Comunicati stampa

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Consiglio comunale, seduta solenne per la Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. L'intervento della vicesindaco Marilena Pillati

Il Consiglio comunale si è riunito oggi in seduta solenne dedicata alla Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Di seguito l'intervento di conclusione della vicesindaco Marilena Pillati. "Signora presidente del Co...

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Il Consiglio comunale si è riunito oggi in seduta solenne dedicata alla Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Di seguito l'intervento di conclusione della vicesindaco Marilena Pillati.

"Signora presidente del Consiglio, signor vicepresidente, signori Consiglieri, signore Consigliere, colleghi di Giunta, autorità, gentili ospiti, voglio ringraziare il Consiglio Comunale che anche quest’anno ha voluto dedicare una seduta solenne alla Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Un’occasione di riflessione che si inserisce all’interno di quel ricco calendario di iniziative che Bologna organizza ogni anno in occasione di quella che da tempo abbiamo definito la “Settimana dei diritti” e che offre a tutti noi occasioni di riflessione per cogliere appieno l'importanza dei diritti che la convenzione ONU sancisce.
Una settimana per festeggiare il compleanno della convenzione che vede un importante lavoro di rete delle tante realtà educative e culturali, pubbliche e private, di cui la nostra città è ricca e che sviluppano, non solo in questo periodo, ma tutto l’anno attività rivolte all’infanzia e all’adolescenza.
Saluto e ringrazio Clede Maria Garavini e Nicoletta Grassi per averci onorato della loro presenza, per ricchezza dei loro interventi, per i dati che ci hanno fornito, ma soprattutto per le interessanti riflessioni che hanno voluto condividere con noi sulla strada percorsa in questi decenni sul tema dei diritti dell’infanzia, ma soprattutto sulle sfide che abbiamo ancora davanti a noi, a 30 anni esatti dall’approvazione di questa Convenzione, anche nel nostro territorio.
La Convenzione è un documento certamente importante, lo hanno sottolineato in modo molto chiaro gli interventi che mi hanno preceduto, perché riconosce che anche i bambini, le bambine dalla nascita fino al compimento del diciottesimo anno di età sono titolari di diritti civili, culturali, economici, politici e sociali. Dunque possiamo dire che è un documento che riconosce i bambini e gli adolescenti come cittadini dell’oggi e non solo del domani.
Considerare bambini e ragazzi soggetti di diritti, parte attiva della società, cittadini attivi, individui degni di considerazione e ascolto è sicuramente un passo fondamentale per costruire delle società più coese e più giuste.
Purtroppo però l’attualità ci parla troppo spesso delle violazioni che - ancora e nonostante questa Carta – tante infanzie nel mondo subiscono, anche molto vicine a casa nostra. Anche in quelli che Nicoletta Grassi definisce i paesi non in emergenza, c’è ancora un lungo cammino da fare. Il nostro paese e il nostro territorio hanno bisogno ancora di riflettere, su come far ein modo che i diritti siano di tutti.
Per il nostro Comune - non da oggi – l’attenzione alle esperienze delle bambine e dei bambini, lo sviluppo delle loro potenzialità, il sostegno alle famiglie nel loro compito educativo, servizi per l’infanzia di qualità, il rapporto con il sistema scolastico, rappresentano certamente valori prioritari dal punto di vista politico, culturale e pedagogico a tutela dei diritti che la Convenzione stabilisce.
C’è, è stata ricordata anche dal vicepresidente in apertura, una storia tutta bolognese di impegno, cura e responsabilità nei confronti dell'infanzia che riguarda l'intera comunità, non solo l’Amministrazione. Una storia che viene da molto lontano e che ha saputo nel tempo confrontarsi con sfide sempre nuove.
Bologna è la città del primo nido comunale, del primo teatro interamente dedicato all’infanzia ed è la città della prima cattedra universitaria di letteratura per l’infanzia.
Bologna è la città che per prima ha sperimentato l’inclusione dei bambini disabili nelle sue scuole d'infanzia comunali, ma è anche la prima città a dare vita a un Centro Interculturale pubblico in Italia che in questi 25 anni è divenuto un riferimento per la multiculturalità, per tutti gli operatori della scuola.
L’attenzione e l’impegno verso l’infanzia qui non sono mai venuti meno nel tempo, anche in anni di forte riduzione delle risorse pubbliche, nella consapevolezza che un intervento educativo precoce e soprattutto qualificato fin dalla primissima infanzia, rappresenta un potente strumento di contrasto alla povertà educativa, di lotta alle disuguaglianze e di promozione vera delle pari opportunità.
