Question Time, chiarimenti sui criteri di assegnazione degli alloggi pubblici
L'assessore alla Casa Virginia Gieri ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sui criteri di assegnazione degli alloggi pubblici. Domanda d'attualità della consigliera Lembi"Visti gli art...
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L'assessore alla Casa Virginia Gieri ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sui criteri di assegnazione degli alloggi pubblici.
Domanda d'attualità della consigliera Lembi
"Visti gli articoli di stampa, invita cortesemente il Sindaco e la Giunta ad esprimere una valutazione politico-amministrativa circa l’episodio in oggetto e le possibili ricadute sull’evoluzione delle politiche abitative a Bologna".
Risposta dell'assessore Gieri
"Molte cose sono state dette su questo episodio, io provo ad aggiungerne alcune. Ovviamente il Sindaco ha detto cose che io condivido e che non ripeto, provo ad aggiungere elementi per le competenze che ho e per le cose che mi sono balzate agli occhi. Il primo aspetto è quello dell'intento discriminatorio dell'episodio. Mi spiego meglio: discriminare da vocabolario vuol dire distinguere, differenziare, separare. Vedendo il video, la cosa che mi ha colpito è il fatto che si è ritenuto di leggere e quindi rendere noti i presunti cognomi stranieri, mentre non si sono resi noti i presunti cognomi italiani. Secondo me questo è l'elemento che costituisce il nucleo della discriminazione. Questo credo sia un punto di partenza importante, perché quando parliamo di diritti di cittadinanza e parliamo di uguaglianza tra cittadini che vivono, sono residenti nella nostra città, con determinati diritti e doveri, dobbiamo essere sicuri che tutti siano valutati analogamente. Questo è l'aspetto che io considero più grave di tutti e credo che sia una particolarità di questo intervento che mi tocca molto, perché tocca quello che io ho sempre detto in quest'aula, rispetto al tema. Mi sono fatta alcune domande: l'onorevole Bignami e il capogruppo Lisei, che obiettivo volevano raggiungere con quel video? Qual era la cosa che volevano dimostrare? Era, immagino, un video di denuncia e quindi non c'era una proposta. Francamente, ho fatto fatica a trovare una risposta, perché se si va nei caseggiati Acer, o nei caseggiati popolari anche di edilizia non pubblica, nelle periferie di questa nostra città, se si va a vedere quei campanelli, ci si accorge che ci sono già zone nella nostra città in cui gli appartamenti costano meno, che hanno un canone d'affitto diverso, ne abbiamo parlato all'Istruttoria, ed è del tutto evidente che - se il principio dell'assegnazione degli immobili pubblici è legato a: reddito, situazione patrimoniale, situazione del nucleo famigliare, anzianità e anzianità di presenza nella graduatoria, che qualsiasi esponente politico volesse fare un'indagine sui caseggiati popolari, pubblici e non solo, troverà che coloro che hanno meno reddito e famiglie più numerose abitano le periferie della nostra città. Quasi una ovvietà. Come assegniamo le case pubbliche? Noi non discriminiamo, come ho detto in premessa, e abbiamo un regolamento preciso, che in modo certosino assegna punteggi rispetto alle condizioni dei componenti: età, stati e fatti connessi alla condizione lavorativa, condizione economica del nucleo, stati e condizioni di non autosufficienza, tempo maturato nella presentazione della domanda, poi ci sono innumerevoli sottogruppi di questi criteri. Non c'è un criterio italiana - straniero, non c'è mai stato. Io chiedo veramente a tutti i gruppi politici di maturare con grande serenità il fatto che o si comincia a lavorare sulle delle proposte, oppure questa tipologia di atteggiamento che indica la strada della separatezza, della discriminazione per nazionalità è una strada non solo non percorribile, ma eticamente non all'altezza dei tempi in cui viviamo. Tanto è vero che, al di là dei proclami, tutte le volte che un sindaco di centro destra o leghista si trova ad amministrare, si accorge che non si può prescindere dal reddito nel momento in cui si assegna edilizia pubblica o contributi economici, non si può prescindere dal reddito perché è questo che deve fare un ente locale. E anche la regolamentazione o la legislazione non può fare altro che fotografare questo. Basta vedere i redditi dei bolognesi residenti in città e vi accorgerete che la stragrande maggioranza di redditi bassi sono di stranieri. Ma vi siete mai chiesti come mai? Girate nella nostra città: chi lavora come assistente famigliare o come operatore negli ospedali, chi lavora nella logistica? Ve lo siete chiesti? Se questi sono i lavori è del tutto evidente che i redditi sono di conseguenza bassi".