Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord). "Il prezzo del dolore. Intervento tardivo e ponziopilatesco quello del Sindaco in data odierna in Consiglio comunale, a fronte di 67 indagati, 30 misure cautela...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord).
"Il prezzo del dolore.
Intervento tardivo e ponziopilatesco quello del Sindaco in data odierna in Consiglio comunale, a fronte di 67 indagati, 30 misure cautelari disposte dal Gip, 13 milioni di beni mobili ed immobili sequestrati, 221 capi d'accusa fra cui dileggio di cadavere, riciclaggio, associazione a delinquere.
Un'organizzazione attiva da circa 20 anni, con 2.000 cerimonie funebri annue, con 1.8 milioni di euro di nero e nonostante le numerose segnalazioni inviate agli ospedali cittadini, chi doveva stroncare il commercio delle salme, non l'ha fatto, da quanti risulta dalle cronache locali.
Già nel 2011 fu inoltrata una interrogazione in Regione che chiedeva lumi sulla presenza di operatori delle onoranze funebri all’interno delle camere mortuarie e la risposta fu che tutto era regolare.
Certo, era tutto perfettamente regolare, peccato che si vendessero le salme a 250-300 euro, espressione di un laido mercimonio della morte, con buona pace della pietas.
Dov'erano le dirigenze di Ausl, Ospedali, Regione, Comune, oggi tutti trincerati dietro un muro di gomma di: ”..Non so, non sapevo, non c’ero” e se c’ero ero in uno stato narcolettico, aggiungo io.
Un'inchiesta che si sta allargando agli ospedali di provincia e che vede inquisiti, oltre al personale dipendente dall’Ausl e del Policlinico Sant’Orsola, anche un dipendente comunale dell’Ufficio anagrafe di Palazzo d’Accursio, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, che spero sia già stato sospeso cautelativamente.
Due consorzi, Cif e Rip Service, si spartivano il business dei cadaveri, senza un minimo di pietà per i defunti e per i loro familiari, come riportato dalle cronache locali di questi giorni.
Una fiorente Onlus, la “Oltre”, ubicata a due passi dal nostro Comune, ovviamente una associazione senza scopo di lucro, quindi oltre al danno anche la beffa e dove il dominus pare fosse, come emerge dalle indagini del Gip, un certo Benetti Massimo, vicepresidente SVP Bologna Spa, socio al 49% di Bologna Servizi Cimiteriali.
Come afferma il Gip, gli indagati nella “Connection dei funerali” sono accusati di evasione fiscale, truffa, riciclaggio; reati che hanno lordato il nome di Bologna e degli ospedali cittadini, oltre a ferire la sensibilità dei bolognesi e degli operatori sanitari onesti.
Il Procurato capo Amato ha parlato di: “Un sistema di corruzione e riciclaggio che faceva perno anche sull’assenza di turn over tra gli operatori delle camere mortuarie degli ospedali e del rispetto della normativa che vieta la presenza di dipendenti di onoranze funebri in quei locali (come riportato a pagina 2 del Carlino Bologna del 18/01/2019) e, sempre Amato, afferma: "Non ha funzionato il sistema di prevenzione della corruzione, dove soprattutto gli appalti pubblici devono porre in essere verifiche sull’organizzazione di un servizio”.
Non solo, l’Ausl e il Sant’Orsola hanno ammesso che il loro :”E’ stato un intervento del tutto insufficiente a fronte di quella che si configura come un’azione criminale particolarmente organizzata”(come riportato a pg.4,Carlino Bo,18/01/2019).
Quindi, anche i vertici degli ospedali cittadini, ammettono l'omesso controllo e la mancata vigilanza. Per non parlare dei contatti fra Benetti ed i Dirigenti della Direzione anticorruzione e trasparenza del Sant’Orsola che fanno dire al Gip Alberto Ziroldi: "Un amicizia che costituisce fattore di sospetto essendo del tutto evidente come il carattere totalizzante del fenomeno corruttivo presupponga inevitabilmente il compiacente silenzio proprio degli organismi incaricati del controllo.”(come riportato a pagina 4 del Carlino Bo,19/01/2019).
Chi aveva il compito di sorvegliare non ha sorvegliato, chi doveva denunciare non ha denunciato, per inettitudine? Per ignavia?
Qualunque sia la causa questi dirigenti vanno rimossi; in primis il coordinatore che sovraintende le camere mortuarie, insieme al responsabile della direzione del presidio e della dirigenza dell’anticorruzione dell’Ausl/Policlinico.
Devono cadere delle teste perché qualcuno deve fare un "mea culpa" e spero che i sindacalisti non protestino o si oppongano, se questi dipendenti della Pubblica Amministrazione vengano licenziati in tronco, qualora accertate le colpe, con l’interdizione futura a svolgere qualsiasi mansione in strutture pubbliche.
Poco mi importa del pentimento postumo di alcuni inquisiti, perché chi mette una “buccia di banana in mano ad un morto”, come riportano le cronache cittadine, non ha alcun diritto a chiedere pietà o sconti di pena, in quanto sono solo iene che hanno oltraggiato i morti di una intera comunità.
Oggi il Sindaco Merola ha ribadito che, in tutto questo bailamme, il Comune non c’entra! No, il Comune c’entra e c’entra eccome perché il “pasticciaccio brutto” è avvenuto in strutture pubbliche cittadine, negli uffici anagrafici comunali, c’entra in quanto sono coinvolti i due massimi nosocomi cittadini, c’entra perché Bologna Servizi Cimiteriali è una srl partecipata del Comune al 51%.
Come Presidente di Prima commissione convocherò, il 22 febbraio, una udienza conoscitiva, con l’invito a presenziare al Sindaco, all’assessore Conte (delega alle Partecipate), all’assessore Barigazzi, al Segretario Generale Finardi, in qualità di Responsabile anticorruzione del Comune di Bologna, al Presidente Bologna Servizi Cimiteriali Spataro ed ai Dirigenti dell’anticorruzione e trasparenza del Sant’Orsola e dell’Ausl, al fine di comprendere cosa non abbia effettivamente funzionato all’interno degli uffici dell’anticorruzione".