Giorno della Memoria, seduta solenne del Consiglio comunale e metropolitano. L'intervento del Sindaco Virginio Merola
Questa mattina, in occasione del Giorno della Memoria, il Consiglio comunale si è riunito in seduta solenne e congiunta con il Consiglio metropolitano. Di seguito l'intervento del Sindaco Virginio Merola che ha concluso la seduta."Sono tantiss...
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Questa mattina, in occasione del Giorno della Memoria, il Consiglio comunale si è riunito in seduta solenne e congiunta con il Consiglio metropolitano. Di seguito l'intervento del Sindaco Virginio Merola che ha concluso la seduta.
"Sono tantissime le iniziative per il giorno della Memoria. Tante quelle che sono state organizzate dal tavolo istituzionale: ne fanno parte oltre al Comune, la Città Metropolitana, l’Università, l’Ufficio scolastico provinciale, l’Associazione del deportati politici nei campi nazisti, la Comunità ebraica, il Museo Ebraico, l’Istituto Ferruccio Parri.
Poco fa è stata deposta una corona allo stadio sulla targa che ricorda Arpad Weisz, straordinaria figura di allenatore ma soprattutto persona con un profondo senso di giustizia. La sua storia, riscoperta negli ultimi anni ora è parte del patrimonio della nostra città e non solo.
Ma sono tante le iniziative che si svolgono nelle scuole grazie alle associazioni e anche grazie all’autonoma iniziativa degli studenti che, come voi, che siete qui hanno sete di conoscenza e approfondimento storico. A questo proposito voglio ricordare il fitto calendario che è stato realizzato al Liceo Minghetti per congratularmi con gli studenti, dove tra oggi pomeriggio e domani ci saranno molti incontri di conoscenza e riflessione ai quali vorrei partecipare domattina
Voglio sottolineare quanto questa sia una città ricchissima di forze attive e vitali a cominciare dalla nostra Comunità Ebraica. E’ un patrimonio formidabile di relazioni che producono conoscenza. E’ un antidoto civico all’ignoranza, intesa proprio nel suo significato, quello di non conoscere, alla superficialità che dilaga e pare dilagare in questi tempi, a quel presentismo che sempre di più è il male del nostro tempo. Un presentismo che nei fatti nega il compito della storia come formazione della conoscenza critica e della complessità.
Tutte queste occasioni sono libere, aperte a tutti, fruibili anche oltre queste giornate che culmineranno domenica nella diciannovesima giornata della memoria che il Parlamento istituì nel 2000.
È importante che, tutti assieme, conosciamo queste iniziative e le diffondiamo e partecipiamo. Perché questo non è un passaggio rituale ma è linfa per la democrazia. Soprattutto in questi tempi storici. Perché la memoria è soprattutto impegno nel presente.
Guardate, anche quest’anno il Presidente della Repubblica ha utilizzato parole cristalline. Ci ha avvisati su quel male che “alberga nascosto” e che si potrebbe risvegliare. Il male del razzismo e dell’antisemitismo, della costruzione di un nemico nel dibattito pubblico da additare come capro espiatorio dei problemi e delle difficoltà. Nulla di più vero, le cronache quotidiane lo testimoniano.
Il presidente ci ha anche avvertiti sul fatto che le scelte delle maggioranze non possono essere subordinate per motivi politici alla negazione delle diversità e del pluralismo.
Ha esortato a non essere indifferenti, utilizzando un monito che la senatrice Liliana Segre non si stanca di fare ogni volta che ne ha l’occasione.
La persecuzione del popolo ebraico è una macchia nella storia dell’umanità e del nostro paese così come la promulgazione delle leggi razziali.
Il periodo storico che intercorre tra le due guerre mondiali è stato cruciale per la storia del nostro paese e non solo. Sarebbe importante che nei vari gradi scolastici questo periodo fosse oggetto ancora di maggiore studio e attenzione. Approfondirlo permetterebbe di trovare maggiori chiavi di comprensione sull’ascesa di nazismo e fascismo, su come sia stato possibile che accadesse quello che è accaduto.
Non perché possa ritornare il fascismo mussoliniano che in sé è un’esperienza irripetibile. Ma perché sia forte e robusta la capacità del nostro tessuto democratico di impedire che temi neofascisti diventino parte della discussione pubblica, siano legittimati in qualche modo a essere parte del dibattito pubblico. Non basta ripetere mai più fascismo come facciamo oggi in modo sacrosanto ma occorre prendere posizione e essere attivi perché lo stile, il modo di parlare e di fare neofascista non inquini il dibattito pubblico.
Non arrendiamoci ai piccoli e grandi soprusi cui ogni giorno assistiamo. L’indifferenza è al dunque complicità con i violenti. Partiamo dalle cose più piccole, che spesso sono anche le più importanti. Depuriamo il nostro linguaggio. Pensiamo prima di parlare. Abbiamo bisogno di questa pulizia, nelle parole e nei comportamenti. Lo dico sopratutto pensando agli studenti che abbiamo qui ospiti ai quali voglio augurare un mondo migliore dove non prevalga l’odio e il rancore.
Pochi giorni fa sono stato in una quinta elementare alle scuole Longhena, bellissima scuola della nostra città. Ho voluto lasciare su loro richiesta un ricordo sulla lavagna. “Il rispetto è la chiave di ogni vero cambiamento”, sembra poco, lo so, ma in un’epoca così confusa e travolta da una velocità senza meta, e senza fine, io penso sia molto. C’è una differenza tra il rispetto e la rispettabilità. Umberto Eco diceva che il nostro paese è assillato da un eterno fascismo. La rispettabilità a volte coincide con il fatto che si è indifferenti nel senso che il lavoro sporco lo si lascia fare agli altri come ha dimostrato la promulgazione delle leggi razziali. Il rispetto è il fondamento della nostra convivenza democratica e costituzionale e del nostro essere cittadini".