Candidatura dei portici a patrimonio dell’umanità Unesco, l'intervento dell'assessora Valentina Orioli all'apertura del convegno di presentazione
L'assessora con delega al Progetto candidatura Unesco portici, Valentina Orioli, ha aperto oggi in Cappella Farnese il convegno di presentazione del percorso per la definitiva formalizzazione della candidatura dei Portici di Bologna alla World Herita...
Data:
:
L'assessora con delega al Progetto candidatura Unesco portici, Valentina Orioli, ha aperto oggi in Cappella Farnese il convegno di presentazione del percorso per la definitiva formalizzazione della candidatura dei Portici di Bologna alla World Heritage List dell’Unesco. Di seguito, il suo intervento.
"Buon pomeriggio a tutti,
oggi ho l’onore ed il piacere di presentarvi il percorso verso la definitiva formalizzazione della candidatura dei Portici di Bologna alla World Heritage List dell’Unesco, la lista dei beni culturali e naturali che sono patrimonio comune dell’Umanità.
Questo è un percorso che viene da lontano - infatti nel 2006 la città di Bologna ed i suoi portici sono stati iscritti nella Lista tentativa del Ministero dei Beni Culturali, cioè nell’elenco di siti italiani con un percorso di candidatura formalmente avviato.
Da allora ad oggi molto è stato fatto, soprattutto sul fronte della ricerca, per approfondire e sistematizzare la conoscenza sul tema dei portici, nel solco del lavoro della professoressa Francesca Bocchi, che rappresenta un riferimento fondamentale perché già dal 1990, con l’esposizione e il volume dedicati a Bologna e i suoi portici, ha messo in luce il ruolo dei portici nella nostra città e la loro permanenza attraverso i secoli, come una matrice fondamentale della forma urbana ma anche del modo di fruire e regolare l’uso dello spazio.
Dicevo che dal 2006 la città di Bologna lavora su questa candidatura, e oggi i tempi sono più che maturi per portarla a compimento. È una sfida difficile, perché l’Italia ha 54 siti iscritti alla World Heritage List, di cui 4 nella nostra Regione: è il Paese leader in questo, quindi ogni nuova candidatura italiana è guardata con estrema attenzione, soprattutto dalle nazioni che ambiscono a strapparci il primato. Dobbiamo quindi lavorare molto bene, per rappresentare al meglio il nostro Paese e le sue eccellenze.
Io sono certa che Bologna lo può fare. Insieme lo possiamo fare.
Abbiamo il traguardo ambizioso di entrare nella Lista, e per questo vogliamo completare il dossier in forma provvisoria nell’autunno, e in modo definitivo a inizio 2020. Quindi siamo in pieno lavoro, nel bel mezzo di un percorso che si definisce giorno per giorno attraverso la collaborazione fra tutti i suoi protagonisti.
Una candidatura Unesco non è una pratica burocratica intrapresa dal Comune: è una candidatura di Città. Affinché abbia successo, tutta la città deve condividerla e “accompagnarla”, insieme al Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
La presenza qui, oggi, di tutti voi, e dell’onorevole sottosegretario per i Beni e le attività culturali Lucia Borgonzoni, che ringrazio molto per avere accolto il nostro invito a partecipare, sottolinea proprio questo.
La candidatura è un percorso condiviso e corale, e la sua protagonista è la Città.
Ma perché è così importante?
Le Nazioni Unite ci dicono che proteggere il Patrimonio è un presupposto fondamentale per garantire la pace internazionale e la prosperità dei popoli, e per promuovere il dialogo e la comprensione interculturale, il rispetto dell’ambiente e le buone pratiche dello sviluppo sostenibile. Il riconoscimento di un sito nella WHL rispecchia prima di tutto questi valori.
Oltre a questo, per la città di Bologna, il percorso di candidatura è un modo di accendere la consapevolezza di tutti sulla ricchezza del nostro Patrimonio, sulla sua delicatezza, sulla necessità quotidiana di prendercene cura. Certamente ottenere il riconoscimento Unesco è anche una forma importante di valorizzazione ai fini turistici, ma prima di questo c’è il percorso – e il percorso è importante innanzitutto per la città. È un modo per avvicinare tutti al tema ormai ineludibile della cura e della gestione dello spazio pubblico come Patrimonio comune, nel centro storico, e non solo.
Le persone che parleranno dopo di me vi illustreranno con maggiore dettaglio il percorso di candidatura, ed entreranno più nello specifico del tema che appassiona: quanti e quali portici, tutti? I quasi 40 chilometri del centro storico, gli oltre 50 di tutta la città, alcuni tratti selezionati?
