Comunicati stampa

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Sessione europea del Consiglio comunale in occasione della Festa dell’Europa, l'intervento del Sindaco Merola

Questa mattina, a Palazzo d'Accursio, il Consiglio comunale di Bologna si è riunito in Sessione europea in occasione della Festa dell’Europa. La seduta è stata conclusa dal Sindaco Virginio Merola, di seguito il suo intervento:&ld...

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Questa mattina, a Palazzo d'Accursio, il Consiglio comunale di Bologna si è riunito in Sessione europea in occasione della Festa dell’Europa. La seduta è stata conclusa dal Sindaco Virginio Merola, di seguito il suo intervento:

“Credo di non fare torto all’importanza di festeggiare la giornata internazionale della lentezza o quella dei mancini, perché ormai siamo pieni di giornate internazionali, dicendovi che oggi qui c’è una notizia: festeggiamo l’Europa. Festeggiamo un’idea che ci ha portato decenni di pace dopo i lutti delle due guerre mondiali e ci ha assicurato anni di diritti civili e sociali e di progresso mentre oggi nel mondo sono in corso guerre e conflitti sanguinosi e il nazionalismo e il protezionismo populista imperversano. Per questo credo che per tutti obiettivamente sia stato importante avere a disposizione, e per questo li ringrazio, le riflessioni dei nostri due illustri relatori: il dott. stefano Manservisi e Lucia Serena Rossi. Ci hanno portato il loro prezioso contributo rispetto a quello che potremo definire lo stato di salute dell’Europa di oggi. Ed è stato secondo me un bene ricordare, anche attraverso di loro, la concretezza del nostro essere in Europa. Tante persone che con le loro relazioni, il loro lavoro, testimoniano la diffusa interdipendenza che ci lega ormai all’Europa. Saluto a questo proposito anche Lorenza Badiello che è responsabile dell’Ufficio della Regione Emilia - Romagna a Bruxelles.
L’appuntamento di oggi si iscrive in un vasto programma di iniziative che insieme al centro Europe Direct della regione Emilia - Romagna ed allo sportello metropolitano abbiamo organizzato per fare del 9 maggio non una giornata di celebrazione, ma un’occasione di riflessione e mobilitazione che prevede per tutto il mese iniziative pubbliche, confronti, dibattiti, flash mob in piazza e persino un processo, cara giudice, all’Europa per le politiche migratorie e sull’asilo.
Come Sindaco della città di Bologna voglio portare il contributo della città nel processo di costruzione dell’Unione europea. E’ già stato detto ma lo voglio sempre più esplicitare: è nelle città che si misura in concreto la costruzione europea, nell’applicazione dei fondi europei e nelle relazione aperte con l’Europa attraverso le imprese, le università e le attività quotidiane di una città. L’idea dell’integrazione economica e monetaria era funzionale all’idea di un’integrazione politica fondata sui valori universali di pace, sostenibilità, del rispetto dei diritti fondamentali e dei diritti umani. Non solo io oggi sono molto preoccupato per lo stato di salute dell’Europa. In questi giorni a Bruxelles si parla di prospettive finanziarie e del nuovo bilancio posto Brexit. Forse dovremmo avere la consapevolezza che gli accordi economici e le scelte politiche dell’Unione Europea hanno bisogno oggi di un rilancio della cultura europea e del ruolo delle città.
Non credo se ne possa uscire solo con più risorse, se ci riusciremo o più politiche perché la crisi dell’Ue, prima ancora che economica e sociale, è una crisi di democrazia, di senso democratico. Non facciamoci illusioni che l’Europa possa costruirsi intorno alla leadership di un solo Paese o di pochi paesi o in una prospettiva autoritaria. Il metodo comunitario con il coinvolgimento delle istituzioni europee e l’allargamento della democrazia è l’unica garanzia della prevalenza dell’interesse europeo rispetto agli egoismi degli Stati nazionali. Se l’Europa vuole rimanere fedele al progetto originario dei padri fondatori e delle madre fondatrici ci vuole perciò anche un salto culturale ed educativo e molto può essere fatto nelle città.
Culturale per far capire che quando parliamo di politiche europee non stiamo parlando di politiche estere, ma di politica interna, considerando che oltre due terzi delle normative nazionali non sono altro che trasposizioni di obblighi già assunti in sede comunitaria.
