Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica). "25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.In Italia, una donna su tre ha subito nel corso della propria vita un...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica).
"25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
In Italia, una donna su tre ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale.
Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici.
In Italia, c'è un femminicidio ogni tre giorni.
In Italia, oltre alla violenza fisica o sessuale, le donne subiscono quotidianamente violenza psicologica, economica, umiliazioni, svalorizzazioni, forme di controllo e di intimidazione. Dentro le mura domestiche, sul lavoro, nella società.
Nancy Fraser ci spiega che il femminismo, forse potremmo dire i femminismi - sono uno dei fronti della lotta di classe. E nel suo manifesto Femminismo per il 99%, scritto insieme a Cinzia Arruzza e a Tithi Bhattacharya, prova ad articolare un nuovo percorso per il movimento femminista, che nelle ultime due decadi è stato dominato dall’ala liberal-aziendalista del femminismo, un’idea di femminismo il cui obiettivo è scalare di scalare la gerarchia aziendale e che le donne siano trattate allo stesso modo degli uomini, con la stessa paga e lo stesso rispetto. Giusto, ma neanche lontanamente sufficiente.
Perché c’è un filo rosso che collega il lavoro di cura non retribuito alla violenza sulle donne, e serve un femminismo genuinamente egalitario, che possa rispondere alla vasta maggioranza delle donne che sono povere e working class, che non hanno i loro privilegi, che sono migranti, che non sono bianche, che magari non sono cisgender. Non un femminismo dell’1 percento ma del 99% appunto, una visione e un progetto di femminismo che partano dalla situazione delle donne povere e delle lavoratrici, e si chiedano di cosa ci sia davvero bisogno per migliorare le vite delle donne.
C’è un’alternativa che sta già emergendo nei grandi cortei e nelle manifestazioni per l’8 marzo e per il 25 Novembre in primis ma non solo, una marea colorata di persone che ha deciso di spezzare le catene dell'oppressione eteropatriarcale. Una marea solidale di alleate, con cui lottare fianco a fianco. Le abbiamo viste sfilare a migliaia nel corteo di questo sabato a Roma, organizzato da Non Una Di Meno e che quest’anno è stato aperto dai centri antiviolenza, dalle case rifugio e dagli spazi femministi. Spazi in cui purtroppo, anche nel nostro paese, vengono diminuiti i fondi e le risorse.
Io credo si possa affermare che a Bologna, ancora, c’è un meccanismo che tiene, ce l’hanno raccontato molto bene i procuratori Giuseppe Amato e Lucia Russo oggi nella seduta di consiglio solenne dedicata.
Perché le denunce in aumento, se chiaramente ci fanno preoccupare perché ogni singolo caso di molestia, violenza, sopraffazione nei confronti di una donna è una ferita per la nostra comunità, devono anche, necessariamente essere lette come un fenomeno che testimonia che qui c’è un territorio sensibile, in cui le istituzioni si interfacciano e collaborano con un tessuto sociale fortemente preparato sul tema e vicino alle persone che subiscono qualsiasi forma di violenza.
Non dobbiamo però dimenticarci la situazione nazionale che necessariamente si riflette anche sul nostro territorio.
Le direttive europee e nazionali e la convenzione di Istanbul, prevederebbero una struttura ricettiva per il contrasto alla violenza di genere ogni 10 mila abitanti. Un obiettivo ancora lontanissimo dall’essere raggiunto e che testimonia come ci sia ancora molto da fare.
Perché il futuro, per tutte e tutti noi, non solo per le donne, o sarà femminista o non sarà, e perché lo sia dobbiamo combattere la violenza patriarcale, non solo il 25 Novembre ma ogni giorno".