Romagna.Domanda del consigliere Mazzanti...

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L'assessore Marco Lombardo ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Claudio Mazzanti (Partito Democratico) sul rallentamento dell'economia in Emilia Romagna.

Domanda del consigliere Mazzanti
"In relazione agli articoli apparsi sulla stampa locale che pongono in evidenza un rallentamento della economia emiliana, con un calo della produzione dello 0,7 %
chiede al Sindaco e alla Giunta una valutazione politico-amministrativa in merito alle considerazioni espresse dall'esponente di Confindustria, Dr. Ferrari, che richiama le grosse responsabilità governative per il blocco di fette consistenti di finanziamenti, perché non vi è certezza sulle scelte economiche per interventi di medio e lungo periodo, che puntino alla crescita per far ripartire gli investimenti pubblici e privati".

Risposta dell'assessore Lombardo
"Intanto ringrazio il consigliere Mazzanti perché dalla domanda del caso specifico de La Perla ci consente di fare un ragionamento a più ampio spettro sul calo della produzione industriale. Faccio un passo indietro di due anni per risponderle. Ero presente quando c’era l’avvicendamento tra il presidente Marchesini e il presidente Ferrari, eravamo all’Opificio Golinelli alla presenza del presidente di Confindustria appena nominato al tempo e del presidente della Regione Bonaccini. Già da allora, nel discorso di insediamento, Ferrari e Marchesini ragionavano sul bisogno della politica di affacciarsi al davanzale della realtà, questa era l’espressione che avevano utilizzato. Ovvero uscire dal piccolo cabotaggio di una campagna elettorale permanente e affacciarsi sul davanzale della realtà dove vivono le imprese, vivono i lavoratori, vivono le persone, con le loro difficoltà e le loro speranze. Questo perché un punto fondamentale da capire è che la questione industriale non è la questione degli industriali. La questione industriale, cioè il tema della politica industriale non può essere delegato solo a chi fa attività industriale ma deve coinvolgere, e qui mi riallaccio a una considerazione che facevo prima come sistema, anche le scelte che un Governo nazionale fa. Per anni, per troppi anni, abbiamo pensato che bastasse riformare il mercato del lavoro o modificare la normativa sul lavoro per creare lavoro. Il lavoro lo creano le imprese, non la politica. E il nostro compito deve essere quello di accelerare dei processi che possano far si che le industrie possano crescere e svilupparsi e possano avere le persone che servono per lavorare; che ci sia quindi una formazione professionale adeguata al tipo di richiesta. La nostra regione per molti anni è stata avanguardia come lei ha ricordato, locomotiva, traino dell’economia nazionale. I dati degli ultimi mesi ci segnalano un certo rallentamento. E’ anche giusto dire che questo rallentamento avviene in altre parti rispetto che a Bologna, a Bologna la tenuta è più forte che le altre province dell’Emilia Romagna. Però sono dati che ci fanno riflettere, soprattutto perché la contrazione avviene in determinati comparti industriali. Un esempio? Il tessile di cui parlavamo prima. Non c’è solo il caso de La Perla, ci sono dei tavoli in atto che seguono e monitorano le crisi aziendali e il compito di un assessore al Lavoro ma vale lo stesso per tutti gli assessori al Lavoro in Italia e per il ministro del Lavoro, è quello di non uscire sulla stampa, mi rendo conto che è diverso da quello di altri ministri o di altri assessori. Perché? Fare i tavoli significa evitare che i tavoli possano produrre difficoltà perché la notizia in quel caso è il fallimento. E quindi l’attività quotidiana, quella di partecipare a dei tavoli di salvaguardia, a dei tavoli di crisi in cui si cerca di trovare una soluzione. Il tessile per le ragioni che dicevo prima, da un lato la fast fashion ovvero l’abbattimento sul costo della produzione e del lavoro che fa una competizione al ribasso e dall’altro il tema dei fondi d’investimento interessati soprattutto ai grandi marchi creano una contrazione di questo settore del lavoro. Contrazione particolarmente delicata per due motivi: colpisce soprattutto le donne, le lavoratrici, colpisce lavoratrici che per tanti anni hanno fatto sempre e solo quel lavoro e quindi che sono molto più difficili da ricollocare nel tessuto produttivo rispetto ad altre. Un altro settore è quello dell’edilizia, quello delle costruzioni. Questo perché? Negli anni i settori delle costruzioni non hanno puntato sull’innovazione, hanno continuato a costruire su un modello che consumava suolo vergine. Quando giustamente abbiamo introdotto, l’ha fatto la Regione, delle normative contro il consumo di suolo vergine, il tema della costruzione doveva diventare dalla costruzione di nuovi edifici la rigenerazione di edifici esistenti. E non tutte le imprese del territorio erano pronte a questo tipo di attività. Un altro che mi desta preoccupazione e lo voglio dire pubblicamente è quello della plastica. Noi abbiamo oltre tre mila lavoratori della plastica in questo territorio. Quando noi parliamo di andare verso il plastic free, togliere la plastica, diciamo una cosa assolutamente giusta e corretta dal punto di vista della tutela ambientale ma come non mi stanco mai di dire, la sostenibilità significa tenere assieme aspetti ambientali e aspetti sociali. Il punto è che dobbiamo accompagnare questi lavoratori verso una lavorazione della plastica biodegradabile, biovegetale, che tuteli l’ambiente. Altrimenti noi rischiamo di produrre disoccupazione in questo settore. Poi c’è un tema che è quello della ristorazione ma me lo tengo per dopo. L’export ha costituito in questi anni la grande risorsa della nostra produzione e della nostra regione. E’ stato fatto tantissimo in materia di internazionalizzazione delle attività produttive e attrazione degli investimenti. Però attenzione, è importante anche la domanda interna. E la domanda interna non parte se non ci sono attenzioni ai consumi e alle tutele del reddito. Quando il presidente Ferrari diceva piuttosto che litigare concentratevi su queste tematiche diceva una cosa sacrosanta. Se tutte le forze del Governo si concentrassero di più sui temi del lavoro e dell’economia ne beneficeremmo tutti".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:45
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