Pensare oggi a un’infanzia unica, a un’adolescenza unica anche a Bologna non è più possibile. L’infanzia e l’adolescenza esprimono molte differenze e dunque sono l'infanzia e l'adolescenza delle migrazioni, dei disabili, delle femmine, dei maschi, delle periferie, del centro, delle diverse religioni. A tutte dobbiamo saperci rivolgere con l’obiettivo di dare spazio e visibilità alla soggettività di ognuno, garantendo a tutti gli stessi diritti.
Chi si occupa dell’infinita varietà delle differenze sa che esistono muri che possono separare ed escludere non solo attraverso barriere materiali, ma soprattutto con quelle immateriali e culturali che fanno di quelle differenze delle vere e proprie disuguaglianze.
Abbattere questi muri deve continuare a essere, oggi come in passato, il filo conduttore dell’impegno di ciascuno di noi, perché Bologna deve continuare a essere la città che sostiene i diritti, l’educazione, l’accoglienza e le pari opportunità dei bambini e degli adolescenti.
Perché la soggettività e le competenze dei nostri bambini e dei nostri ragazzi sono una straordinaria ricchezza per la comunità. La loro partecipazione a progetti e processi che li riguardano è molto importante, ma non è sempre una pratica diffusa: non è sufficiente solo dare loro voce, promuovere la loro libertà di espressione, ma occorre saperli ascoltare davvero.
Ed è quello che abbiamo voluto fare in questo ultimo anno con l’indagine sugli adolescenti realizzata con la collaborazione di Nomisma e di cui alcune settimane fa abbiamo presentato alcune sintesi richiamate nella relazione della Garante.
L’obiettivo ambizioso che ci siamo posti è stato da un lato di comporre una mappa di tutte le opportunità che nella nostra città gli adolescenti hanno a loro disposizione e dall’altro di raccogliere informazioni sui loro stili di vita, sulle loro opinioni e sui loro desideri rivolgendoci anche direttamente a loro.
Per questo, dopo una prima fase di ascolto che ha coinvolto soggetti che lavorano con gli adolescenti nei nostri servizi, nella scuola, nel mondo della formazione professionale, nel terzo settore, nelle istituzioni, è stata realizzata un’indagine che, oltre a coinvolgere le famiglie, ha dato voce direttamente ai nostri ragazzi per raccogliere i loro punti di vista e le loro opinioni su che cosa significa per loro vivere oggi, a Bologna.
Non volevamo dare per scontato di sapere quello che gli adolescenti pensano o quali sono i loro bisogni e le loro aspettative e abbiamo scelto, quindi, di metterci direttamente in ascolto. E più di 21 mila ragazzi hanno risposto.
Il risultato di questo enorme lavoro è un patrimonio di informazioni che vogliamo sia a disposizione di tutti.
Tantissime le indicazioni che derivano da una prima lettura dei dati: sul rapporto con i luoghi della città, una città che i ragazzi ci dicono essere accogliente, sull'amicizia e sulla relazione tra pari, ma anche sulla crisi nel rapporto con gli adulti, su come impiegano il tempo libero, sull'uso della tecnologia e sui rischi legati ai loro stili di vita e all'abuso di sostanze e alcool.
La sfida che vogliamo lanciare è quella di cambiare il nostro sguardo di adulti e, dunque, il nostro modo di agire e costruire pratiche nuove. Vogliamo impegnarci non solo a lavorare per loro, ma a lavorare con loro per costruire insieme a loro un futuro di pari opportunità, di apprendimenti e competenze, di partecipazione attiva e di protagonismo, dentro e fuori le aule di scuola.
Serve un lavoro di rete tra gli adulti capace di trasmettere ai ragazzi l’attenzione e l’interesse nei loro confronti, attraverso un ascolto autentico e la promozione di una loro partecipazione attiva. Dobbiamo far capire loro che le loro idee contano.
La sfida riguarda tutti ed è soprattutto nell'agire quotidiano di noi adulti – nei diversi ruoli che ricopriamo - che dobbiamo cogliere questa sfida.
Nei prossimi mesi il nostro lavoro proseguirà nelle direzioni prioritarie già definite dagli indirizzi della Giunta, che oggi ci sono ancora più chiare grazie a quello che questa indagine complessivamente ci restituisce, dalla voce dei ragazzi, ma anche da quella delle famiglie e da quella di chi lavora insieme a loro.
Ogni nostra azione, ogni nostro progetto, che continuerà a coinvolgere le scuole e tutti gli attori del territorio partendo da ciò che stiamo già facendo insieme, dovrà andare oltre e valorizzare le idee dei nostri ragazzi, perché le nuove generazioni ci possono insegnare il faticoso lavoro di rinnovare ogni giorno lo sguardo per vedere le cose con occhi sempre nuovi".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:46
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