Consiglio comunale, gli interventi d'inizio seduta del consigliere Francesco Errani
Di seguito, gli interventi d'inizio seduta del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico). "Riparte il bilancio partecipativo e raddoppia il budget: 2 milioni di euro.Un milione per progetti di riqualificazione in zone specifiche dei sei...
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Di seguito, gli interventi d'inizio seduta del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico).
"Riparte il bilancio partecipativo e raddoppia il budget: 2 milioni di euro.
Un milione per progetti di riqualificazione in zone specifiche dei sei quartieri, a cui si aggiunge quest’anno un altro milione per attività e servizi. Quest’anno, per la terza edizione del bilancio partecipativo, il Comune di Bologna raddoppia il budget e mette a disposizione 2 ML di euro per progetti ideati dai cittadini.
Nelle due precedenti edizioni, il Bilancio partecipativo ha registrato alle assemblee la partecipazione di oltre 7.000 cittadini e più di 30.000 votanti online.
I cittadini potranno presentare proposte di progetti su sport, cultura, ambiente, economia, sociale, e i tre ambiti più votati saranno finanziati con 75.000, 55.000 e 28.000 euro. Le proposte possono essere presentate online dal 15 ottobre al 15 novembre, compilando un modulo sul sito partecipa.comune.bologna.it, oppure partecipando agli incontri pubblici in programma in tutti i Quartieri.
In questi anni di disaffezione dalla politica è necessario ricreare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni, individuando spazi di collaborazione: informare le persone, coinvolgerle in percorsi di collaborazione è essenziale per creare coesione e solidarietà. Il bilancio partecipativo è uno strumento di democrazia diretta per far progettare e scegliere ai cittadini quali progetti realizzare per migliorare la nostra comunità.
Il bilancio partecipativo è un nuovo modo di fare politica che prevede un contributo diretto e autonomo dei singoli cittadini alla cura e costruzione dei beni comuni: sicuramente il meglio del nostro territorio ha qualcosa da “dire” e da “dare” alla nostra città".
"Uccisa in Siria Hevrin Khalaf, attivista per i diritti delle donne.
Trentacinque anni, segretaria generale del Partito Futuro siriano, Hevrin Khalaf era un'attivista che aveva dedicato la sua vita alla lotta per la coesistenza pacifica fra curdi, cristiano-siriaci e arabi.
Sabato 12 ottobre è stata uccisa in un agguato delle milizie filo-turche nel Nord Est della Siria. Stava cercando di raggiungere la città di Qamishli, insieme al suo autista, quando è stata fermata dai miliziani arabo-siriani tra i quali militano diversi jihadisti alleati delle forze militari turche di Erdogan.
Hevrin Khalaf era laureata in ingegneria civile e lottava per i diritti delle donne. Il 5 ottobre aveva parlato in pubblico per l'ultima volta, sostenendo che i tentativi turchi «di occupare questa terra per difendere il suo popolo non corrispondono alla realtà» e rivendicando il ruolo svolto dalle forze democratiche siriane nella liberazione del Nord Est della Siria dai gruppi terroristici. Il presidente del parlamento europeo David Sassoli ha ricordato che “la sua uccisione, opera di terroristi islamisti, più attivi dopo l'invasione dei territori curdi da parte della Turchia, è un orrore su cui la comunità internazionale dovrà andare fino in fondo”.
Gentile Presidente, tra le vittime di questa guerra c'è proprio chi si è battuto per la pace e il dialogo. Nella giornata mondiale di mobilitazione contro l'attacco della Turchia di Erdogan al popolo curdo del nord della Siria, anche a Bologna sono scese in piazza centinaia di persone. Credo importante che anche il Consiglio comunale di Bologna esprima lo sdegno per questo crimine e prenda posizione contro l'attacco militare turco che ha tra le sue vittime proprio chi in questi anni si è battuto per la pace e il dialogo.
La comunità internazionale deve agire per porre fine all’invasione e all’occupazione della Turchia nella Siria del nord".
"Migranti, imbarazzante assenza delle istituzioni ai funerali di Lampedusa.
A Lampedusa si sono svolti i funerali delle tredici vittime del naufragio del 7 ottobre. Erano presenti 200 cittadini. Assenti le istituzioni, i politici e il Governo. Doveva essere il giorno del ricordo, ma è stato il giorno della vergogna. Tredici donne morte, di cui una incinta, una di neppure 12 anni. E otto bambini, una madre e un piccolo di otto mesi tra i dispersi nel naufragio a Lampedusa. Lampedusa continua a essere lasciata sola a contare i morti, nell’indifferenza generale.
Le testimonianze dei 22 sopravvissuti sono terribili. Un sopravvissuto ha raccontato di aver recuperato un bambino di pochi mesi, ma strattonato da una persona che era già in acqua e stava annegando, ha perso la presa vedendo scomparire tra le onde il neonato. Il naufragio è accaduto a pochi giorni dal 3 ottobre, quando ogni anno le istituzioni si ritrovano a Lampedusa per promettere che le tragedie del mare non si ripeteranno ma più. Eppure, a distanza di pochi giorni, siamo tornati a contare le bare.
Gentile Presidente, le operazioni di soccorso in mare continuando a esser ostacolate. Non sembra cambiato nulla in questi anni: nel Mediterraneo si continua a morire. L’accordo di Malta, il meccanismo automatico di ricollocamento per chi viene soccorso in mare, sta incontrando molte resistenze e non è chiaro se e quando partirà.
Quella di Lampedusa è l’ennesima tragedia annunciata. Se non vogliamo essere complici di questa strage a pochi km dalle nostre coste, il Governo deve cancellare i cosiddetti decreti “Sicurezza” che spingono le persone in fondo al mare. E l'Europa deve lanciare una grande operazione di soccorso in mare al largo della Libia e garantire canali legali di accesso a tutti i profughi in fuga da guerre e persecuzioni, persone che non hanno altra possibilità che salire sui barconi della speranza".