Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Giulia Di Girolamo
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Giulia Di Girolamo"Mafie Spa: un nuovo duro colpo ai patrimoni criminali in Regione.In apertura di questo mio intervento, voglio esprimere la mia più sincera solidarietà alla Pr...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Giulia Di Girolamo
"Mafie Spa: un nuovo duro colpo ai patrimoni criminali in Regione.
In apertura di questo mio intervento, voglio esprimere la mia più sincera solidarietà alla Presidente del Tribunale di Reggio Emilia, Cristina Beretti, bersaglio di pesanti e gravissime minacce da parte di Francesco Amato, nel corso del processo che lo vedeva imputato per il sequestro dei dipendenti delle poste dello scorso novembre a Pieve Modolena, a seguito della condanna a 19 anni di reclusione nel processo alla cosca Grande Aracri.
A lei va tutto il mio sostegno e apprezzamento per il suo prezioso e importante lavoro. Due operazioni molto importanti si sono svolte la scorsa settimana nel nostro territorio e hanno attraversato gran parte della nostra regione. La Dda di Napoli, in collaborazione con i nuclei di polizia economico-finanziaria di Bologna, dopo lunghe e complesse indagini, sono riuscite ad aggredire i patrimoni di Antonio Passarelli, 63enne di Melito di Napoli, arrestato due anni fa e condannato nell’ambito dell’operazione “Omphalos”, riconosciuto come un intermediario fondamentale in terra emiliana della camorra, imprenditore di spicco dei clan Mallardo, Di Lauro, gli scissionisti, i Puca, gli Aversano, i Verde e Perfetto, in grado di muovere e gestire centinaia di immobili, garage, auto e società. Un tesoro, quello dei clan, di 300 milioni di euro e stato sequestrato, compresa una società immobiliare, la Mea, con sede in Bolognina. L’uomo dei clan campani gestiva in 7 provincie, tra cui Bologna e Ravenna, 628 fabbricati e terreni, conti correnti bancari e partecipazioni societarie. Secondo le indagini, l’organizzazione effettuava un reimpiego sistematico di ingenti somme di denaro di provenienza illecita nel nostro territorio, grazie alla complicità di insospettabili colletti bianchi, come funzionari di banca e commercialisti infedeli, in grado di assicurare l’espansione territoriale del gruppo criminale. I soliti anelli deboli, nei confronti dei quali e necessaria una forte azione, non solo di repressione ma anche culturale, a favore soprattutto di coloro che non si piegano alle logiche di profitto dei clan. Sempre sul fronte delle confische, un’altra operazione condotta dalla Dia di Firenze ha messo a segno un altro duro colpo nei confronti di Gaetano Blasco, già noto alle cronache regionali, al quale sono stati sottratti beni per un valore di un milione di euro, in particolare 4 società, un immobiliare a Reggio Emilia e sette tra conti correnti, libretti di deposito e dossier titoli. Gaetano Blasco, esponente della ‘ndrangheta a Reggio Emilia e attualmente detenuto, e considerato un elemento di spicco del clan che fa riferimento al noto boss Nicolino Grande Aracri, attualmente anche lui detenuto e condannato a 38 anni di reclusione a seguito della sentenza del processo Aemilia.
L’Emilia quindi, si conferma ancora fortemente appetibile per le mafie, dedite sul nostro territorio al riciclaggio e ad investimenti illeciti. Ma operazioni come quelle dei giorni scorsi, dall’altra parte, ci confermano come ci sia un’attenzione altissima da parte degli organi investigativi, a reprimere azioni e investimenti illegali da parte delle organizzazioni mafiose e a ripristinare la legalità su tutto il territorio. Una legalità che passa soprattutto da un cambiamento culturale forte, sempre più deciso e sempre più incisivo, che viaggi necessariamente di pari passo all’azione repressiva, affinché si acceleri quel processo di pulizia dai tentacoli mafiosi che indeboliscono la nostra regione e si disinneschino quei meccanismi corruttivi che ledono intere categorie professionali fondamentali per la tenuta della nostra economia, meccanismi che da troppo tempo intaccano pesantemente la nostra democrazia, la nostra sicurezza e il nostro sviluppo sociale, culturale e politico".