A questo proposito io mi limito ad anticipare che certamente selezioneremo alcuni tratti di portici, perché rappresentativi dell’insieme, e delle diverse connotazioni che lo spazio del portico ha assunto nel tempo lungo della storia della città.
Aggiungo che stiamo affrontando una selezione complessa, e quello che mostriamo oggi è un risultato consolidato ma non definitivo, ancora passibile di perfezionamento perché ancora si stanno svolgendo le necessarie verifiche tecniche.
Ma questa selezione vuole rappresentare il tutto, e nessun cittadino o proprietario di portico deve sentirsi escluso semplicemente perché il tratto che più gli sta a cuore non ne fa parte.
Selezionare è necessario - per vincere in una competizione così dura bisogna mettere in campo la squadra più forte – ma non c’è tema come quello dei portici che sia rappresentativo di una intera città, della sua popolazione, del suo modo di vivere. Questa dimensione collettiva sarà ripresa nella definizione della zona “buffer” che delinea l’ambito di candidatura in modo allargato, e che comprenderà i portici della città.
Faccio un esempio che dovrebbe chiarire lo spirito, o meglio il sentimento di questa candidatura: nell’attuale proposta di selezione c’è anche un portico costruito in tempi molto recenti. È il portico della Barca, il “treno” progettato dall’architetto Giuseppe Vaccaro nel secondo dopoguerra, come spazio centrale di un grande quartiere CEP, destinato in origine ad accogliere 40.000 nuovi abitanti, che rappresenta uno dei più significativi interventi dell’urbanistica bolognese fra anni ‘50 e ‘60. Per noi il “treno” rappresenta anche tutti i portici che negli ultimi decenni sono stati costruiti nella periferia bolognese – da via Matteotti a piazza dei Colori, solo per citarne alcuni – con l’intenzione di riproporre nella città contemporanea l’impianto e il significato degli spazi di vita e di socializzazione della città storica.
Con questa osservazione intendo dire che tutti devono sentirsi protagonisti della candidatura, perché tutti sono rappresentati, e anche le iniziative di cura e di valorizzazione che saranno promosse al di fuori dello spazio dei portici selezionati avranno per noi pari dignità e valore e saranno parte della documentazione di candidatura.
Avviandomi a concludere, perché voglio lasciare spazio agli interventi più tecnici, che sono molto importanti, voglio ringraziare le istituzioni che fanno parte della cabina di regia e che hanno ripreso a lavorare con noi alla candidatura mostrando di condividere la nostra determinazione. Grazie all’Università di Bologna, all’Arcidiocesi, al Segretariato regionale per i Beni culturali e alla Soprintendenza di Bologna, alle due Fondazioni cittadine, a Regione e Città metropolitana.
Grazie anche a tutti i funzionari del Comune di Bologna, che con il coordinamento tecnico di Federica Legnani stanno lavorando con grande intensità. In questa fase conclusiva della candidatura stiamo davvero facendo squadra e questo è testimoniato dal coinvolgimento attivo delle Istituzioni Musei e Biblioteche, della Cineteca, ma anche del mondo delle imprese e del commercio, di numerose associazioni, club, dei semplici cittadini che ci scrivono e chiedono informazioni o manifestano la voglia di attivarsi per contribuire a promuovere la candidatura.
Grazie infine alla Fondazione Links di Torino per la preziosa attività di consulenza, che ci sta aiutando a finalizzare tutto il lavoro sviluppato nel corso degli anni. Nei prossimi mesi insieme a Links organizzeremo nuovi incontri dedicati a specifici temi e alle diverse categorie coinvolte nella manutenzione e gestione dei portici. Questi incontri contribuiranno a definire gli aspetti salienti del Piano di gestione.
Metteremo anche in atto diverse forme di promozione e di comunicazione, alle quali sarà anche possibile partecipare attivamente.
La prima comincia oggi. Da oggi alle 13, infatti, è possibile, per tutti coloro che lo desiderano, dimostrare il proprio sostegno alla candidatura Unesco personalizzando la foto del proprio profilo Facebook, con il logo che è stato appositamente studiato qualche anno fa da due allievi dell’Accademia di Belle Arti sotto la guida del professor Danilo Danisi.
Io l’ho gà fatto, anche voi potete cambiare la vostra immagine del profilo seguendo le istruzioni disponibili nei canali social del Comune. Anche con un gesto così semplice possiamo dimostrare che i portici sono la nostra casa".