Una consapevolezza educativa perché se vogliamo parlare di integrazione dei popoli dobbiamo conoscere i diritti ed i doveri della cittadinanza europea. In questo, le città possono conquistare un nuovo protagonismo perché, credo che sia evidente, i cittadini vivono nelle città non in stati astratti. Come possiamo essere credibili in questi mesi dove si discute dei bilanci europei quando parliamo di Europa delle città se non reagiamo al fatto che si pensa di tagliare i fondi per l’agenda urbana europea siglata con il Patto di Amsterdam che individua le 10 sfide comuni che abbiamo nelle nostre aree urbane? Come possiamo essere credibili rispetto alla costruzione dell’identità europea se tagliamo i fondi del programma Erasmus, il più efficace strumento di costruzione dell’identità europea dei nostri giovani, che al contrario andrebbe allargato. Vi ricordo, è nato qui a Bologna, come si può ben comprendere andando all’Archiginnasio a vedere gli stemmi degli studenti di tutta Europa per capire che qui è nato in nuce l’Erasmus, ben prima di questo programma di mobilità degli studenti. Se l’Europa vuole ritrovare il suo sentiero ideale deve camminare lungo la via dell’amicizia attraverso le città. Andando oltre i semplici gemellaggi ma stringendo accordi di collaborazione e cooperazione territoriale sempre più forti perché ormai ci si muove tra Reti di città come stiamo facendo in questa amministrazione, come stanno facendo altre città italiane e come vogliamo fare per dare il nostro contributo, Manservisi, all’inutile dibattito se li dobbiamo aiutare gli immigrati qui o a casa loro. C’è un’Africa che ha bisogno del know how di amministrazioni come quella di Bologna e per questo ci prepariamo a partecipare a un bando europeo magari pensando a quelle città dell’Africa dove abbiamo già molta presenza di cittadini nella nostra città.
Quindi noi siamo una città europea per vocazione, per condizione economica e sociale e per tradizione. Una città, e mi fa piacere ricordarlo, ha avuto ben due sindaci vice presidenti del Parlamento Europeo: Guido Fanti e Renzo Imbeni. E quindi Bologna deve stare alla guida, assieme alle altre Città Metropolitane, della costruzione di un’agenda urbana a livello nazionale ed europeo per un’idea di sviluppo sostenibile e democratico. E vogliamo lavorare, assieme all’assessore Marco Lombardo e al resto della giunta, affinché diventi anche la prima città in grado di istituire in maniera strutturata e diffusa in tutto il capoluogo dei corsi serali, gratuiti per tutti, di educazione civica sui diritti ed i doveri della cittadinanza europea a cominciare dalle biblioteche dei nostri quartieri. Perché, lo ribadisco e dobbiamo averne consapevolezza, i cittadini europei vivono nelle città e si formano nelle città. Da loro può nascere una spinta propulsiva per rilanciare l’Unione politica europea.
Come ci ricordava Altiero Spinelli, l’Europa evidentemente non cade dal cielo. Questo ce lo dobbiamo ricordare per darci tutti da fare, perché ognuno ci metta le proprie capacità e non solo i propri bisogni. Perché il processo di integrazione europea torni a prestare attenzione con più aderenza ai bisogni dei cittadini europei, ripartendo da un nuovo protagonismo delle Città.
Ha fatto bene la nostra Presidente del Consiglio a rendere omaggio alla figura di Aldo Moro, ucciso 40 anni fa. Sempre 40 anni fa il cadavere di Peppino Impastato veniva portato accanto ai binari per inscenare qualcosa che non resse all’urto della verità. L’Italia di quel particolare momento storico era un’Italia divisa, ferita, e si incamminava verso la disillusione degli anni ottanta. Ma era anche un’Italia dove il Parlamento riuscì ad approvare la legge Basaglia, pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere di Moro.
Era la forza di una grande stagione riformista che, pur nel conflitto democratico tra le forze politiche, accompagnò la richiesta di un paese che voleva cambiare. Proprio in queste ore stiamo assistendo ad una situazione inedita per la nostre istituzioni. Anche per questo serve riflettere sull’idea di un’Europa vettore di progresso per i cittadini. Le ultime elezioni hanno ribadito una grande richiesta di un deciso cambiamento da parte degli italiani. Io sono convinto che questa richiesta chiede di trovare ascolto e stabilità di prospettive. Sono convinto che ascolto e stabilità possano trovare risposta anche insieme irrobustendo la prospettiva europea, allargando quel varco che è la città di Bologna e che è la nostra speranza verso il progresso che è l’Europa.
Buon 9 maggio, in particolare ai giovani presenti! Buona festa dell’Europa!”

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:41
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