Istruttoria pubblica sul disagio abitativo, l'intervento dell'assessore all'Urbanistica Valentina Orioli
Di seguito, l'intervento dell'assessore all'Urbanistica Valentina Orioli a conclusione dell'Istruttoria pubblica sul disagio abitativo. "Grazie, non ho preparato delle vere e proprie conclusioni, anche perché è difficile nel corso dell'...
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Di seguito, l'intervento dell'assessore all'Urbanistica Valentina Orioli a conclusione dell'Istruttoria pubblica sul disagio abitativo.
"Grazie, non ho preparato delle vere e proprie conclusioni, anche perché è difficile nel corso dell'istruttoria farlo. Sono state delle giornate molto ricche e le ho seguite con interesse perché stiamo formando il nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) e tutto quello che è emerso in questi due giorni per noi è importante in questa prospettiva e occorre anche pensarci un po' sù. Tutti questi contributi avranno un tempo per essere oggetto di riflessione. Mi limito a fare alcune considerazioni. La prima è sull'importanza dei numeri, molti hanno detto che non sono delle verità assolute, però i numeri vanno guardati con attenzione e incrociati, perché se non ragioniamo a partire da dati - e alcuni dati che abbiamo ascoltato in questi giorni, sono importanti e anche un po' inattesi -, non facciamo un buon servizio alla nostra riflessione e alle possibili politiche da sviluppare per questa città. D'altra parte, un'istruttoria è anche una base conoscitiva importante anche per la quantità dei soggetti che vi hanno partecipato e di questo vi ringrazio.
Ne emerge una domanda di casa estremamente varia e segmentata, che deve sempre trovare risposta, sono d'accordo con la consigliera Mazzoni quando dice non contrapponendo le istanze, ma cercando di guardarle tutte, di mettere a fuoco quelli che sono bisogni che hanno bisogno di strumenti specifici. Il Comune di Bologn anon parte certamente da zero, siamo già anzi molto ben attrezzati, c'è un piano interamente finanziato dall'Ammininistrazione comunale è questo è sicuramente lo strumento o l'insieme di strumenti cxhe intendiamo mettere in campo, perché già questo piano considera isttanze molto differenziate. Non basta, serve la collaborazione di tutti i soggetti che a vario titolo sono interessati al tema casa, pubblici e privati.
In prospettiva della domanda di casa si deve fare carico sicuramente il piano urbanistico generale, nel senso che la domanda di casa sta dentro la strategia che andiamo a disegnare per il futuro della città, una strategia che vuole in qualche modo sostenere il ruolo che Bologna si è guadagnata in questi anni nel panorama nazionale e non solo e la sua crescita e vivacità, in direzioni differenti. Questa strategia deve andare verso un piano complessivo per l'abitare, che non significa solo aumentare il numero di case disponibili, ma le connessioni ai servizi, agli spazi pubblici, significa sostegno alle politiche per la mobilità, sostanzialmente costruire un ambiente nel suo complesso abitabile.
Le parole chiave di questo piano complessivo per l'abitare a mio modo di vedere sono: integrazione, dobbiamo pensare al futuro della città in termini di aumento di spazi e di dotazioni per l'abitare, ma anche di relazione fra questi e il sistema della mobilità. Questo è fondamentale abbiamo un'opportunità straordinaria perché abbiamo fatto il PUMS e stiamo lavorando a oggetti com il tram che saranno decisivi da questo punto di vista.
La seconda parola chiave è rigenerazione, cioè la prospettiva in cui noi ci siamo già messi da tempo e intendiamo stare è quella di ricostruire o riqualificare e ristrutturare case all'interno della città esistente. Lo ha già spiegato Mazzanti, la domanda di casa non può essere una domanda strumentale per sovvertire quelle che devono essere delle politiche di sviluppo urbano rispettose dell'ambiente, in quel modo avremmo fallito, avremo più case ma non un ambiente urbano migliore. Dobbiamo cercare di tenere questa domanda di casa dentro gli spazi e le possibilità che ci sono date.
Infine, la terza parola chiave è collaborazione, peorprio perché nessuno ce la può fare da solo, ma occorre l'accordo di tutti i soggetti che contribuiscono alla costruzione della città. Credo che dentro le previsioni urbanistiche ci sia spazio per tutti coloro che vogliono stare in questa dimensione che ho sinteticamente tratteggiato, anche per esperienze importanti e storiche che Bologna ha sviluppato nel tempo, ad esempio come la cooperazione a proprietà indivisa, che sicuramente oggi, in un momento in cui la prospettiva sulla casa è una prospettiva che ragiona sulla casa come servizio, più che come oggetto di possesso e di investimento, possono avere un ruolo molto importante".